Poesie personali


Scritta da: chiararco
in Poesie (Poesie personali)

È tutto un gioco!

È l'alba
anche tu sei entrata nel gioco,
le regole le scoprirai pian piano
e sulla tua pelle
ne porterai le cicatrici
falsità, crudeltà e perfidia
i tuoi avversari peggiori!

E quando sarai sola
e le tenebre ti avvolgeranno,
solo allora capirai
che la vittoria è dentro di te!
Composta martedì 12 giugno 2012
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    Scritta da: chiararco
    in Poesie (Poesie personali)

    Dietro al banco

    Ti vedo li, dietro il banco
    troppo grande per te
    Vedo i tuoi piedi a penzoloni
    Su quella sedia che ti ostacola,
    i tuoi piedi non toccano a terra,
    un senso d'instabilità ti pervade!

    Ti vedo stretto nel tuo ruolo
    Di bimbo buono ed educato!

    Hai mai sentito il caldo sangue scorrere
    E la tua tenera pelle bruciare
    Dopo il dolore della caduta?
    Hai mai goduto della libertà
    Di distruggerti gli abiti
    Rotolando tra sassi e fango?

    Ti vedo stretto nel tuo ruolo
    Di bimbo pulito ed ordinato!

    È passato il tempo, sei cresciuto;
    Ma tu sei ancora li, dietro il banco
    Lo stesso banco e la stessa sedia,
    Stretto in quella dolce morsa
    Che prende lo stomaco ad ogni respiro
    Ma dolcemente ti tiene legata a sé!

    Ti vedo stretto nel tuo ruolo
    Di bimbo ormai adulto!
    Composta martedì 12 giugno 2012
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      Scritta da: Sergio Celle
      in Poesie (Poesie personali)

      Alla poesia

      Ancora l’orchestra del pensiero
      non concertava le parole
      riposte erano le nostre poesie
      quando ancora nell’infinito otre
      giacevano i venti
      e quando  ancora nessun suono
      frastornava l’aria
      e nessuna eco
      rimbalzava fra le pareti del mondo
      ecco
      già nell’anima
      cadere il primo verso
      e rompere i suoi argini
      l’emozione.
      Composta domenica 30 settembre 1990
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        in Poesie (Poesie personali)

        Prima mattina, fine giornata

        Le cinque di mattina
        di un giorno preso a caso,
        nel 2010.
        Le sette di sera di un venerdì
        che decide di camminarti accanto per un po'.
        Giorni non in fila,
        rifiuto del calendario,
        moneta per aria,
        non c'è croce,
        sempre testa,
        la croce è uscita dalla moneta,
        ce l'hai addosso.
        Composta lunedì 11 giugno 2012
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          in Poesie (Poesie personali)

          Circolo Garibaldi

          Un vecchio compagno di provata fede,
          che ancora vive nella resistenza
          al non si sa più cosa,
          causa la poca vista
          legge il giornale con la lente,
          l'altro giornale è sulle gambe,
          Sotto al tavolino,
          lo tiene lì per dopo,
          l'ha prenotato a modo suo.
          Parla con un amico,
          anche lui con un giornale
          che trattiene in mano,
          pezzi di carta riservati a poi.
          È il monopolio casereccio dell'informazione
          e del possesso della stampa.
          Uno soltanto legge il giornale di partito,
          e lo traduce a modo suo con tre parole,
          una parte del poco che ha capito.
          Intanto quel che resta dell'idea
          è ciò che ognuno sente suo
          pur non possedendolo.
          Ma l'importante è aver democrazia
          e non vedere i dirigenti
          come dittatori,
          o non vederli affatto.
          E se proprio uno si dovesse trovare al perso
          vale l'antico detto
          che
          "a tre dita dal proprio cul tutto è permesso".
          E mentre osservo
          bevo il mio caffe,
          primo mattino,
          e sono pronto al resto del mio giorno.
          Intanto i primi ragazzi delle scuole,
          quelli che se ne sbattono di tutto
          stanno arrivando,
          parlano,
          urlano,
          ridono
          presi fra i compiti da ricopiare,
          lo sport ed i compagni
          non di partito
          ma di scuola.
          Forse per l'ora
          o per la troppa confusione
          s'alza dal tavolo l'anziano
          con la sua vita addosso
          e brontolando prende la strada inversa
          e se ne va
          e non si rende conto della sua fortuna,
          il non aver capito di aver perso.
          Composta lunedì 11 giugno 2012
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            Scritta da: Rafa78
            in Poesie (Poesie personali)

            Il Vento

            È arrivato un vento che non ti aspettavi.
            Un vento forte, prepotentemente forte,
            talmente e più di ogni previsione,
            che il migliore dei maghi avrebbe potuto fare.
            E passando all'altezza della tua vita,
            ha iniziato a stringere le raffiche
            intorno al tuo albero, e ancora
            più in profondo, al midollo dell'anima,
            nel punto più intimo di te stessa,
            al centro, dove infine si incrociano
            le strade che portano al tuo cuore.
            È stato un attimo, e sembrava come
            se l'albero spezzasse il suo legame,
            alle radici più profonde e durature,
            per prendere strade sconosciute
            e perdersi, nel tempo e per sempre.
            Ma il vento sottovaluta, l'ingenuo,
            che dura è per davvero ogni radice!
            E forse, si, qualche ramo l'ha spezzato
            ma in fondo solo quello, e niente altro,
            che il tempo stesso, con tutta la pazienza
            farà ricrescere più forte e più bello,
            di quello che, un dannato vento folle
            ebbe la presunzione di portarci via.
            Composta domenica 3 giugno 2012
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              in Poesie (Poesie personali)

