Poesie personali


Scritta da: Jen
in Poesie (Poesie personali)

Catarsi dell'Angelo

Guardai negli occhi un Angelo e vi vidi
una lacrima densa di dolore.

Racchiuso nel tormento di un'anima umana,
sentii il battito del suo dolce cuore divenire
lacerante sotto l'oppressione
dell'unama esistenza.

Caduto era quest'Angelo nel vortice
dell'amara solitudine che trascinava
il suo spirito sotto l'incommensurabile
peso delle realtà della vita.

Candide piume tinte di sangue e gocce
di vita si posavano sull'inospitale suolo
in cui, tu Angelo, in ginocchio, attonito fissavi
il Cielo e mentre il leggiadro Etere
accarezzava il tuo volto, un fascio di luce
avvolgeva il tuo essere e un sorriso di
gratitudine illuminava il tuo viso.
Composta venerdì 11 marzo 2011
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    Scritta da: SAVERIO FERRARA
    in Poesie (Poesie personali)

    Mani

    Ti tendevo le mani
    per aiutarti ad alzare.
    Ti tendevo le mani
    per insegnarti a camminare.

    Ti davo sicurezza
    nei piccoli passi.
    Mi restituivi la gioia
    correndo tra i sassi.

    ... Le fragili gambe
    sono vigorose ed energiche,
    mentre le mie
    sono deboli e stanche.

    Dammi una mano,
    ho bisogno di aiuto.

    Mi dai una mano?

    Grazie figliolo,
    adesso va meglio...
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      Scritta da: Francesca Zangrandi
      in Poesie (Poesie personali)
      Cosa siete dunque voi?
      Non siete più nulla.
      Non sapete più cosa sia l'amore.
      Quel tipo di amore che scava qui, nella pancia, dove fa male.
      Quell'amore che ti spoglia e giunge dove non ci sono più barriere.
      Questo amore conosce tutti i segreti, non quelli detti, ma quelli silenziosi.
      Conosce il suono che emanano.
      Conosce il rumore, il boato più profondo dell'altra persona.
      La fragilità, essere esposti e lasciarsi curare.
      Sentire la stessa nudità nell'altro.
      Ma questo può accadere solo se prima hai scavato in te, se prima hai guardato e accettato il tuo essere, se sei stata sola e comunque riuscivi a vivere.
      Sai cosa vedo in voi?
      Vedo due individui che stanno insieme nella loro merda.
      Vedo lui che non può aiutare te perché non sa nemmeno come fare ad aiutare se stesso e vedo te che crolli perché non sai aiutare lui e nemmeno te stessa.
      Sento il vostro silenzio, non quello superficiale, quello intimo, profondo.
      Non vi dite più chi siete forse perché nemmeno voi riuscite più a vedervi.
      Siete soli...
      Composta venerdì 11 marzo 2011
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        Scritta da: simojlbne
        in Poesie (Poesie personali)

        Lina

        Il pianto sferro
        all'immenso dolore
        che il pensier cagiona
        se improvviso invade
        il tuo bel viso la memoria
        a pugnalar violento il petto,
        e sgorga forte,
        in salati fiotti
        e scuote le membra
        e brucia il cuor
        che a lungo stento ritrovar riposo.
        Allor m'avvio all'arida zana
        dove secco e sodo è il terreno fenduto
        e mai nessuno appare che
        nulla attrae di simil luogo,
        avverso e remoto,
        le grintose genti,
        e sol'io la polvere impronto
        di friabili orme.
        Qui vengo a trovar sanità
        dai grevi pensieri
        e le ferite curar
        giù lento calando
        per la buia cuna di siepi e spine protetta,
        dove sempre rampolla novella speranza
        a inondar sù
        la secolare zolla.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Come una corda di violino

          Teso tensione, temibile testicolare introspezione
          Un peso un pallone, di quelle mediche
          Sfrecciano violente sulle parti diuretiche
          Sfregano e frantumano, comprimono ed esprimono
          Esaurientemente, metafora per ciò che la gente sente
          E si pente, "chi ha tempo non cerchi tempo" quanto è vero
          Questo detto ha portato l'uomo allo sclero
          A sfuggire dal clero e dal pleurico schiacciamento
          Sul cemento chiarisco intendo esaurimento
          Affliggimento mi sento spento non contento
          E ripenso al senso col consenso e dissenso del censo
          Di questo scompenso che è un nonsenso odore d'incenso
          Che buono, mi ricorda da piccino in chiesa,
          Con la signora di fianco, lei non era tesa.
          Ok mi rilasso evitando il collasso ma al primo passo
          Falso, cado rotolo m'ammazzo ma poi mi rialzo e scalzo
          Riprendo a camminare, tremano le gambe basta non pensare
          E guardare sempre dritto, non mostrarsi afflitto
          Mostrare un sorriso, solca il tuo viso e ti senti deriso
          Da quella maschera che devi portare ma che ci puoi fare
          Te continua solo a camminare, occhio a non inciampare
          A non mostrare cedimenti, esternare sentimenti e spenti
          Camminiamo da questo viaggio presi...
          Ma incessantemente tesi.
          Composta giovedì 30 novembre 2006
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie personali)

            Ti Porterei Fra Le Nuvole...

            Se avessi in dono
            "il potere"
            ti coccolerei all'infinito
            fino a "restituirti" bambina
            a quel mondo innocente
            fatto di giochi e fantasie,
            con quel sorriso furbo
            di chi ha le porte del mondo
            spalancate davanti a sé.
            A quei giorni felici
            mentre mescolavi la fantasia
            e chiamavi mamma,
            mentre rincorrevi il papà.
            Ti riempierei le tasche di sogni
            cancellando la realtà.
            Ti stringerei a me all'infinito
            per ritrovarmi in quel dolci abbracci
            del passato dove tutto doveva
            ancora magicamente dipingersi.

            Se avessi il dono trasformerei
            in diamanti quelle lacrime
            che ti scavano l'anima,
            che ti fanno sentire piccola
            mentre sei "Davvero Grande".
            Ti porterei fra le nuvole
            ad accarezzare quel soffice sogno
            che è tornare bambina,
            e ripartire da zero
            fra Barbie e peluche.
            Invece non posso,
            posso solo stringerti
            forte a me oggi, guardarti
            piangere o trattenere le lacrime
            spaccando con amore e rabbia
            quella disperazione che ti avvolge
            finché il sogno di domani
            ti abbraccerà.
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