Scritta da: Monica Siracusa
in Poesie (Poesie personali)
Violenti abbandoni
Sentivo ancora le tue parole sulla pelle,
e non sapevo più distinguere, se fossero
schiaffi o carezze.
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Sentivo ancora le tue parole sulla pelle,
e non sapevo più distinguere, se fossero
schiaffi o carezze.
Oh! Mio Spirito
che vaghi fra sogni
ti sei perduto
nell'antro dell'ignoto.
Ed io ti cerco
ad ogni sospiro
che sfiora la mente...
Ti cerco
fra ali di vento
in mezzo al turbinio di voli
di gabbiano
che rasentano il cuore
d'immenso.
Mio Spirito,
voce che pur muta
ascolto tenace
nelle ore volte alla penombra dell'anima,
sei ancora messaggero
d'incontro
fra nuvole di illusioni
che solo di un palpito d'amore
attendono il fruscio.
Rigonfio inutile
di parole
sono io.
Fili spinosi di perché
mi aggrovigliano.
Ma ecco salto nel buio,
Tu mi trovi
e sfinita mi abbandono
fra le tue braccia
invisibili
a umano sguardo,
ma ancora vere:
accoglienti
come ieri,
come oggi
come sempre.
Respiro la leggerezza
di questo momento
che magari si chiama illusione.
Vivo così,
il confine se c'è
non è nitido o forse
non lo voglio vedere.
Tutto è appeso al filo sottile
dell'equilibrio più volte perso
e mai completamente ritrovato.
Guardo al cielo
che ai miei occhi
appare azzurro.
Chissà se è davvero così...
Voglio staccare dai miei luoghi
per correre verso l'altrove ospitale,
per trovare una ragione,
per convincermi che può essere come allora,
forse.
Oggi lo specchio
riflette l'immagine della prima coscienza;
quella terribile, sembra dissolta
ma le ferite, quelle no.
Talvolta accarezzano i pensieri
insidiano il sorriso
combattono la leggerezza
che abbraccia questo momento.
Guardo al cielo
che a me sembra azzurro
anche quando la sera
chiama le stelle
a farle compagnia.
Perché tardiva appare una lacrima in cima ad un sogno,
perché quando mi domando cosa sono nulla sento...
Scompare all'improvviso la vena di tristezza che regala
un sorriso a chi legge la mia pena,
il vuoto mi accompagna nel regno che conosco,
non so stare senza un foglio
eppure mi siedo e assente resto...
Nel percorso della vita tanti sono i sentieri,
bui e mesti se concedi alla paura i tuo resti,
pieni di luce e di calore se affronti il mondo con il sole,
allora mi chiedo cosa faccio qui da sola
se fuori c'è tanta gente che mi accalora?
Non so dare una risposta, non c'è nulla nella testa,
il silenzio si è impadronito del mio scrivere infinito...
In mille volti parlanti
in un freddo cielo stellato
in tante gocce di vita fremente
vago alla ricerca di te.
Ti intravedo, ti sfioro appena,
anelo a catturarti, ad averti con me...
sfuggi, come un pensiero sospeso,
inafferrabile, come il vento che danza.
Eppure sei qui, vivo e pulsante,
non è fantasia il mio sentire,
indossi sembianze di sogno,
di quelli che danno calore
che quando ti svegli
vorresti serbare per sempre
vincendo l'oblio che offusca i ricordi.
Ti sto cercando, avvicinati,
avrò tanta cura di te,
ti nutrirò, mio germoglio
per non farti appassire
e nelle mie mani sarai
sempre una giovane vita.
Mi hai fatto vibrare
anima, corpo e pensieri,
con il tuo essere, con il tuo fare
genuino, immediato,
selvatico, puro.
Un volto dipinto, una voce toccante,
le tue parole, sublimi e triviali,
sincere, in scenario creato...
Passione, melodia di sensi,
fantastico turbinìo di emozioni
che girano forte, gemendo,
nella sensuale, ludica danza
del dare ed avere.
Voglio vederti, devo sfiorarti,
fermarti, tenerti...
stampare su te le mie labbra,
adagiare su te il mio profumo,
godere il tuo essere intenso,
aprire le gemme ormai colme
di tutto l'ardore di te.
Il fiume scorre lentamente,
sostenendo con il suo palmo
barche e uccelli.
L'aria mi accarezza la pelle
dolcemente, come l'artigiano
accarezzerebbe i suoi cristalli.
Le nuvole sono lontane, il sole,
all'orizzonte, prende congedo dalla dolce giornata,
lasciando alla signora della notte il compito
di vegliare sul nostro riposo.
Ma riposo non sarà.
E ci faremo attendere dall'alba,
noi vie di mezzo, troppo forti per perire
all'arrivo della notte,
ma troppo deboli per resistere alla forza del mattino.
Come una stella cadente
che nel suo passaggio infuocato
lascia dietro di sé una scia luminosa
così tu, in una notte che sembrava essere come tante altre,
hai illuminato il mio cielo rendendolo unico.
Gocce di speranza scivolano lungo le mani
Ci rivedremo un giorno, forse domani.
Mentre un angelo dal cielo cade,
la mia testa, lentamente esplode
e sono favole, sensazioni frivole
legate alle mie speranze
inutili come briciole
lucciole in un volo instabile
insipide sensazioni
di una storia incontrollabile
inaccessibile
blindo il mio spirito
sogno vivido
ogni brivido
inutile lavare via le macchie sul mio corpo
se nel mio cuore sarò ancora sporco
ci rivedremo forse domani
ci rivedremo forse domani.