              BenEssere

              La mia mente
              è cullata da note musicali
              Il mio corpo
              al ritmo dell'onda flessuosa di un serpente
              desidera muoversi fra rami di un albero
              Il profumo
              della corteccia – delle foglie – dei fiori – dei frutti... m'inebria
              trasformandomi
              ora in scoiattolo... ora in passero.

              Un volo
              nello spazio azzurro del cielo
              in alto sempre più in alto
              come aquila volteggio.

              Mi appare laggiù
              una sequenza di giocose immagini
              di terra e acqua
              si accarezzano... s'intrecciano... si fondono.

              In
              libera
              caduta
              mi tuffo
              in limpida e fresca sorgente.

              Con il corpo
              ricoperto da luminose squame
              scivolo fra galleggianti luccichii

              mi immergo

              Riemergo in un prato
              tutt'attorno fili d'erba
              fra macchie coloratissime di fiori
              catturano la luce.

              Con ali di farfalla
              sfioro e accarezzo la luce
              in una danza
              di forme colori profumi.
              Riscopro il mio respiro
              in un corpo
              dove alita la brezza
              del BenEssere.
              Composta venerdì 30 novembre 1984
              dal libro "Fluire" di Libero Ciapparelli
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                Scritta da: Stefano Medel
                in Poesie (Poesie personali)

                Per i tuoi occhi

                In questa notte plumbea,
                diafana,
                e senza fine;
                mi resti tu,
                il tuo ricordo,
                il tuo pensiero,
                per i tuoi occhi,
                sfido il sonno,
                per i tuoi occhi,
                cammino fino a te,
                anche se sono stanco,
                per i tuoi occhi,
                ho ancora voglia di sperare;
                per i tuoi occhi,
                nei tuoi occhi,
                vedo qualcosa di buono,
                in mezzo a questo mondo così brutto
                e grigio,
                se potessi legarti,
                con un sentimento,
                se potessi fermarti,
                con un parola,
                se riuscissi a cambiare
                un po' la tua vita,
                e avvicinarla a me;
                per i tuoi occhi,
                lo farei.
                Composta lunedì 11 giugno 2012
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                  Scritta da: Saverio Maro
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Mi sono innamorato

                  Mi sono innamorato della tua camminata,
                  sinonimo di femminilità. Mi sono innamorato
                  della tua bocca, figura passionale dal sapore
                  del miele e dal colore di rosa, la più bella che
                  io abbia mai visto.

                  Mi sono innamorato dei tuoi occhi, fatti di
                  acqua e sale, che però non si mettono in
                  contrapposizione al tuo viso, con la dolcezza
                  di una bimba su un corpo da donna.

                  Mi sono innamorato della forma delle tue
                  orecchie. Non hanno una forma così particolare,
                  ma per me quella forma è unica.
                  Mi sono innamorato delle tue mani, così curiose,
                  così soffici, un simbolo di contatto fisico, un
                  contatto dannatamente bello.

                  Mi sono innamorato della tua voce, che varia
                  a seconda della tua timidezza, del tuo sorriso,
                  meglio del paradiso, luminoso come le stelle,
                  meraviglioso come quello di un bambino,
                  stupendo come nessun'altro.

                  Mi sono innamorato. Di te.
                  Composta venerdì 4 febbraio 2011
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                    Scritta da: Saverio Maro
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Ho perso il sorriso

                    Ho perso il sorriso quando ho iniziato a camminare,
                    perché cadendo mi sbucciavo le ginocchia

                    Ho perso il sorriso quando ho iniziato a parlare,
                    perché ogni parola che non andava bene era un essere corretto

                    Ho perso il sorriso il primo giorno d'asilo,
                    poiché è stata la prima volta lontana da casa e dai miei genitori

                    Ho perso il sorriso cadendo dalla bicicletta,
                    per il primo brutto voto a scuola,

                    per il primo "no" ricevuto da una ragazza,
                    per le litigate con i genitori sempre più frequenti

                    ho perso il sorriso quando ho iniziato a regalare il cuore,
                    quando ho cominciato a provare amore

                    Ho perso il sorriso con il primo fallimento,
                    e scoprendo che non sarebbe stato l'ultimo

                    L'ho perso quando ho visto il mondo andare a rotoli,
                    l'ho perso quando ho capito che non potevo fare niente
                    per far sì che non accadesse...

                    Ho perso il sorriso quando ho aperto gli occhi,
                    ho perso il sorriso come han fatto tutti

                    L'ho perso perché sono umano,
                    se non l'avessi fatto, mi sarei preoccupato.
                    Composta mercoledì 28 dicembre 2011
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