Scritta da: Giuseppe Ciotola
in Poesie (Poesie personali)
È Bellissimo Pensarti Quando è Giorno Ma La Cosa Più Meravigliosa è Quando Cala La Notte e Ti Trovo Nei Miei Sogni...
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È Bellissimo Pensarti Quando è Giorno Ma La Cosa Più Meravigliosa è Quando Cala La Notte e Ti Trovo Nei Miei Sogni...
Come osi tu parlare di Marco?
Eri con me nelle torride giornate estive
a faticare sotto il sole pressante?
Tu non sai che ai bordi delle strade
gente immaginaria si addensava
come macchie di ombra
e applaudiva
come il frusciare delle foglie.
Ma ecco che dall'ultimo tornante
per me solo brillava un raggio di luce
e mi incitava a scattare più forte
e saliva con me.
Un'ombra, un velo di fronde
e si sprigionava in me
una forza più grande
il sogno i un giovane che vedeva ora la gente
e sentiva davvero gli applausi.
Ero io Marco.
Un giorno forse ritornerò
bambina, e galopperò come un puledro
tra prati verdi e foglie d'autunno.
Un giorno forse, ritroverò le
guance paffute di chi ancora non sa
parlare, e giocherò a girotondo in piedi
alzando gli occhi nelle nuvole.
Scoprirò il primo dolore di
ginocchia sbucciate, e l'acqua limpida
da guardarci dentro.
Una margherita e una farfalla per
scoprire la vita,
e una matita rossa per
disegnare la faccia al cielo.
Un cane randagio da dividerci
un biscotto, e tasche da riempire di
ciottoli di viali.
Un giorno forse ritornerò bambina
e canterò le favole colorandole
di rosa.
Saluterò con la manina aperta e con
l'altra donerò un fiore.
Una piccola goccia d'acqua
fa capolino tra le rocce;
a volte il freddo d'intorno
la costringe a cristallizzare,
altre, un sole intenso e cocente
la vaporizza appena appare.
Ben presto le sopravvissute
si ingrossano a dismisura
sprigionando una luce intensa.
In pochi istanti si trasformano
in una chiara e fresca fonte
che tranquilla così rimane.
L'irrequietezza, in alcune,
le costringe a tracimare,
partorendo un dolce rivolo
che inizia la sua discesa
con serena e tranquilla quiete.
Taluni assorbiti sono
da arido suolo assetato,
tal'altri acquistano vigore
e con tracotante baldanza
corrono spumeggiando gioia
irrorando terre d'intorno.
Scendendo più ancora a valle,
formano allegre cascate
e presto ruscelli e poi fiumi
che prima di giungere al mare
spargono vita al loro andare.
Piccola grande goccia d'acqua,
dimmi: chi sei? "Sono l'AMORE".
Voglio ricordarti così
senza troppe parole
asciugando ancora una lacrima
dopo tanto amore
che non è mai stato inutile o dimenticato.
Mia compagna fedele
In questi lunghi anni trascorsi insieme
hai visto crescere i miei figli e crescere me
ogni giorno sentivo la gioia di averti vicina
la complicità che ci legava
senza consigliarmi né condizionarmi
hai saputo seppur discreta
calmare a volte la mia ira con la tua dolcezza
e quel musino che si strusciava
per avere e farmi una carezza
e bastava guardarti negli occhi
che tutto il resto diventava niente.
Insieme condiviso gioie e dolori
nel tuo come nel mio cuore sempre presente
e sapevi tu come consolare
quella mia pena e quel mio aspettare
il figlio che doveva tornare...
non potrò mai dimenticare
e non avrò mai più in nessuno
così vicino seppur amandomi infinitamente
senza mai parlare...
Il tempo è tuo,
adesso puoi pensare,
scende la sera ma il buio
è fitto ed il silenzio sale,
ti mancherà pensare a me?
forse si,
ti mancherà aspettarmi?
forse no,
e fra un incontro e l'altro
ti mancheranno le mie mani?
non lo so,
ma so con certezza
quanto tu mancherai a me,
e il dolore sale lento e amaro.
Che cosa ne farò di questa
tristezza?
Vorrei poterla arrotolare, insieme
alle lacrime e ricordare solo che
sei l'unico uomo del mio cuore.
