Fioca luce in fondo sciarada di ricordi alternante ai miei singhiozzi un sorriso regalato per velare quel dolore ancora vivo. Al lume di candela in agonia l'ombra appena sfiora del triste calamaio che implora d'intinger quella piuma per scriver un poema. Ma il cuore mio ispirazion non trova con l'anima dal silenzio divorata per un amor che grande amor parea. Forte batteva dentro il petto quel muscolo che creder non osava un'emozione vera ma con timor ogni dì ascendeva. Ma illuder più non posso un'anima che baci, sogni e vita invano lusingava. Farfalla più non batte reticente tace il cuore, gli occhi atoni copiose lacrime han versato per il timor d'amare e ancor soffrire.
Sono soltanto un giovane uomo un'ombra che passò nella storia una coscienza svanita nel nulla
Un giocattolo nelle mani dei potenti un niente, un soldato tradito dal suo principe
Carne da cannone sacrificata immolata all'inettitudine all'arroganza dei generali, dei re soldati degli infausti dittatori di tutte le epoche di tutti i colori
Quì nella terra arrossata dal mio sangue tutti aspetto con pazienza e silenzio, tutti sono venuti i potenti non uno ha disdetto il penoso appuntamento: tutti in ginocchio hanno implorato il mio perdono
Non il mio perdono voi dovete chiedere dissi: ma il perdono degli occhi sbarrati di milioni di madri
Cercherete il buio inutilmente! Chiuderete gli occhi inutilmente! Con le mani coprirete il viso inutilmente!
Vi scruteranno! Vi scruteranno! Vi scruteranno!
Severi giudici gli occhi sbarrati delle madri giudici severi per tutta l'eternità.
Disteso sei nato col primo vagito, cullato dai sogni di un viso gradito, deriso da quelli più forti di te sei stato maturo non rispondendo al perché.
Amori tra i banchi di scuola hai vissuto, nessuno è perfetto e così ti sei arreso, sul lavoro hai piegato la schiena e vinto adesso respiri perché la vita è un incanto.
Gli anni pesanti non regge il tuo io, perché questo soffrire, lo chiedi a Dio, sempre ligio hai vissuto e il dovere lo hai fatto, dei figli stupendi che tieni a te stretto.
Ora che il tuo cammino si fa lento nella sera ricordi com'era bella lei in quella primavera, un goccia di pioggia bagna i ricordi, non c'è tempo per nulla e disteso ritorni.
Cammino. De notte piazza Navona me sembra 'na bella signora,
dietro 'n'angolo a 'na vietta scura vicino a fontanella d'acqua pura, ce stà Pasquino, un mezzo busto, sporco, brutto, e assai nascosto.
Me fermo a guardallo incuriosito come 'n gatto impaurito, - Ao - me dice 'ncavolato: - e mica è corpa mia se sò così e macchine, o smog, er fumo... tutto quì.
È vero, d'artronne 'na vorta tutto stò casino nun c'era, i cavalli ar posto de le macchine le campane a quello dè sirene,
cor quer venticello chiamato ponentino friccicarello come 'n bambino se respirava l'aria de noantri pronti aiutà e nun giudicà l'artri.
Mò è tutta 'na borgia, 'na confusione ce sarebbe da pija 'n mattone ma poi a chi o tiri...
'Na vorta contro er papa e er governo c'annava de nascosto er popolino aiutato a più non posso da Pasquino.
Allora stò mezzo busto puro greve perché nun torna a scrive?
Senza la luce che mi illumina il cammino Senza la mano che stringe forte la mia Senza la tua voce che pian piano mi sussurra in un orecchio Senza il tuo sguardo che mi indica la giusta direzione
E non importa se sarai lontano perché nel cuore mio ci rimarrai e non importa se non mi darai la mano le tue carezze le porterò con me e non importa se non avrò i tuoi occhi la luce tua mi ha già pervaso e non importa non importa amore e non importa il mio dolore perché l'amore è dono è sacrificio e vale il tuo sorriso.