Scritta da: Alessandro Barbarani
in Poesie (Poesie personali)
Ti penso
Siamo sotto lo stesso manto di stelle
siamo riflessi dalla stessa luna
siamo prigionieri della stessa notte
così lontani, così vicini.
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Siamo sotto lo stesso manto di stelle
siamo riflessi dalla stessa luna
siamo prigionieri della stessa notte
così lontani, così vicini.
Chissà se stanotte mi sentirai mentre lentamente cercherò d'entrare nei tuoi sogni.
Con quelle mani cerchi sempre di sopravvivere, rigiri con gli indici le frasi scritte, arrotoli appallottoli e cerchi di buttar via!
Guardi le mani e mordi dentro te stesso, t'immagini altro, speri di poterlo fare ma tutto riaffora.
E nella testa sempre sempre la stessa frase e con le mani strette al collo di un bambino che non muore!
Nel tempo, per il tempo, cerchi risposte ma nulla affiora. Sempre il mistero per la frase che ti perseguita. È d'obbligo la ricerca!
Fulmineo istante
Che per la grazia
D'una vision angelica
Divien l'eterno paradiso
La vision si perde
Nel profondo
Di due zaffiri
Che son i suoi occhi
Ai quali si fa
Sgarbo imperdonabile
Se si cerca
Una fra tutte le parole
Per definir sì tal vision
D'infinita beltà
Si quieta l'animo
Svanisce la parola
E solo
Il sorriso
Dal cuor dipinto
Benevolmente sul viso
Rende grazia
A quell'esser
Dalla divin essenza
Ed è allora
Che scopri
Quanto sia special
Quel momento
Il fiato
Divien
Flebile sibilo
Prima
Di cessar
Per permettere al cuor
D'accellerar il suo battito
E poter così volar
Lassù
Fra le stelle
Rimanendo quaggiù
Insieme a chi
Gli astri ha dipinto
E la luna ha illuminato
Dando calor al sole
E luce alla vita d'ogni uomo
Che per fortuna
Merito
Od occasion
Ha avuto l'onor
Di incrociar
Il cammino
Del volo
Di un angelo del cielo.
A te,
che in quell'ultima discesa
invece
di far ritorno
a valle
hai deciso
di spiccar il volo
verso il cielo
mando
quest'ultimo saluto
intriso
d'amor
e di dolor
per la tua scelta
d'abbandonar la vita
Forte
La speranza
Che il mio pensiero
Fuso
Con lo spirito
Di tutti
Gli amici tuoi
Arrivi
E irrompa
Nel tuo animo
Sostenendoti
In quest'ultima scalata
Verso
La vetta
D'una montagna
Che pochi uomini
Han la fortuna
Di poter
Scalar
Verso la cima
Chiamata Paradiso
Ti vedo
Affrancato
Ad un appiglio
Invisibile
Per me
Ma solido e sicuro
Per un eroe come te
Col sorriso
Dipinto sul viso
Felice
Metro dopo metro
T'avvicini al culmine
E nel cuor tuo sovvien la pace
Traspare
Dai tuoi occhi
Il profondo amor
Per quella compagna
Che per te
da sempre è la montagna
Or più gelosa che prima
Ha deciso di tenerti fra le sue braccia
Lasciando a noi
Un dolce ricordo
D'un ragazzo
Dall'animo puro
E dal cuore d'oro
Un ricordo
Che ormai
S'è fuso
Con l'animo nostro
E ci accompagnerà
In ogni istante
Dell'esistenza
Ormai pervasa
Da un po'
della tua sublime sostanza
Tu
Che della gioia
Hai scritto inni
In ogni attimo
Di tutti i tuoi giorni
Sarai per noi
L'autor
Che c'insegnerà
A non mollar
Davanti alle difficoltà
Ma
Seguendo il tuo esempio
Stringeremo i denti
E faremo del nostro cuor un tempio
Quel cuor
Che della tua intera vita
È stato il motor
Unica ragion
Di ogni tuo gesto
Ormai passato
Ma mai scordato
Lentamente
Svanisce
La tua figura
Dentro gli occhi miei
Sei arrivato
O folle innamorato
Al termine
Di quest'ultima scalata
In un luogo
Dove noi saremo con te
E tu sarai dissolto in noi
Odiamo
Il tuo saluto
Scorgiamo il tuo sorriso
Assaporiamo
Il tuo pensiero
Ci riscaldiamo
Col tuo amore
Mai
Ti dimenticheremo!
