Poesie personali


Scritta da: Salvatore Coppola
in Poesie (Poesie personali)

Chiamami

Ho bisogno di te,
ho voglia di sentire
il tuo respiro,
il tuo profumo.
Se potessi carezzare
le tue mani è,
portarle sul mio viso,
toccherei il cielo
con il cuore.
Ti amo da morire
ma non trovo le parole
per dirtelo.
Vorrei fermare il mio tempo
accorciare la distanza
fra me e il luogo dove tu ti trovi.
Basterebbe un tuo cenno,
un qualcosa, anche un timido sguardo,
perché io possa capire,
che anche tu mi ami.
Ed io verrò a cercarti
anche in capo al mondo.
Chiamami! Ho bisogno di te!
Chiamami!... Ti amo.
Composta venerdì 14 gennaio 2011
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Abbiamo trafitto una foglia secca
    piena di vene ricche di tempo.
    Nelle pietre del nostro muro
    i fossili ci ricordano la storia.
    Ascoltiamo gridi di sciacalli
    nella notte antica d'una grotta
    scavata con mani tremanti
    da chi era nostro padre.
    L'ombra dei grandiosi DINOSAURI
    è racchiusa ancora sulla roccia.
    Le orme richiamano il mistero
    di un uomo maturato con le pietre.
    Oggi seduti su antichi scogli
    ascoltiamo respirare il mondo.
    Il serpente e la tartaruga
    li portiamo dentro
    simboli di una voce
    onnipresente.
    Abbiamo trafitto una foglia secca
    leggendo fossili di un tempo.
    Siamo ancora bimbi
    immaturi
    per rispondere a domande
    eterne.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      Sotto i pioppi

      Un disco rotto sulla riva del fiume,
      un frigorifero pieno di fango
      un cappello pieno di erba nuova
      tante margherite da guardare.

      Camminiamo sotto gli alti pioppi
      bagnati dalla luce pomeridiana.
      Il cane corre dietro falsi odori
      come la memoria che ci lascia.

      I ciotoli del fiume sono il tempo
      levigato da sudori umani:
      alcuni sono come la luna piena
      altri uova ancora da maturare.

      Lo sguardo naviga col fiume
      il cuore scorre verso l'orizzonte.
      Un passero si posa sull'albero,
      l'anima gioca a girotondo.

      Camminiamo sotto gli alti pioppi
      assaporando un futuro più umano.
      Il presente non pesa nel cuore:
      siamo rimasti soli a meditare.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Mi acompagna il fiato del mio cane
        in questo sentiero di pietre antiche
        dove la luna saltella in pozzanchere
        insieme alla rana e al suo amico.

        Il cane rincorre l'ombra della notte
        nascosta in odori di angoli morti.
        Il mio sguardo si perde nei colori
        di un tramonto che bacia il giorno.

        Quanti fantasmi danzano negli occhi,
        quanti fiori sorridono al passo lento
        di un uomo che sogna un nuovo mondo
        fatto di filosofi e poeti attenti.

        Mi accompagna l'ombra di me stesso
        sul sentiero del ritorno a casa.
        L'ultimo passero si rifugia nel nido
        aspettando la luce che lo richiami.
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          Scritta da: angela300
          in Poesie (Poesie personali)

          Pensieri

          sono nata dall'amore, e cresco nell'odio!
          come possono due cuori generare dolore, tristezza e infelicità,
          amo la vita, amo i miei figli, amo il mio prossimo,
          mi sta uscendo una lacrima,
          dal mio cuore arido e secco e nata una speranza,
          forse anche dall'odio può nascere l'amore!
          Composta domenica 2 gennaio 2011
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            Il compleanno

            Questa sera un po' depresso
            Resto al bordo del mio letto,
            sono incerto sul da fare:
            Dormire o qualcosa ideare?
            Ora il pendolo s'è desto
            E rintocca mezzanotte.
            La mia sposa è già dormiente,
            io mi stendo lentamente.
            Poi mi alzo, pian pianino,
            per lasciar tranquillo il nido,
            al mio tavolo m'accosto
            e comincio con far lesto
            la stesura di quest'inno
            pel vegliardo novantenne.

