Poesie personali


Scritta da: Antonio Dimasi
in Poesie (Poesie personali)

L'ombra amica

Passo dopo passo osservo la mia ombra,
cammino e lei rimane alla stessa distanza.
Corro, ma nulla, mi perseguita.
Provo a nascondermi, ma davanti a me c'è solo sabbia.
Mi rattristo e sconsolato salgo sopra gli scogli.
Noto che la mia ombra scivola in acqua,
non importa, tanto non ha fatto altro che seguirmi.
Però ho paura che affoghi, mi butto in acqua.
La mia ombra è scomparsa, e adesso?
Mi sono buttato in acqua per salvarla
e lei scompare.
Triste risalgo sugli scogli
e mi accorgo che anche l'ombra mi segue.
Per una volta sono felice che lei è insieme a me.
Ora mi sento più tranquillo.
Ritorno sulla sabbia e pian piano il sole scende.
Arriva la notte e lei scompare.
Mi addormento e la mattina dopo quando mi rialzo,
rivedo lì, sempre al suo posto, la mia amica.
Non mi ha mai abbandonato.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: G. Venturini
    in Poesie (Poesie personali)

    Sotto il cielo dell'Iraq

    Pupille sbarrate... - i tuoi occhi -
    screpolano chimere
    dietro un vetro tappezzato
    da riflessi di luce,
    stroncano fumi evanescenti
    di una notte lontana,
    diversa da quelle che s'incontrano
    sotto gli edifici calcinosi di Bagdad.
    Arrendevoli spettri si aggrappano
    colmi di spavento, ad anime d'uomo,
    per risalire verso le arcate del cielo,
    e nel bagliore delle stelle
    sentire l'eco della Voce Universale.
    L'Iraq ha strappato l'ultima speranza
    dal cuore, la terra grida alto il sangue versato,
    il nome dei volti perduti.
    Miserie d'argilla ai piedi dei monti,
    fango e famelica cancrena
    spezzano silenzi di anime pellegrine.
    Il respiro è mozzato,
    da uno sforzo di pensieri,
    sfociano parole che cercano amore.
    E tu, vagabondo,
    straniero nella tua stessa terra,
    scandisci ricordi di pace lontana...
    accarezzato dal vento,
    che si solleva in questa oscura notte,
    fra le rovine di Bagdad.
    Composta giovedì 10 dicembre 2009
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: G. Venturini
      in Poesie (Poesie personali)

      Lettere di cielo

      Non posso parlare
      dei misteri del nulla
      e dei silenzi,
      né dei segreti del cielo,
      posso tentare
      di comprenderli
      e di dividerli con te,
      nell'anima,
      in quel ritaglio d'infinito
      laddove ci sentiamo a casa.

      Non ho metri,
      né orologi per capire,
      scrivo con lettere di cielo
      nelle acque scure della notte,
      traccio impronte d'inchiostro,
      così le parole
      non invecchiano mai,
      scritte fanno meno paura.
      Composta giovedì 10 dicembre 2009
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: G. Venturini
        in Poesie (Poesie personali)

        Campane a Venezia

        Le parole sono ponti trasparenti,
        toccano il cuore e la mente,
        l'altra faccia della mia anima.
        Non ci siamo mai parlati
        veramente io e te, a Venezia,
        persi dentro a calli oscurate
        dalle ombre del giorno,
        quando tira il vento freddo
        di tramontana, quando il grigiore
        offusca la luce quotidiana
        e fa sembrare ogni momento
        un lungo crepuscolo.
        I ricordi sono rimasti tra me e lei,
        fitti come la nebbia di notte
        a Santa Lucia. Intimi amanti
        di una passione strappata,
        friabile, solo sognata... distante,
        poi, solo occhi inesistenti.
        Il tempo era scandito
        dalle campane di piazza San Marco,
        da onde e da maree, da mani nude in tasca
        intorpidite dalla nostalgia
        di vedere l'icona d'oro e noi stretti stretti,
        come i tasselli di un mosaico arcano.
        Si sfogliano i molteplici frammenti
        di un istante, di una carezza,
        mentre lente suonano le campane,
        nel tramonto di questa sera
        rosso veneziano.
        Composta giovedì 10 dicembre 2009
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Chiara Santagada
          in Poesie (Poesie personali)