Dov'è... dov'è l'amore...
Ditemi.
Qualcuno ne ha parlato,
magnificato,
esaltato...
Dov'è... dov'è l'amore...
Qualcuna l'ha anche sfiorato,
l'ha scortato,
forse visto poi rotolare
come perla saltellante, là,
perdendosi
sotto l'armadio dei vestiti
dismessi.
Dov'è l'amore...
Ditemi...
Travestito negli occhi,
insinuato nell'anima,
appeso su labbra,
invaghito nella mente.
Ditemi.
vaga su un arcobaleno,
goccia improvvisa di nube
o si confonde nel tramonto.
E'alba o
fulmine di temporale...
È spaventato, timido,
imbarazzato,
o suadente celato
tra iridi boreali
che rincorrono effetti di luce
a esplodere ardente?
Dov'è l'amore...
E cerco ancora fermagli
impreziositi d'emozione
ad appuntare pronta
il suo rinomato sospiro
quando fuggente va
dove il mio cuore
proprio non sa.
Leggero sospeso
ti alzi e ti abbassi
voli e riposi
soffi e fischi
parli urli
o non ti fai sentire
ma qualche volta
vento
fatti un po vedere.
Il silenzio di un orgasmo,
la paura d'amare,
il desiderio di sognare.
Ombre sottili e oscure pervadono
i nostri sentimenti ormai sconosciuti e nascosti tra le stelle,
il cielo aspetta quel pezzo di te,
quel pezzo di me,
un piccolo fiore disperso nel peccato.
Un'anima innocente sta per sfiorare il cielo.
Un'anima bianca e pia non conoscerà mai
il valore della parola "vita".
Un tavolo, una sigaretta, un preservativo bucato.
Un Silenzio dannato pervade le nostre anime,
un urlo che implode nel silenzio infiamma il mio cuore,
una scelta da non poter evitare.
Due corpi, Tre anime e poi il Silenzio.
In questa notte di Novembre
il sole non tramonta e la luna sprofonda,
in questa notte di Novembre
le mie lacrime tacciono nel silenzio.
A Novembre
il cielo ha maledetto i nostri nomi
Non voltarti mai
l'oscurità desidera la tua anima,
non voltarti
ti supplico!
Gli angeli hanno chiesto in prestito
il tuo dolce e ingenuo cuore.
Non nascerai mai,
non conoscerai mai l'amore,
non conoscerai mai il dolore di una scelta
che si è portata via Due anime e Tre cuori.
Ferragosto bendato
ad un occhio
ho tagliato di disco
al lavoro
e
pur avendo gli occhiali
una scheggia
bastarda
entra in me saltellando
come un grosso
ranocchio
il dolor non è stato
un gran che di delirio
e
attrezzato
ho lavato l'azzurro mio occhio
con un po'
di
collirio
ma col tempo il dolore
cambiava
ed allora decido
vado al pronto soccorso.
Sabato 19.30
infermiera mi scusi
ma mi è entrata
una scheggia nell'occhio.
Non ha visto l'orario
lì
vicino allo specchio?
L'oculista non c'è
torni pure domani
noi da soli
non sappiamo nemmeno
dove metter le mani.
Si capisco
ma mi fa male l'occhio
ed
io già pregustavo la notte
con il grosso ranocchio.
Non convinto telefono
ad un'altro ospedale
spiegazione veloce la mia
quasi in
un batter d'occhio
la risposta è la stessa
ma la voce della caposala
è
farcita di dubbio
parla a me con dolcezza
quasi fossi Francesco
e
lei
il lupo di gubbio
si presenti domani
le ricordo però
che domani è festivo
è
il 15 agosto
l'oculista non so se poi
passa di qua
forse sì
se
a
reperibilità
io ringrazio e saluto
e mi dico da solo
sei un gran pacifista
coerente
fai valere la tua dignità.
Notte insonne
per forza.
La mattina seguente
finalmente
sò
cosa ho dentro l'occhio
una scheggia di ferro
che il dottore mi toglie
con molta destrezza.
Io
gli auguro buon ferragosto
ma
trattengo la voglia di dirgli.
Sanità
che
schifezza.
La morale di questo mio scritto
si commenta da sola.
Prima di farti male
guarda
l'ora!