Sono le immagini del tempo a stordirmi in questo pomeriggio pieno di pioggia e di vento. Ho perso anche l'orizzonte di quel rosso di toro ferito sull'arena a odore di morte. Sono solo con il cane ammutolito leccando l'aria rotta da echi di montagne e fiumi senza fine. Il fumo della sigaretta accesa avvolge donne africane dipinte in questo mio quadro d'inverno. È questo pomeriggio avanzato, pieno di pioggia lenta e muta a regalarmi sogni futuri. Quante immagini diventano statue in questo inverno solitario, dove i sogni volano con le foglie e la pioggia ci matura al domani.
Voglia di sentire le tue labbra aprirsi e danzare con magiche parole che curano la mia anima dicendomi ti amo. Voglia di un ti amo percorso e sentito fuoriuscire dai piccolissimi pori che possiede la mia pelle, lamentandosi e alzandosi in inni per i fastidi procuratosi per l'assenza di un tuo ti amo. Un tuo ti amo magico, udire che possiede tutto il vero essere della vita, cancellando tutte le incertezze e le domande che la vita ci presenta, splendente momento di felicità il tuo ti amo, arrivato neonato, che sorride con le stelle che prendon posto dei miei stessi occhi, per brillare sul mio viso tutto l'amore che ho per te.
E quando chiudi gli anni dietro te quando senti che il tempo scende le scale senza te quando il giorno non ha l'alba, ma solo il tramonto, quando non sai quanto avrai, è lì che finisce il tempo.
Conti le candeline sulla torta inacidita dalla vita, spegni in fretta, non c'è partita, furtiva guardi ciò che lascerai di te, una donna piena di se, una figlia degna di te.
Provi a contare le stelle per distrarre il cuore, provi a non gridare amore, provi a fuggire dal sonno del cacciatore stanco, ma non fai in tempo, si riparte di punto in bianco.
Adesso che hai passato metà della tua vita, ti aspetta la discesa che sembra una salita, tracci una linea che segna i bilanci, cosa fai, smetti o rilanci?
Dall'alto del domani vedo un cielo chiaro, un sorriso che mi regge, un compagno che mi adora, una vita che val la pena vivere ancora...
Bene, ora tutto abbia inizio Sai! La cosa strana!,
Devo restare a guardare Lancette dell'ora andate avanti Tutti, devono contendersi un pezzo della mia vita Carte carte su carte Falsi che non mi hanno mai incontrata mano sul cuore dicono lo giuro lo diranno anche poi
Per salvare i veri inquisitori Loro comprano tutto anche le anime Tutti pronti, vorrei affondare nelle viscere della terra non ascoltare, non vedere, non vedere la gemella mia ancora una volta una nullità Gridai! Grido... ancora oggi grido al mondo ma... attanagliati dalla vita quotidiana chi ha storie complicate meglio lasciarle stare Passano le ore tutto ha un altro sapore.
Questa è la storia di come nacque l'amore nel lontano febbraio alla luce del sole, quando un santo cristiano, da Furius soldato fu posto al flagello e del capo privato.
L'ingiustizia lontana di anni crudeli, per combattere il Cristo e tutti i fedeli, nel volere di Aurelio, imperatore del mondo succeduto al tiranno Claudio secondo.
Ma come dal fango, può nascere un fiore, in questo contesto è nato l'amore, dall'animo buono di san Valentino, amante delle coppie e di ogni bambino.
Così fu narrata la fiaba d'amore, da padre in figlio, per restare nel cuore, del vescovo longevo che amava portare pagani e cristiani insieme all'altare.
L'amante dei bimbi, e del suo grande giardino, dove giocavano i figli di ogni vicino che rientravano in fretta con un fiore la sera per donarlo alle mamme e portar primavera.
Solo tre anni mancavano, al suo centenario, quando in prigione lo misero e lo condannarono, ma nonostante l'età ed il suo batticuore dietro le sbarre ancora, insegnò lui l'amore,
alla figlia di Asterius, il guardiano custode, che pur cieca fanciulla, in lui ripose ogni lode, e nell'ultima lettera riuscì a leggere un mattino l'amore di un poeta che si firmò Valentino.
Fulmineo istante Che per la grazia D'una vision angelica Divien l'eterno paradiso
La vision si perde Nel profondo Di due zaffiri Che son I suoi occhi Ai quali si fa Sgarbo imperdonabile Se si cerca Una fra tutte le parole Per definir si tal vision D'infinita beltà
Si quieta l'animo Svanisce la parola E solo Il sorriso Dal cuor dipinto Benevolmente sul viso Rende grazia A quell'esser Dalla divin essenza
Ed è allora Che scopri Quanto sia special Quel momento
Il fiato Divien Flebile sibilo Prima Di cessar Per permettere Al cuor D'accellerar il suo battito E poter cosi volar Lassu Fra le stelle Rimanendo quaggiù Insieme a chi Gli astri ha dipinto E la luna ha illuminato Dando calor al sole E luce alla vita d'ogni uomo Che per fortuna Merito Od occasion Ha avuto l'onor Di incrociar Il cammino Del volo Di un angelo del cielo.
Dillo in sei parole, che amore sia, stringi, accorcia, taglia la via, ma ce la fai se fai la dieta a stecchetto le parole e il cuore senza meta.
Dillo in sei parole quello che hai dentro, in sei parole, quel che non hai mai provato in sei parole, tutte d'un fiato!
Petalo blu come il mare il tuo cuore, rosso vermiglio come l'inferno il tuo umore, verde dell'erba bagnata al mattino, giallo del sole se con te m'incammino, bianca è la zagara del nostro paese nera è la fascia che porta il nostro amore, assembla insieme questi colori sai che meraviglia ne vien fuori? Un arcobaleno che traccia la pioggia, una conchiglia si arena nella spiaggia, tinte che da sole non hanno valore, ma che insieme formano un mondo migliore...