          Trittico d'amore - 3 Angelo io

          Il mio pensiero a te giunge volando,
          angelo della notte in ultraumano
          silenzio,
          con ala di civetta e disfiorando
          la tua guancia sussurra a te il mio amore
          (ah cuore, cuore, che conosci il vento
          e le brine d'inverno anche in estate).
          Con ossa cave e piume raffinate,
          il mio pensiero non fa alcun rumore
          e delicato alla tua spalla viene
          e ti sostiene
          non visto, non sentito ed è felice.
          Angelo io, delicato e testardo,
          reco sollievo, mentre per te ardo.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Chiara Santagada
            in Poesie (Poesie personali)

            Trittico d'amore - 2 Intatto immortale

            Intatto rimarrai
            oh mariposa
            sospeso prigioniero
            nell’ambra ardente della mia passione,
            fissato nel geometrico cristallo
            dal mio ricordo scintillante, ucciso
            nella bellezza dal mio amore avaro
            per un istante eterno.
            Posto al riparo dalla decadenza
            immune dall’affanno e dall’odiosa
            obsolescenza,
            il mio canto ti ha dato perfezione
            e la mia morte ha reso te immortale.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Chiara Santagada
              in Poesie (Poesie personali)

              Trittico d'amore - 1 amai

              Splendore di pietra avevi
              a quel tempo, amato mio:
              vibrante di silenzio
              eri.
              Mio compito cavarti risonanze,
              tuo compito destarmi dal torpore
              di clessidra svuotata
              e nell'amore
              ri - proiettarmi.
              Splendore, splendore nell'aria
              emanavi a quel tempo, amato mio.
              (Ah nostalgia senza addii
              ah desolata autocoscienza).
              Mai io ti ebbi, eppure, per lo spazio
              di un'accecante carezza.
              Per una volta
              amai.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Artemis
                in Poesie (Poesie personali)

                Non si torna indietro

                Cadi all'infinito
                Dentro te stesso
                Le pareti sono troppo lisce
                Non puoi risalire.
                Dovrai affondare e graffiare
                Gridare senza essere udito
                Contro te stesso
                Solo nella solitudine
                Per poter rinascere
                e capire l'immensità della vita.

                Addio.
                Composta mercoledì 2 dicembre 2009
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Artemis
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Troppo tardi

                  Qualcosa si è rotto
                  Il tuo sguardo lontano
                  Tira i fili del burrone
                  Precipito nella salvezza
                  Senza sapere se riuscirò a tornare.

                  Ti ho perso
                  Mentre la nebbia si dissolveva
                  La rabbia spariva
                  e il rancore si incrostava.

                  Le trentuno notti hanno asciugato
                  Le lacrime che non ho mai versato
                  Le scuse leggere
                  Si sono trasformate in pietre
                  e non riesco a scioglierle.

                  Ho provato il nulla
                  i giorni senza te
                  e ho imparato a camminare da sola
                  a sorridere per me
                  Ma più i ricordi si fanno lontani
                  Più tu diventi insignificante.

                  Posso perdonare quello che hai fatto
                  Ma non quello che non fai
                  La non voglia di rimediare
                  Il non ammettere la verità
                  Mi rende impotente
                  Brucia da morire
                  Persino la sabbia sul cuore.

                  E cosa rimane a me
                  Se non questi lembi di carne insanguinata
                  Che ho imparato a guarire da sola
                  a forza di disperarmi?

                  Hai perso ogni minuto
                  Ogni momento
                  Ogni occasione
                  Per chiedere scusa
                  Per essere sincero, una volta sola
                  Ti guarderò dalla fine della strada
                  e se vedrai cadere una lacrima
                  Credimi
                  Sarà solo perché provando l'umiliazione
                  Si cresce
                  e non tornerò indietro a salvarti stavolta
                  Non ti prenderò per mano
                  Non ti guarderò negli occhi per tentare di intravedere la verità
                  Mi costruirò un mondo diverso
                  Dove non ci sono bugie
                  Ma solo il cielo che esplode sul viso
                  Avrà la forza di cancellare
                  Il sordo dolore dell'umiliazione
                  Che sporca ancora le pareti della mia mente.

