Poesie personali


Scritta da: Gennaro Keller
in Poesie (Poesie personali)

Silenzio notturno

Due volti: una speranza
due mani: un volto prega.
Monosillabi scanditi,
tamburo sordo di latta;
ogni presenza vana,
ostacolo irriverente,
ambizioni frustrate.
Domani un altro giorno
di inutili illusioni.
Chiunque, può darsi,
saprà approdare ad un porto sicuro
nel buio del mare delle ambizioni.
Quando il giorno verrà a schiarirti
io sarò già risuscitato.
Un urlo lacerante
dirompe nell'animo:
agitazione disumana!
Mille secoli ancora
separano l'uomo dalla civiltà.
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    Scritta da: Jean-Paul Malfatti
    in Poesie (Poesie personali)

    Scritto nelle stelle

    Pensavo fosse
    sol un'impressione.
    Eppure era tutto
    vero e reale
    e non frutto
    dell'immaginazione.

    Tutto era
    scritto nelle stelle
    ed in esse rimarrebbe
    per sempre,
    come se il
    tempo e lo spazio non
    esistessero.

    Pensavo sarei
    riuscito a cambiare
    il verso delle cose
    ma non ce l'ho fatto,
    le mie conoscenze
    erano limitate
    e troppo confuse.

    Tutto era
    scritto nelle stelle
    ed in esse rimarrebbe
    per sempre,
    come se le notti
    ed i giorni fossero
    una sola cosa.
    Composta sabato 30 aprile 2011
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      Scritta da: Simone Sabbatini
      in Poesie (Poesie personali)

      Volare giù

      Nelle notti a luna vuota
      il vento gela il fondo delle vie del cuore.
      Mi trasformo: la mia preda
      solletica l'istinto fino al non ritorno,
      ed è lì che si divide, e fa il mio nome:
      "Marionetta!" sussurra forte "è l'ora, Marionetta!"
      E sento il nylon tirarmi tra i vestiti
      braccia, testa, piedi ed ogni muscolo del corpo,
      ma tirarmi storto, dietro la luce e verso il fuoco.
      "Burattinaio ubriaco!" le rispondo. Ma più non riesco:
      non c'è terra sotto i piedi, e questa luna
      è vuota pure di parole. Non so
      se giù si arriva al mare, e quale.
      Il mio cadere è a forma di spirale, la mia voce
      gira gira, intreccia lettere e parole,
      taglia i fili ma non posso che girare.
      La noia, il mare, il vuoto: mi vien da vomitare.
      Il buio. La voglia di arrivare
      mi fa sentire il fondo – o è un'impressione?
      Il sangue cade e si raggruma.
      Composta mercoledì 18 luglio 2007
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        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        Sai dire il mio nome?

        Credevo ci fosse almeno un po' di sole
        - sembrava quasi a volte vederlo apparire
        dove la nebbia si arrende, diradandosi un po' -.
        E invece di colpo ho sentito un tuo no,
        e non una luce a darmene avviso.
        Da allora mi sembra la nebbia la sola costante
        quando non piove, né grandina o nevica,
        non sempre tuonando. Ma spesso sto fuori e nemmeno mi bagno,
        più spesso ho paura e mi barrico dentro.
        Composta mercoledì 21 settembre 2005
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          Scritta da: Simone Sabbatini
          in Poesie (Poesie personali)

          Freddo

          Non chiamare la neve:
          la risposta
          pallido silenzio che ti avvolge
          e
          non sentiresti
          che i tuoi dubbi
          le crisi
          le mute grida sotto un sole che non scalda
          la salda morsa che ti serra alla vita la vita
          ma non ti uccide,
          le risa dei fantasmi mascherati
          attimi tremendi rubati alla tua mente
          chiasso assordante.
          Non chiamarla. Semplicemente aspettala
          e poi amala, bramala,
          sentitela scendere dentro la schiena
          come un brivido vivo
          come un attimo eterno,
          un viaggio intestino via dall'inferno.
          Ma non chiamarla
          o
          sentiresti soltanto
          freddo.
          Composta giovedì 19 novembre 2009
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            Scritta da: Simone Sabbatini
            in Poesie (Poesie personali)

            Correzioni

            Si aggiunge un'altra croce a questo nuovo cimitero:
            non c'è d'aver paura, la mia morte
            è vita nuova, aria pulita e buona
            brezza sottile dall'odore libero
            che spazza via discreta e quasi sempre inavvertita
            nubicelle,
            piccole fatiche.
            Scansa la foglia dal vestito,
            la sabbia dalle nocche che s'asciuga
            come una lacrima lontana,
            la rabbia scema dalle bocche.
            Ti svegli presto e non ricordi più
            chi aveva pianto.

            Non l'ho ancora costruito, c'è bisogno d'un ossario.
            Composta domenica 6 settembre 2009
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              Scritta da: Simone Sabbatini
              in Poesie (Poesie personali)

              Benevole invasioni

              Sembra una notte giusta per ritornare a scrivere
              prima degli esami, la solita nostalgia
              (quali?)
              Ma vivo un altro tempo, ho in mente solo altre parole;
              che più non vedo un centro, un'attrazione,
              un chiodo fisso. Me.
              Anche stanotte passerà, portando via quest'astrazione
              dolce e preziosa,
              pesante e silenziosa.
              Le sarò grato.
              Composta martedì 3 giugno 2008
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