Poesie personali


Scritta da: Elio Lupini
in Poesie (Poesie personali)

Il tempo

Tutto divora alberi e fiori
morde l'acciaio e le rocce più dure
uccide i re e le più alte montagne
è il tempo che scorre
che non si può vedere
che giace e riempie i vuoti
prima e dopo ogni cosa
e uccide il sorriso
in un ghigno fatale
nell'oscurità totale
e piange senza voce
e senza ali
e senza denti
e senza bocca
come il vento.,
puoi sentirlo
mai vederlo o comandarlo,
è come il Cuore
leggero
come piuma il respiro
in un letto in cui non dorme
scivola più dolce di ogni rima
il silenzio passa al Sole
senza ombra proiettare
nell'aria
se lo alimenti vive
se lo disseti
muore come il fuoco
come la candela divorata
nemica del tempo
del vento
e dell'acqua
nella sua vita misurata ad ore.
Come in uno specchio non mentirò
senza ombra
come al rosso della neve al tramonto
e l'argentea rugiada al mattino
Dentro me sfide d'ogni sorta
orchi ed altro ancora
tra le mie chiuse mura
radici profonde
d'acciaio di tempo e di morte
sfaldate dalla vita
e le mie membra senza chiavi
in questo oceano di cielo
in una musica soave
riposeranno
in attesa del nulla
che si liberi l'anima
e il mio cuore.
Composta martedì 4 maggio 2010
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    Scritta da: Marzia Ornofoli
    in Poesie (Poesie personali)

    MARE AL TRAMONTO

    S'increspano le onde infrangendosi,
    su una spiaggia silenziosa,
    raccolgo una conchiglia che sussurra
    antiche melodie imprigionate dal tempo.
    Il cielo s'infiamma d'un rosso vermiglio,
    l'acqua si colora di sangue di marinai dispersi.
    Un gabbiano si posa e si lascia cullare dalle acque,
    l'ebbrezza si leva mi scompigli i capelli,
    sollevo le braccia e comincio a danzare,
    al ritmo del canto del mare,
    corro a piedi scalzi incontro all'amore,
    la sabbia scivola via incurante della bellezza,
    è sano sola a godermi quest'ora magica.
    Composta giovedì 24 giugno 2010
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      Scritta da: dax
      in Poesie (Poesie personali)

      Consumismo

      Ho cancellato fiori dal davanzale
      rossi garofani, bianche margherite,
      mentre due occhi di gatto
      osservavano perplessi.

      Scavai buchi nel deserto
      per sotterrare i fossili
      della mia giovinezza.

      Sogni e cavalli nel cielo
      il vento strappa cartelloni pubblicitari,
      carte che volano sulla città.

      Voci s'allontanano nelle vie
      scivolano nelle piazze,
      sulle rovine delle case e degli uomini.

      Traboccano parole inutili dai televisori,
      immagini insulse d'eroi prefabbricati
      vomitando assurdità e menzogne.

      Avete vinto: ha vinto la mediocrità
      gli spot ossessivi,
      compra consuma, mobili macchine, case,
      coca cola, profilattici, pannolini.

      Scegli questo, compra quello
      ha vinto il consumismo
      illudendo ancora gli uomini.

      Meglio esser tra gli sconfitti,
      io sono un vinto:.
      Composta martedì 31 ottobre 1989
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        Scritta da: dax
        in Poesie (Poesie personali)

        Al popolo rumeno

        In principio il sogno
        era la giustizia,
        hanno costruito la tirannide.

        L'utopia era la pace,
        hanno costruito la guerra.

        La speranza era la libertà,
        hanno costruito l'opressione.

        Il motto era la liberazione
        dell'uomo dall'uomo
        hanno costruito carnefici.

        Non vi sia rifugio
        per i tiranni sulla terra.
        Composta giovedì 30 novembre 1989
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          Scritta da: dax
          in Poesie (Poesie personali)

          Ho visto in sogno il mare

          Ho visto il mare
          nel vento della notte.

          Onde nere incorniciate dalla luna,
          ed il vento sussurrava
          nelle orecchie sibilanti parole.

          Profezie nascoste nella notte,
          misteriose frasi d'un antico
          magico idioma dimenticato.

          Ho visto il mare
          nel vento della notte.

          Vento strano, vento
          che racconta
          storie dettate da fantasmi
          d'antichi marinai
          che ancora navigano
          solcando onirici oceani
          scortati da giganteschi
          albatri, da furiosi gabbiani.

          Navigando antichi navigli,
          velieri misteriosi
          che si perdono
          nella nebbia del sogno.

          Ho visto il mare
          nel vento della notte.
          Composta lunedì 31 maggio 2010
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            Scritta da: Antonio Prencipe
            in Poesie (Poesie personali)

            Piccola Ballerina

            Tu, ora sei la mia luce,
            ti dico un segreto se sono in vita lo devo solo a te,
            molte volte ho pensato di farla finita
            ma la tua voce mi faceva volare nell'immenso vuoto della mia vita
            il sapere che un'altra persona oltre
            a me stesso conosce la mia anima
            ha fatto sussultare il mio piccolo cuore,
            sei quell'onda burrascosa che ha travolto i miei sentimenti,
            sei una folata di follia che rende felice
            la mia agguerrita vita,
            ora che ti ho conosciuto non ti lascio andar via
            perché è grazie a te che il mio piccolo cuore
            a ripreso a battere,
            e solo grazie a te se la mia anima
            corre felice nelle piramidi che ho costruito nell'immenso
            e grazie a te Sofia che sono libero di sognare,
            ora ti dico grazie,
            ora ti sogno,
            ora ti abbandono a te stessa,
            ma ricorda che hai catturato l'anima
            di un piccolo guerriero che non ti lascia volar via,
            Grazie!
            Composta mercoledì 23 giugno 2010
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              Scritta da: Umberto Zavagno
              in Poesie (Poesie personali)

              Un pennello nero

              L'acqua trascina il liquame
              e
              fra colori diversi dal verde
              un bimbo emerge gridando eccitato
              nella mano stringe una bambola
              dalla riva fra scatole e altro
              un cenno e un sorriso
              se passano aerei e carri
              non sono rovine diverse
              sempre qualcuno osa un sorriso
              così riprende la vita.