                  Sei morto nella mia testa
                  Nel mio cuore sei solo una bianca cicatrice
                  Richiusa con l'indifferenza
                  Cosa si prova ad essere ignorati
                  Ad amare senza essere rispettati
                  a non essere importanti
                  a piangere contro un cuscino
                  Vergognandoti di te stesso
                  Quando tutto quello che sai fare
                  è augurare felicità a qualcuno
                  Che non sei tu.

                  Cadi all'infinito
                  Dentro te stesso
                  Le pareti sono troppo lisce
                  Non puoi risalire.
                  Dovrai affondare e graffiare
                  Gridare senza essere udito
                  Contro te stesso
                  Solo nella solitudine
                  Per poter rinascere
                  e capire l'immensità della vita.

                  Addio.
                  Composta mercoledì 2 dicembre 2009
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Artemis
                    in Poesie (Poesie personali)

                    L'altalena

                    Schiacciata dalla tua idea
                    Al di fuori il vortice del mondo
                    Sfiora i miei confini;
                    Maschera fedele
                    Inesorabile sorride
                    Sotto io affogo
                    Nei tuoi colori più bui.

                    Poter amare
                    Non mi è concesso
                    Rinchiusa nella mia sfera
                    Scorgo da lontano i tuoi pensieri
                    Scivolano indifferenti
                    Senza vedermi.

                    Il muro che ho eretto
                    Non posso più abbatterlo
                    Pregno di illusioni
                    e di ambigui ricordi
                    Non cadrà
                    Si scioglie solamente
                    Con le lacrime della luna
                    Che brucia negli occhi
                    e fluidifica il male.

                    Sorride di amaro
                    e quasi per scherzo
                    Illumina la mia ferita
                    Rierge le mie mura;
                    Solo alla Solitudine io posso
                    Mostrarmi debole
                    Trasformarmi nell'inesorabile rumore
                    Delle onde del mare
                    e nell'immobilità delle stelle.

                    La meraviglia che ho dentro
                    Il fiume della luce
                    Lo devo paralizzare
                    Fugge di nascosto
                    Attraverso le fessure del mio limite
                    Ma non può esplodere
                    e non può morire;
                    l'altalena del mio vivere
                    Nella perenne maledizione
                    Di sorridere e tacere.

                    Non mi lascio sfiorare
                    Non ti permetto di convincere
                    La mia rassegnazione
                    Ti impedisco
                    Di essere il tutto
                    Per non farti diventare
                    La breccia nel muro.
                    Ho paura di essere felice
                    Di abbandonare la ragione
                    Di osare pensare
                    Pensieri che sanno di cielo
                    Di credere a parole
                    Che ingannano come farfalle
                    Quando sono così simili alla luna.

                    Blocco le orecchie
                    Perché il tuo suono scivoli via
                    Respiro il grigio dell'asfalto
                    Piuttosto che il tuo sorriso
                    e l'altalena torna giù
                    Il mondo si ferma
                    Ma la strada che ha percorso
                    Io l'ho persa di nuovo.

                    Quanto posso lasciarti intravedere
                    Della mia verità
                    Quanto posso permetterti
                    Di cominciare a capire
                    Senza dovermi riparare ancora
                    Nel raggio della luna
                    Senza dovermi far guarire dalla notte
                    Perché ricucia con i suoi fili di tempo
                    Le mie bruciature?

                    Devo rischiare di affogare
                    Per imparare a volare
                    Devo saltare giù
                    Dall'altalena infernale
                    Per avere il coraggio
                    Di guardare da terra
                    Tutti gli istanti
                    Che inconsciamente ho nascosto.
                    Composta sabato 24 ottobre 2009
                    Vota la poesia: Commenta