Poesie personali


Scritta da: margherita1
in Poesie (Poesie personali)

Pioggia senza fine

Con un boato il tuono
squarcia quel telo di ovatta
un'attimo e il lampo illumina
le strade grigie.
Piedi frettolosi calpestano
i marciapiedi affollati,
alcune spalle scontrano
il mio corpo stanco che spinto
dall'abitudine segue il percorso.
Timide gocce cadono sui
cappotti asciutti, poi incoraggiate
quelle più grosse le seguono,
esplodono per terra.
Ora il cielo ha cambiato posto
trasformandosi in mare,
l'acqua senza più freni
scroscia sui miei capelli,
sulla mia faccia
allaga i miei pensieri,
ora piango a dirotto
indisturbata da occhi curiosi,
tutto si confonde tra lacrime e pioggia
e il cielo amico ininterrotto
continua in paziente attesa
che il mio pianto abbia fine,
fino a che un raggio di sole
tra le nuvole asciughi i miei occhi.
Composta giovedì 26 gennaio 2012
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    Scritta da: Rossella Porro
    in Poesie (Poesie personali)
    Mi hai curato l'anima
    quando il mondo mi lasciava stare
    hai inciso sulla tua bianca pelle
    le mie ombre scure
    hai decifrato i miei silenzi
    guidando la mano tremante
    nell'ora più oscura prima dell'alba
    come una madre
    hai taciuto
    serbando nelle rime mancate
    il mio dolore
    hai raccolto ogni mia lacrima
    e ne hai fatto inchiostro
    su milioni di pagine bianche
    quando il mondo mi lasciava stare
    mi hai curato l'anima...
    Composta giovedì 26 gennaio 2012
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      Scritta da: Ada Roggio
      in Poesie (Poesie personali)
      Ho imparato a non volermi più preoccupare del domani,
      del dopo.
      Vivo il momento,
      il giorno senza fare più corse chilometriche per raggiungere la meta,
      inesistente,
      trasparente,
      illusionista.
      La mia vera meta l'ho raggiunta ed è la mia famiglia.
      Sono arrivata al traguardo.
      Composta martedì 24 gennaio 2012
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        Scritta da: specchio
        in Poesie (Poesie personali)

        La mia vita

        Catturato, imbrogliato come un fuggiasco, nato libero
        forte della mia innocenza, ma consapevole della probabile fine,
        corro, corro, sempre più forte, cercando un rifugio un posto
        dove prendere fiato, organizzare la mia latitanza

        Dietro un sogno accanto un pensiero il mio fuggiasco cuore
        trova rifugio da un amore indomabile, piangendo voglioso
        di uscire fuori e rendersi visibile alla sua presenza.
        no no no urla la voce della coscienza non posso dare vita
        a un amore che di grandezza distruggerebbe la mia
        libera indipendenza

        Blasfemo amore, sempre più forte dell'essere soli,
        come una calamita attiri due cuori li costringi soggiogandoli.
        Dell'ardore li inebri, carezzandone i sogni, ponendoli dinnanzi
        all'arrivistico star soli. Oh amore a te rivolgo il mio tesoro
        tienilo stretto tienilo forte dammi le chiavi del tuo cuore
        ho da porre in lui tutto ciò che di mio ora e tuo

        Ti sei presa il mio amore mi hai reso il tuo, che di sicuro
        di eguaglianza ne e al pari, adesso, soli, nell'universo a condividere ciò che in noi nasce cresce e infinito si appresta a divenire.
        Pronti a dare la propria vita in nome dell'amore che il sigillo
        pose con un sì fermo e forte.

        È questo l'amore? È questo che vuol dire amare?
        Oh Dio disconoscevo questo sentimento forte, ci fa sentire
        il metallo più duro, la pietra più preziosa ma ci piega dinnanzi ai nostri sguardi,
        si illumina al solo dire ti amo che con il calore e a colpi di passione riesce a modellare il forte amore
        creandone un intrecciato anello che al dito di fiducia eleva grandiosi mura
        e il fardello di due cuoricini ne rafforza il sigillo e ne venera il costruire di più profondo amore
        che il nome di famiglia porta nel cuore.
        Composta mercoledì 10 febbraio 2010
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          in Poesie (Poesie personali)

          8 febbraio 1980

          i campi calano giù,
          verso il mare immaginato
          il verde di ieri giace sotto il bianco della brina.
          La osservo
          con in tasca i miei sbagli,
          -licenze poetiche-
          rispondo a chi me li rinfaccia.
          Quella montagna racchiude miele
          come la sua corazza
          ma è già passato un trentennio dall'ultimo secolo vissuto
          e la pace,
          utopia,
          è parola malvista.
          Mentre le mie tasche continuano a gonfiarsi di errori
          la montagna cede il suo miele e la sua voce disincanta.
          Ma anche il tuo canto è un allarme
          preludio alla guerra.
          Le mie tasche vomitano i vecchi errori
          lascio posto ai rancori sopiti,
          adesso ho licenza di agire.
          Composta venerdì 8 febbraio 1980
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            in Poesie (Poesie personali)

            La goccia fortunata

            Una goccia scende verso il terreno
            Il suo PH è 5.64 per il diossido di carbonio
            scende con accelerazione costante
            nel suolo esercita un meccanismo di esarazione
            nell'impatto solleva un nano polverone
            la goccia si insinua nella porosità del terreno
            i batteri l'arricchiscono di acido
            il suo PH arriva a 4.7 velocemente
            la sua acidificazione, diventa più potente
            passando di frattura in frattura, veloce ma rallentata
            asporta nano particelle dalla smectite ormai fratturata
            giunge in un punto pieno di nitrato
            la goccia diventa HNO3 concentrato
            il PH si abbassa
            e sopra l'ordine 3 non si passa
            giunge in un punto di fragilità
            pieno di carbonati, idrossidi e silicati; si sa
            essi faranno da agente tampone
            alla goccia levano il PH 3 riportandola al suo vecchio splendore
            ritorna a PH 5,65 in una reazione controllata
            ma prima di giungere alla falda
            si fa un'altra tamponata
            gli idrossidi di ferro e di alluminio l'hanno aiutata
            a PH di circa 8 entra la fortunata
            e così, nella falda entrerà
            e distorsioni al PH non porterà.
            Composta sabato 12 novembre 2011
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              in Poesie (Poesie personali)

              L'incidente

              Sento la macchina sbandare
              scalo la marcia e tento di recuperare
              la macchina è fuori controllo
              freno a più non posso
              cazzo!, ho preso il dosso
              la macchina non riesco a girare
              porca puttana!, un guardrail vedo arrivare
              dopo un millisecondo vedo gli airbag scoppiare
              il guardrail vedo curvare
              porca, dentro il precipizio non voglio andare
              dopo non riesci a respirare
              il terrore rimane a farti sospirare.
              Esci dalla macchina e inizi a tremare
              guardi i passeggeri e hai paura di vedere quanto si sono fatti male
              li analizzi uno ad uno, meno male stanno tutti bene
              da quel momento fai fatica a guidare.
              Il terrore ti riempie le vene
              vedi un tornante e incominci ad inchiodare
              vedi lo stesso passeggero e non sai viaggiare
              capisci di quanto sei imperfetto nel guidare
              vuoi migliorare
              vuoi imparare.
              Forse, da solo, in quel momento sarei voluto arrivare
              ma il destino non potrai cambiare
              quindi rassicurati e rinizia a viaggiare.
              Composta venerdì 11 novembre 2011
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