Poesie personali


Scritta da: Salvatore Riggio
in Poesie (Poesie personali)

Un nuovo inizio...

Stamattina svegliandomi presto all'alba
mi affacciai dal balcone,
mi feci riscaldare l'anima e il cuore
da quel giovane sole.
Il canto degli uccellini
mi diede il benvenuto
del nuovo giorno iniziato.
Loro riuscirono a farmi dimenticare,
quell'ieri ormai passato
che io in quel momento non avrei dovuto ricordare.
Una leggera brezza si alzò quel mattino
essa mi accarezzò il viso
portando con sé l'odore dei fiori
e regalandomi un sorriso.
Solo oggi son riuscito a capire
che non sempre io e te dobbiam soffrire,
perché ormai ieri è passato
e un nuovo giorno è appena iniziato...
Composta venerdì 9 ottobre 2009
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    Scritta da: Salvatore Riggio
    in Poesie (Poesie personali)

    La Solitudine

    Solo come tanto tempo fa,
    solo come allora.
    Tenendo a bada le lacrime
    mi si stringe la gola.
    Il cuore che impazzisce
    mentre la testa mi inizia a girare,
    riuscii a malapena a stare in piedi
    quando udì la mia anima gridare.

    Ora la solitudine accanto a sé
    nuovamente mi vuole
    e io che credevo di esserla sfuggita
    mentre non è cosi e ammetterlo ora mi duole.

    Se solo non fossi caduto nella trappola,
    che la speranza mi ha teso,
    la mia anima a quest'ora non sentirebbe
    tutto questo dolore e questo peso.

    Ormai il pianto è inevitabile
    e la vergogna mi assale.
    Le guance che si bagnano
    e sulle mia labbra assaporo il sale.

    Ora il suo grido si confonde col mio
    ma nessuno a parte lei ci potrà sentire.
    No grazie, non riesco a credere in lui, credere in Dio,
    quando lui riesce solo a farmi soffrire.
    Dove in realtà ci dovrebbe amare.
    Si lo so potrebbe essere una prova
    che lui spera che io possa superare,
    ma non è giusto che mi faccia questo
    no non lo è! Lui così si fa solo odiare.
    Allora rimarrò con lei, la mia anima e l'odio
    forse in fondo non sarò così solo.

    No grazie non riesco credere in lui, credere in Dio.
    Composta venerdì 9 ottobre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio
      in Poesie (Poesie personali)

      La mia ombra

      L'amore
      che crebbe in me
      non potevo evitare
      ed è per questo motivo
      che mi lasciai conquistare.
      Quando scopri però che il mio amore
      non era ricambiato,
      provai un enorme dolore
      nel mio cuore ormai ammalato.
      Ora mi sento solo abbandonato a me stesso
      senza una spalla su cui piangere
      credo di essere già depresso.
      Ogni volta che ti penso, tu mi manchi
      mi si piange il cuore e gli occhi
      che ormai son stanchi.
      Se solo avessi qualcuno vicino
      quest'oscuro momento potrei superare
      ma ormai mi è rimasto solo la mia ombra
      e con essa dovrò restare.
      Composta venerdì 9 ottobre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio
        in Poesie (Poesie personali)

        Senza ritorno

        Tutto ciò che avevo
        e morto insieme a te.
        Ti giuro amore mio
        un giorno smetterò di piangere.
        Mi rialzo e ricomincio a camminare
        perché so che lo avresti voluto
        ora che ci siam dovuti salutare...

        Sarà triste sarà dura
        ora che cammino solo avrò paura.
        Sarà come non lo è stato
        non come lo avevamo sognato.

        Oh fato!
        Perché me l'hai strappata via
        questa fine non se lo meritava
        dovevi prendere vita mia.
        Ma ormai a lei ti sei presa
        e indietro non si può ritornare
        ora cammino solo senza nessuno
        con cui mi possa confidare.

        Amore mio se mi senti!
        Ti chiedo scusa
        so che non vuoi che m'arrendi.
        Ma da solo non ce la faccio...
        Già un ombra vicino a me sento
        ma stranamente non sono triste bensì contento!
        Perché tra un po' sarò accanto a te
        e insieme smetteremo di piangere...
        Composta venerdì 9 ottobre 2009
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          Scritta da: piumarossa70
          in Poesie (Poesie personali)
          Vorrei essere un lupo solo per imparare a guardare
          la luna, per parlarle e sentire i suoi sussurri con le sue
          note sfumate incastonate nell'alone che la circonda, che
          la protegge da sempre...
          vorrei imparare a sentirla e a invocarla sul picco di una
          roccia appuntita, così con le zampe che tengono stretto il
          terreno e le unghie che assaporano l'umido della terra...
          un ululato lungo, così come un nastro tinto di blu lucido
          che tocca la gola e la luna stessa, in un unione delicata
          e forte, così infinita e silenziosa tra le sue mille parole
          e le sue nenie antiche... echi lontani di un passato
          che vive nella faccia bianca di una luna accesa e negli
          occhi di un lupo anziano che conosce il suo odore e le
          sue tracce lasciate per il branco che verrà...
          vorrei essere un lupo che conosce e custodisce il sapere
          della faccia nascosta di questa sfera che galleggia tutte
          le notti beatamente tra nuvole e stelle...
          occhi grigi bagnati e pelo ispido e morbido a coprire un
          corpo snello che odora di bosco e foglie cadute, occhi
          che sanno dove lei si nasconde, dove gioca e dove,
          appoggiandosi comoda,
          in un magico istante può cullare l'infinito...
          Composta venerdì 9 ottobre 2009
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            Scritta da: Marco
            in Poesie (Poesie personali)
            La semplicità di quest'azione mi rende emozione.
            Sono tetro oggi come la nebbia che si avvolge alle montagne,
            così scuro che una giornata di sole è la notte,
            così in basso che un filo d'erba è una sequoia.
            Sono tra le mani del diavolo
            che tenta di strapparmi l'anima,
            ma,
            nemmeno lui l'avrà vinta,
            meglio la morte che schiavo.
            Composta giovedì 8 ottobre 2009
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              Scritta da: Antonio Dati
              in Poesie (Poesie personali)

              Ricordi di gioventù

              Il primo amore
              timidi sguardi
              mani che si cercano
              dita intrecciate
              lieve carezze.
              Labbra sfiorate con dolcezza
              fremiti lunga la schiena
              frecce dorate
              trafitto il cuore pulsante.
              Abbandonarsi al piacere
              vivere nel silenzio intorno
              vagare con la mente
              nel mondo meraviglioso
              dell'amore eterno.
              Composta giovedì 8 ottobre 2009
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                Scritta da: Cleonice Parisi
                in Poesie (Poesie personali)

                Poeta

                Che sia il prossimo a decretar,
                chi era o meno da incensar,
                chi "scrive" non stia ad esaltar,
                quel che solo il senno di poi potrà innalzar.

                Quando la notorietà
                alla penna giungerà,
                chi "scrive" la Vita onorerà,
                il prima sarà solo velleità.

                Autori lo son tutti,
                ma nel fregiarsi antitempo di costrutti,
                non vuol dire averne raccolto i frutti.

                Dottore è chi in tal senso ha studiato
                e che legittimamente si sarà laureato,
                ma per il "Poeta" la Laurea ad Honorem
                è Post Mortem,
                non si schiudono in anticipo queste porte.
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