Davide... Addio.
Dormiva li nel suo letto
La stanchezza del giorno
la portò ad un sonno profondo
tra sogni che ora non ricorda più
Nelle buie ore della notte
si celava,
l'ascesa del suo io
Mani che amava la strinsero
con una violenza unica
lei rabbrividii,
al sol pensiero
ancora oggi rabbrividisci
Non le fu permesso gridare
mani forti si posarono sulla sua bocca
lei d'improviso rivoltata...
lacrime cadevano sul suo viso
si dimenava,
la sua forza era entrata persino nella sua anima
nulla poté al suo volere
Al termine di quello stupro
non lo amò più
mai più potè
lasciò dentro di lei una ferita
chiamata morte lenta.
Un attimo, un brivido,
due ali invisibili
passate impercettibili,
sfiorano appena i sensi impalpabili.
Si posano piano,
si fermano immobili.
Ascolto in silenzio il respiro:
lento, monotono, regolare,
sulle ali leggere:
è la mia anima
che sul mare torna a cercare
quello che in un tramonto potrebbe ritrovare.
... E un giorno mi trovai improvvisamente
con gli occhi aperti
e intorno tanta gente
un po' sorpresa e quasi spaventata
mi domandai perché
io fossi nata.
Il pianto mio
e la disperazione
furono il segno
di tanta confusione.
Già allora non capivo
qual era il posto mio
ed il disegno strano
di questo strano Dio.
Ma si, poi mi son detta
e mi sentii abbracciata.
Mi diedero la tetta
e fui più sollevata
e già quel dolce latte
che mi riempì le gote
mi fece incuriosir di cose ignote.
Poi volsi il capo
e col nasino in sù
vidi un sorriso e
mamma c'eri tu.
Così trascorsi
con il passar degli anni
la gioventù
tra rare gioie e affanni.
Costantemente mi batteva il cuore
ma non capivo mai
se fosse amore.
Sì... quella cosa che non ti fa mangiare
e poi finisce
per farti disperare.
Quel sentimento
che ti stravolge il cuore,
che sembra gioia pura,
è poi dolore.
Ma ciò che dico
è solo una visione
si scioglie come cera,
è la passione.
L'amore vero
per la mia esperienza
è quello che si crea
con la pazienza.
Col dono di se stessi
senza inganni
con la fiducia vera
dei tuoi affanni,
con le carezze lievi
agli occhi tuoi
con baci da lontano
finché puoi,
con un sorriso
anche a chi non vedi
e senza orgoglio
se sei tu che cedi.
L'amore vero
non ha mai rivali
non ha ragione
non ha neppure un fine
e poi l'amore vero
non ha confine,
così conduco il tempo
di questa vita mia
affido le ali al vento
e volo via...
ad elargir carezze
con il cuore pieno
a regalare affetto
e tanto amore vero.
Madre, compagni e figli miei
vi dò ciò che so dare
di più io non potrei,
anche perché da amare
ho pur la sottoscritta.
Or me ne devo andare,
così starò un po' zitta.
Ho sentito scoppiettare i funghi
lungo il fiume dietro casa.
Era il tramonto che moriva
dietro le foglie del pioppo
sussurrando un'Avemaria.
Seduto sull'erba fresca
colgo l'ultimo fiore di cicoria
azzurro come il cielo.
Il cane corre dietro fantasmi
la gazza saltella sotto la siepe
i moscerini mi danzano attorno
scrutando l'ombra
e i miei pensieri.
È un passeggio domenicale
quando cade pioggia fina
con mia figlia parlantina
sognando avventure ricche
di tesori, innocenza
e fantasia.
Di fronte ad alti e verdi cipressi
c'è la casa da me sognata:
un giardino pieno di fiori
un nido umano da amare.
Quanto verde nei miei occhi,
quanti colori nelle sue mani,
quanti sogni della bambina
corrono allegri nelle scale.
Ascolto il respiro del cane
vedo il nido della cicogna
la farfalla mi vola intorno
cercando un fiore da amare.
Di fronte ad alti e verdi cipressi
passo ore a contemplare
un'ombra di un Dio pagano
che non ama né sa parlare.
Quante frecce nella sera
quante favole da raccontare.
Quanti fuochi d'artificio
in queste mura da pagare.