Pubblicata il 11 febbraio 2011 LXI Ancora quattro mesi qui resteremo Quel di giugno, luglio, agosto, settembre Che tal altrove il clima non è salubre Fortun chanco darem l'aiuto che potremo. Noi due casa e verziere accudiremo Dimodoché vostre menti restan sgombre E non tormento abbiano di lor'ombre, paghi ancor noi per quanto faremo. Quant'all'impiego di maggior durezza Cercate tosto bifolchi esperti Che lo compenso loro è nostra cura. essi opranno tutto con destrezza Tutto cosa condurranno sicuri e certi E abbrivio terrà per certo la coltura. Voi non avete più che operare Ma sol'indirizzare e controllare. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LX In specie a sera quando il quotidiano Mestiere è quieto, mentre lo frinire De l'infingarda cicala pena a morire Comodi, sul vellutato molle divano In dolce linguaggio di tono paesano Continua zia Sisina a disquisire Nei ricordi che vanno a svanire E in silenzio lacrima pian piano. A sera, quando il vento sibilava, ricordo il fiammeggiante focolare e babbo stanco, di freddo tremante, zuppo, avido al fuoco s'accostava mentre mamma con cuor d'amante lesta approntava il desinare. Vota la poesia: Commenta
Pubblicata il 11 febbraio 2011 LIX Nel racconto dei due che presentano A noi d'altro mondo molto dissimile Da quotidianità ch'è inverosimile Alterne faccende che donne mordono Ci tuffiamo in geografia d'oltreoceano: D'Argentina federale accosta al Cile Di cui zio disserta con innato stile, dalle Ande e fino all'Altopiano di Punta Argentina e de la Pampa regno di greggi, agio di cerealicoli, di Terra, dice, del fuoco di Patagonia di Regione pari che non ravvisa rampa di colture ricca e immensi pascoli infra Fiumi c'accomuna Rio De La Plata. Disquisisce di Buenos Aires, di Rosario Dei grandi fiumi UruguaY e Paranà, di Rio de La Plata e l'Estuario, di Cordoba, Tucumin e Santa Fè. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LVIII Ah! Quante volte ritornata in mente La stanza mia e di nonna, giovincelle, Quante rabbuffi per le marachelle Che, a turno, facevam continuamente. Ora ti ritrovo, mia stanza, finalmente E riascolto il garrire di rondinelle E rivedo beccare le gallinelle All'aprir la mano premurosamente. Tardi sono tornata e, or, son sola Che la compagna degl'ingenui giochi La Morte l'ha ghermita e in cielo vola. Se fosse qui, pur lei, con la sua mole, con l'intimità di cucina e fuochi a tutti prenderebbe per le gole. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LVI Il rullo delle ruote sulla stradina Pietrosa richiama gli abitanti E tosto, entrambi, sono davanti Alla porticina che da sulla cucina. L'esile signora a mamma s'avvicina E dalle affusolate mani i guanti Sfila e tra lo sgomento dei presenti L'abbraccia e grida: Ecco la mia piccina. Mamma resta in forte turbamento, s'aggrappa alla signora e piange e ride con l'ansietà che cresce ogni momento grida: Sei proprio tu, sei tu la zia Sisina che mai quest'occhio mio più non rivide da quanto ti partisti in Argentina. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LV Allorquando Diana di sua luminosità Sgombra le notturne ombre e lo cielo Rischiara squarciando lo disteso velo, Sbuca al cominciamento di sommità Della difficil'erta tra la frondosità Degl'alti tigli e del fiorito melo, Mulo che, edace, ingurgita lo stelo, Trainante grave carro in difficoltà. Ansimando s'arresta l'affaticato Mulo innanzi al bianco caseggiato, laddove smonta uomo agghindato. Dall'altro lato donna esile e snella Dal fare lento e molto garbato, rapita, mira zona come non quella. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LIV L'opera prosegue alacremente in sicurezza, senza titubanza, di vanga e badile hanno buon'usanza, prodigano sostanza voracemente. Pria che il sol s'affacci all'oriente, pronti che il tempo è poco, non avanza donano al bestiame prim'assistenza e, poi, finché il sole cala a ponente ora nell'orto all'annaffio di cicoria, ora l'aglio a zappettare e le cipolle, ora al fuoco, all'arte culinaria... Mai in cotanto poco tempo fu sì gloria Aver quell'orto due siffatte stelle Che di ciò tanto l'uomo manca memoria. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LIII A sera un poco di sconforto adduce Mamma e lacrima cola sulle linde Gote confuse tra le chiome bionde Mentr'altra nello stanc'occhio già riluce. Il dispero nell'alma non fa luce Anzi lo poco chiarore scuro rende Ma da nostra volontà pure discende che lacrimando lo cor a pace induce. La nostra sorte, mamma, è stata nera Per lo voler dell'Essere supremo, è stata nera, sì, più della cera. Nessuno può, però, darle chiarore; sol Lui che regge barca col Suo remo potrebbe, se volesse, ridar splendore. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LII Perché la Scuola riapra i suoi battenti Abbiamo ben tre mesi a noi davanti; quanto a lavori d'orto sono tanti, potremo tranquillamente ire avanti. Ora non abbiamo di che fare stenti, canco sappiamo degli espedienti dobbiamo rimanere soltanto attenti a non errare come l'anno avanti. Sul pianerolo davanti al casamento Pianteremo i migliori nostr'ortaggi Dando l'acqua a dose e giusto momento. Perché pure s'è calco o soffia il vento Ancor pria che il sole dona i cocenti raggi Ultimato dev'essere l'arrigamento. Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 11 febbraio 2011 LI Mettiamo lesto ogni cosa a posto Per dar domani piglio alla fatica Ch'essere solerti molto magnifica L'opera di chi fa bene e presto. Vivere nel campo, figlio, è l'opposto Di abitare nella casa antica In mezzo a conoscenti e gent'amica, grida di bimbo e frignare mesto. Di tutto quello, qui, più null'avremo, compagno solo il cinguettio d'uccello e lo frinire delle cicale terremo. Il tavolo sta meglio all'altro lato, distante da cucina e da lavello meno lo spazio che viene occupato. Vota la poesia: Commenta Ultimi argomenti inseriti