Poesie personali


Scritta da: Giuseppe Romano
in Poesie (Poesie personali)

Restami accanto

Passi lenti e silenziosi,
ti sento arrivare
durante questa notte cupa,
tetri brividi salgono veloci
una sensazione che riconosco,
il dolore da sempre latente
brucia ancora l'anima.
Sei tornata, di nuovo,
l'abbraccio delle tenebre
scandisce questo momento
ed il silenzio qui intorno fa parlare
quei maledetti ed intensi flashback
di un passato che non ci appartiene.
Naufrago nei tuoi occhi ora
coperti come un tempo
da un velo di tristezza,
fammi provare a strapparlo
lasciami riempire le giornate
disegnando sorrisi sul tuo volto,
non andare via, restami accanto.
Composta venerdì 30 marzo 2012
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    Scritta da: Amalia Spadola
    in Poesie (Poesie personali)
    Come la tartaruga attende quell'onda che lenta la culli verso i fondali di casa
    sulla battigia cammino a piedi nudi,
    il vento carezza la mia pelle ripulendo la mia essenza,
    il calore della sabbia riscalda il sangue che ormai fluido scorre nelle vene,
    e tutto sembra più chiaro, semplice;
    lentamente immergo la mia anima nel sorriso scintillante del mare,
    provando a respirare di nuovo,
    in punta di piedi senza far rumore provo a leggere la tua anima
    sentendomi quasi invadente,
    ora il sangue scorre più veloce,
    la luce del sole esalta lo scintillio del mare,
    il respiro è ancora lento,
    troppo lento,
    l'onda tarda ad arrivare,
    e quando quel sorriso impetuoso del mare arriva,
    sento...
    vivo...
    esisto...
    Composta venerdì 2 marzo 2012
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      Scritta da: Simone Sabbatini
      in Poesie (Poesie personali)

      ATTIMI

      "Cogli l'attimo", m'han detto
      "che è certo la cosa migliore".
      Scetticismo, dubbio, indifferenza,
      accondiscendenza, accoglienza, entusiasmo.
      E più invecchio più è la cosa da fare.
      Ma l'ho colto poche volte,
      troppe volte m'è sfuggito;
      per pigrizia,
      distrazione,
      incoscienza,
      per ripicca o per vergogna.
      Certo è sempre da stabilire se non sia un attimo che è meglio [lasciar stare: anche per lentezza.
      Rabbia: tutto ciò che ci rimane delle cose perdute,
      rabbia e memoria,
      ricordo e storia;
      dei momenti solo rabbia, e anche di più:
      e quelle volte
      che la rabbia m'impedisce anche la voglia
      di cogliere,
      sento nascere il bisogno,
      quasi violento
      il desiderio,
      disperato ma bellissimo,
      di strappare,
      il tentativo della sfida,
      sradicare,
      come erbaccia profumata,
      come cespi d'insalata
      finita
      sfinita.
      Composta sabato 19 maggio 2001
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        Scritta da: Davide Bidin
        in Poesie (Poesie personali)

        La Ballata del Garguille

        Di marmo, pietra e sogni infranti
        nel Mardi Gras e comparati annessi
        osservo l'uomo nell'alba grigia
        d'un finito sole.
        Nel carnevale s'intona l'essere,
        fragoroso, incoerente, protestante,
        dalla cattedrale scrosto la speranza,
        l'ode
        del vento d'occidente.
        Nuovi sogni, ormai sorti
        e nuove bombe esplose
        liberarsi dai passati
        non è che trovarsene di nuovi
        e la paura che io imponevo,
        dalla guglia e dal rosone,
        appartiene a questa foga
        indole di negazione.
        Ma il sogno s'assopisce
        l'attimo si fa quieto
        la muta rende carne
        per lo scheletro marmoreo.
        Sollevare l'acciarino
        in un impulso d'autarchia,
        distogliermi lo sguardo
        per non fronteggiar più il cielo
        non ha estromesso le paure
        né ha cessato il bisogno
        di un eroe da contemplare
        nella compiacenza
        che dà
        il sogno.
        La folla cerca nuovi miti
        a cui delegar la lor morale
        a cui affidare i principi
        a cui
        sembrare.
        Tenero Gargouille spaventato,
        soffro in silenzio l'evoluzione
        che nei molti ha portato
        illusione d'assoluzione.
        Il fraintendimento d'esser cresciuti
        il turbamento di non saper cercare
        un senso alla vita
        senza farselo prestare.
        Meglio l'ebano el mercurio
        chel banale boccheggiare
        nel silente plenilunio
        di chi non sa accettare
        di chi non vuol porre
        la domanda assai melensa.
        Perché io credo d'esser?
        Di che elemento, voglio composta,
        la mia
        esistenza?
        Composta lunedì 2 aprile 2012
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          Scritta da: geggio
          in Poesie (Poesie personali)