            Zio Gustavo uomo retto
            Dal suo fare quasi perfetto
            Ha saputo col suo stile
            Superare il tempo ostile.
            Nel decorso di sua vita
            Ha sofferto e ha patito
            Ma ha saputo degnamente
            frenare cuore e mente.
            Tempo, oggi, dell'avvento
            Captato ha l'evento
            Radunando al suo cospetto
            Tutti quelli ch'à nel petto.

            E con stima e con amore
            Dal profondo d'ogni cuore
            Noi porgiamo l'augurio
            In questo giorno di tripudio.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              La preghiera

              A Te Beata Madre, a Te che Figlia
              e Madre nel contempo sei, a Te o Madre,
              a Te, stasera questa preghiera sia
              onde imminente al nostro Padre

              invii. Degno non sono d'invocarTi,
              o Madre, ma so che carca di carità
              Tu sei e anche se molto più amarti
              Ti dovrei sono certo che la mia viltà

              Sotto l'Azzurro Manto svanirà.
              Ecco, Madre Celeste, la preghiera mia:
              Quando al buon Dio la Morte piacerà
              donarmi non per uno ma per due sia

              Ch'io a ritroso la strada, certo, faria
              se la compagna non fosse su mia via.
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                Scritta da: Nello Maruca
                in Poesie (Poesie personali)

                Il sogno di un sogno

                È una serata cupa, lampi e tuoni;
                due nipotini dormono buoni, buoni.
                Stanno vicino l'uno all'altro stretto
                in quello che lor chiamano grande letto.
                Accanto v'è la nonna, tutt'amore,
                che per lor prega Iddio, nostro Signore.

                Il vento ulula forte, un gran lamento,
                prendere sonno, quella notte, stento
                mentre il rumor dei tuoni di tanto in tanto
                riporta il pensier mio alla stanza accanto,
                a papà mio, a nonna Giovannina
                a mamma, a zia donna Esterina

                al papà di mia moglie, alla mammina,
                alle sorelle lontane e alla vicina.
                Tutti in rassegna passo i miei parenti,
                ne conto tanti, cinque volte venti;
                gli occhi sono stanchi, lacrimanti
                così mi fermo senza andar più avanti.

                Mi ritrovo, di botto, in un salone
                zeppo di sedie, tavoli e poltrone.
                Una ad una riempiono la stanza
                innumerevoli persone, in allegranza.
                Per prima accanto a me siede mia moglie,
                all'altro lato siedono due figlie

                seguono di mia moglie e me le casate
                e a lunghe sopracciglia due antenate.
                Entra, po, a passo lento e cadenzato
                L'Arciprete Battista accompagnato
                da Ciccio maresciallo assai compìto
                nonché il fratello Giuseppe, l' erudito.

                Con cinque germogli dal festante viso
                i miei figli maschi mi stanno a fronte,
                alla lor destra è giovane in sorriso
                e accosto di famiglia altro esponente.
                Sono i nipoti primi, alti e snelli
                c'hanno valor d' inestimabili gioielli,

                segue la femminuccia dai neri capelli,
                occhi castani, luminosi e belli.
                Nella festante, gioiosa ricorrenza
                allieta la serata la presenza
                la discendenza dei tanti parenti.
                con allargata ceppi, lì presenti.

                S'avvera  il desiderio di tant'anni
                vissuti in sofferenza e negl'affanni
                di vedere presenti tutti quanti
                a cerchio radunati, esilaranti.

                Finito il sonno s'azzera l'incanto
                E nello core rilacrima lo pianto.
                Giacché tutto vissuto ho nel sonno
                Che portato m'ha a far questo bel sogno.
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                  Scritta da: Salvatore Coppola
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Agrigento da sempre

                  Tra città e paesini
                  sei da sempre la più bella
                  non sei grande ma sei ricca
                  di usanze e tradizioni.
                  Sei antica nei tuoi pregi
                  ma sei giovane nel cuore
                  hai cambiato tanti nomi
                  da Akragante ad Agrigento.
                  Dominante verso il mare
                  sovrastante la tua valle
                  costruita su in collina
                  circondata da montagne.
                  Su pianure e verdi campi
                  sei l'eterna Primavera
                  maestosa sul Mar d'Africa
                  ti rispecchi dalle origini.
                  Offro al vento la mia Ode
                  dormi o Diva* nel mio cuore.
                  Composta venerdì 14 gennaio 2011
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