Poesie personali


Scritta da: Tommaso Mazzoni
in Poesie (Poesie personali)

Ad una sveglia

Tu, che scandisci gli istanti
delle immagini che, nel corso della tua vita,
si parano opposte e varie
davanti alla tua faccia,
perché non mi dai quelle immagini,
cupe, o serene, o spiacevoli, o gaie,
che vedesti quand'io, bambino, giocavo
con i ninnoli semplici
di quell'epoca semplice?

E tu, mamma,
che accudivi al focolare,
mentre, ansiosa,
aspettavi il ritorno di babbo
dal suo duro e diuturno lavoro,
non avvertivi un orecchio,
non sentivi uno sguardo
che osservava te,
assorta nei tuoi folti pensieri
di moglie e di madre?

Della mia fanciullezza,
o sveglia che seguisti
ogni secondo di quel tempo,
vorrei tu mi potessi raccontare.
Ti supplicherei perfino, se non ragionassi,
di parlare, di dirmi le cose che ignoro,
o che non potrei ricordare.

Ma tu, sveglia della mia casa,
taci e mi guardi
come se, quasi sorridendo,
tu mi volessi dire:
- Ma pazienta, non avere fretta:
il tempo non esiste dopo la morte.
Rivedrai allora quelle immagini
che ora vorresti tue.

Ed attendo così,
senza scrutare fra quei numeri antichi,
che mi si parino davanti
tutti gli istanti passati,
tutte le mie monellerie di bambino,
e quei sorrisi dei miei genitori
ancora rivolti dal Cielo verso di me,
che non son più bambino.
Composta venerdì 24 novembre 1967
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    Scritta da: Tommaso Mazzoni
    in Poesie (Poesie personali)

    Dunque, chi sono io?

    Dunque, chi sono io?

    Sono colui che ama Iddio, che Lo rispetta,
    che segue le Sue Leggi, che Lo prega,
    che ama le Sue creature, e si commuove
    al più piccolo atto d'amore...

    Sono colui che, quando passa
    davanti a una chiesa, a un camposanto,
    dice una preghiera, si fa il segno della croce;
    che fa una lacrima se gli passa davanti uno storpio...

    Sono colui che, quando guarda il cielo,
    gode dell'immensità della sua volta
    e pensa a tutto il creato e al suo Creatore,
    come pensa all'atomo, all'Infinito...

    o son piuttosto colui che critica il suo Dio
    quale grande creatore di inutili cose;
    che lo critica per le guerre, le zanzare,
    per la fame dei poveri, per l'abbondanza dei ricchi...

    Per tutte le malattie, che circondano
    la gente debole, inerme a combatterle;
    per l'ignoranza, la ristrettezza del cervello umano
    e l'ottusità che non permette spesso decisioni sagge

    Per non aver saputo infondere il sentimento
    dell'amore a tutte quante le sue creature;
    per non aver creato gente abile a difendersi
    dall'accanirsi del dolore che stronca le fibre più forti...

    Dunque chi sono io, mio Dio?
    Perché mi hai dotato di ragionamento, ma non mi permetti
    di capire fino in fondo chi sono, perché ci sono,
    e dove andranno i Tuoi figli, e i figli dell'uomo...?
    Composta domenica 22 luglio 1990
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      Scritta da: Alberto
      in Poesie (Poesie personali)
      Indosso il mantello d'ombra
      e m'avvolgo delle gesta di eroi passati

      esplodono in me i sogni
      e s'aggregano le meraviglie di mondi scomparsi,
      s'avvinghiano le anime di coloro che vollero essere
      e che ora sono ciò che rimane di quel pensiero.

      Tutto è mutevole,
      tutto è in subbuglio al di là del velo,
      è indescrivibile, metafisico

      sembra quasi di toccarlo,
      d'assumere una piccola parte di quel cosmo

      quando ecco...
      d'un tratto esplode e svanisce

      lasciando di sé il ricordo, amarezza,
      ma anche uno squarcio dal quale iniziare come osservatore,
      per poi sbucare al di là del limite impostoci
      e permettere ad altri di ripetere il percorso

      verso lo scrigno delle conoscenze e delle emozioni,
      del ciclo della morte e della vita
      e di ciò che ci riguarda nel profondo.
      Composta venerdì 17 luglio 2009
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        Scritta da: Jessica Simonetti
        in Poesie (Poesie personali)

        Leggera

        C'eri tu
        ma io ero sola
        parlavi ma non capivo
        Sentivo l'eco di noi,
        senttivo il mare,
        il freddo,
        il giorno
        la notizia di te
        e non sentivo piu niente,
        solo il profumo del sole
        e tu che non ci sei più
        e mi sentivo leggera, leggera
        Siamo caduti giù dalle nuvole,
        sospesa...
        Tu che non esisti più
        una luce spenta,
        il cielo si è offeso
        e piangevo, piangevo
        un rimpianto,
        piangevo su di te
        ma il cielo è stanco
        e ora capivo
        l'illusione di un allegria
        vuota...
        Cosi leggera, leggera
        ma che mi affondava
        il buio di uno sguardo
        morto...
        e tu non vivi più
        un ricordo lontano
        e una voce confusa...
        la notte fredda
        ma non ero pronta.
        Composta sabato 11 aprile 2009
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          Scritta da: Denni F.
          in Poesie (Poesie personali)

          Punto di vista

          Nel ciclone d'emozioni, passione, sentimenti,
          sotto il peso della verità di diverse ragioni,
          nel passare dei miei anni migliori,
          cerco me, persa tra le mie illusioni.

          Fuori del dilemma del giusto o sbagliato
          amo con un amore infinito a volte disperato,
          dal mio posto nella vita seguo un sogno in un vicolo cieco,
          lo custodisco, nutro con mio cuore, lo tengo ben nascosto.

          Con occhio interno o con il sesto senso,
          vivo questo mondo diverso, forse più bello,
          finche la realtà e la razione,
          non portino via la mia dolce visione.

          Mille domande per cui la logica
          pone risposte chiare, veleno per l'anima.
          Dolce visione o un mondo di sabbia
          sarà solo una questione di punto di vista.
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            Scritta da: Franco Mastroianni
            in Poesie (Poesie personali)

            Un buon riparo

            Inconsciamente
            forse era proprio lì
            che volevo andare

            dove quei lampi
            sembrava
            che il cielo
            volessero crepare

            volatili che fuggono
            alla mia opposta
            direzione

            il vento gioca
            vacillano lamiere
            nel giallo di un furione

            inutili tergicristalli
            le tre velocità
            veloce media lentamente
            qui non si vede niente

            spero soltanto
            che abbia trovato
            un buon riparo
            l'ultima... in coda a quello stormo

            sì... una rondine.

            Trovo dolcezza
            nel silenzio
            della grandine.
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