          Amore licenziato

          Sopportare
          non capirsi ed innervosirsi
          teste diverse
          fiducia o sfiducia

          credere di amare per tutta la vita
          rovinare tutto in un secondo

          voglia di essere voluto
          ricevere solo stupide risposte

          stare male scioccamente

          voler volare via
          speranza che non esiste
          questo tempo è vuoto

          inutile
          come il mio pensiero
          che nella mia mente sfuma
          il sonno lo cancella

          la mia dama non esiste
          la mia musa svanisce

          quando un solo abbraccio
          ed un clamoroso bacio
          mi avrebbero trasformato
          ho capito
          credere non basta
          amare è un lavoro a tempo pieno
          ma da questa sera sono disoccupato.

          stanco di tutto
          mi sono licenziato.
          Composta sabato 31 marzo 2012
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            in Poesie (Poesie personali)

            Dolce immagine

            Quei nostri indescrivibili unici momenti
            ben presto divenuti ricordi.

            Vivo e in eterno il tuo ricordo, custodirò
            immerso in quella tua unica speciale dolcezza
            che ben presto, con me si trasformò
            in qualcosa a me incomprensibile
            e divenuto tra noi inconciliabile.

            E quella lontana dolce immagine
            il mio cuore, vuole soltanto conservare
            e solo così conforto e calore, mi potrà dare
            fino a che lui vorrà, il mio cammino continuare.

            Un cammino inoltratosi, nella più buia profondità
            di un nuovo inverno dell'anima
            un cammino che ormai, mai più potrà
            invertire direzione
            dove ormai vive spenta, ogni mia emozione.
            E se anche mai più il sole, il mio cuore rivedrà
            dentro quei tuoi sorrisi, di incredibile spontaneità
            e se anche la mia estate, più non tornerà
            attraverso quel tuo sguardo, di immensa tenerezza
            io vivere dovrò, fino a che lui lo vorrà
            anche solo per il ricordo
            di quella, tua infinita dolcezza.
            E soltanto con la mente
            sopra un cuore, ormai isolato
            ragion di vita forse, lui troverà
            nel tesoro di una memoria
            che mai, avrà dimenticato
            per avere delle cose stupende, conosciute
            per avere delle cose meravigliose, vissute
            e per averle tutte in una persona, ritrovate.

            E anche se
            ben presto, con me si trasformò
            ma insieme, alla sua vera stella
            Lei felice tornerà
            così come io la conobbi
            quando un'altra, come quella
            il nostro incontro, illuminò.

            Ed ora...
            volgo il mio sguardo, dietro me
            verso quel nostro antico bivio, che ora ancora c'è
            e ancora io rivedo, le nostre anime separarsi
            e ancora io ascolto tra i nostri cammini, un muro erigersi.

            E se le nostre strade, si estendono sempre più
            tra loro un muro, di silenzio cresce
            proprio come, hai voluto tu
            e in me il tuo ricordo, sempre lui rinasce.

            Ma la mia memoria, anch'essa crescerà
            e viva ed eterna, a lei sarà
            quell'immagine di unica, e speciale dolcezza
            cornice a quello sguardo, di immensa tenerezza
            ridotta ora a fermo-immagine
            sopra un triste, mio comò
            dolcezza che ben presto, con me si trasformò.
            Composta venerdì 30 settembre 2011
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