              Fra tanto non senso
              credere che un Lazzaro risorga
              alle parole dello speculatore
              o al direttore del personale
              la scienza del sorriso
              non è quella di un bambino
              quei dentini non vedono inganni
              il sole e l'azzurro del cielo
              le braccia aperte e le corse
              ma
              c'è sempre un pennello nero.

              Tanti scrittori e poeti
              bastano frasi d'amore?
              Tutte cose che imbrattano tele
              ma il cuore cammina solo
              dal piedistallo la statua tenace
              fissa e si compiace
              sulla spiaggia
              carta, plastica, lattine
              tutto appare normale
              finché la corsa del bimbo
              si spegne in un pianto
              un vetro ha fatto la sua vittima
              ma un bimbo
              ha negli occhi il sole e il cielo
              il sorriso ritorna disattento
              riprende la vita
              e anche
              quel pennello nero.
              Composta lunedì 7 giugno 2010
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                Scritta da: Renzo Mazzetti
                in Poesie (Poesie personali)

                Dodicesima "stazione" (un minuto e 46 secondi)

                L'aratro fitto nell'amata terra
                seguiva silenzioso
                le orme lasciate dalle vacche
                ansanti nella fatica.
                Il contadino seguiva
                curvo e attento incitatore
                manipolando, scansando, allineando.
                E alla sera trovava vicino al fuoco
                il centenario suo padre
                dal quale ascoltava
                l'insegnamento della natura.
                Questo accadeva un tempo
                ma oggi il contadino è diventato operaio
                e l'aratro è catena di montaggio.
                Prima v'era la natura, oggi tutto è tecnologia.
                Nulla in contrario
                per quel che riguarda la tecnologia
                ma tutto contro, e per questo io lotto,
                il potere tecnocratico
                che istruisce i cervelli
                trasformandoli in computers
                i quali a loro volta trasformano
                altri uomini in altrettante macchine
                che costruiscono altre macchine metalliche.
                Ho visto un giovane che era già vecchio
                e un vecchio quasi morto
                estraniato, sommessamente vegetante.
                Ma non era vecchio:
                Aveva appena cinquanta anni!
                Ed è già passata una vita:
                Alzati ragazzo alle cinque del mattino
                poi un'ora di viaggio.
                Alle sei suona la sirena
                parte la catena di montaggio
                e alla dodicesima "stazione"
                lavori alla velocità
                di un minuto e 46 secondi.
                Primo:
                montare la ruota anteriore
                usando l'apposita "zeppa"
                dopo essersi assicurati
                che sia del tipo richiesto
                e non presenti ossidazioni.
                Secondo:
                centrare il parafango anteriore
                rispetto alla ruota.
                Terzo:
                montare: (prendere il bulloncino,
                infilarvi la rondella e lo spessimetro.
                Prendere il filo e infilarvi la bussolina
                curvandolo nell'apposito supporto
                e infilarlo nel foro del mozzo,
                infilare la rondella e il dadino.
                Prendere la pinza e la chiave
                e bloccare il tutto tirando il filo).
                E registrare il freno anteriore
                senza che la ruota risulti frenata
                assicurandosi che il freno sia teso il più possibile.
                Torna a casa
                e dopo cena
                accendi il televisore
                e guardati "Carosello"
                ma già dormi prima che sia finito.
                Alzati ragazzo
                sono le cinque del mattino
                e tra un'ora
                ti aspetta la catena di montaggio.
                Alzati marito
                sono le cinque del mattino
                e tra un'ora
                ti aspetta la catena di montaggio.
                Alzati padre
                sono le cinque del mattino
                e tra un'ora
                ti aspetta la catena di montaggio.
                Alzati nonno
                sono le cinque del mattino
                e tra un'ora
                ti aspetta la catena di montaggio.
                Dopo l'ultimo viaggio
                nella monotona assillante alba
                finalmente riposa in pace.
                Si dice che è morto bene
                che non si è accorto proprio di niente
                e non ha sofferto neppure un poco.
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                  Scritta da: Satine
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Ghiacciato Silenzio

                  Un ghiacciato silenzio irrompe
                  Nell'anima dal mare del buio
                  Bianche porcellane si infrangono
                  Al suolo rivelando i frammenti
                  Del tuo breve tempo.
                  Un addio sfiora le labbra e nuovi
                  Occhi si aprono al mondo.
                  L'amore rinasce dal profondo della sofferenza;
                  Onde maestose cavalcate da venti
                  Senza tregua spengono piano la tua fiamma.
                  E mentre sfumi nell'aria, di te altro
                  Non rimane che una manina
                  a stringere invano il tuo dito.
                  Composta sabato 19 giugno 2010
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