C'era una volta un boscaiolo col cappello e l'asinello camminava sotto il bosco pieno di funghi e uccelli. Toccava un tronco e l'ascoltava per sentire gli anni che portava. Gli dispiaceva usare l'accetta per uccidere un tronco vecchio. Camminando camminando l'asinello udì un reglio. La sua compagna era lontano, ma il suo odore era più forte della campagna. Il boscaiolo in silenzio ascoltava la musica dei ragli nel bosco. Era l'eco della vita animale o il canto di due innamorati? Gli alberi pieni di un certo timore guardavano l'uomo e l'accetta, mentre un uccello solitario capiva l'asino e il suo dolore. C'era una volta un boscaiolo, oggi c'è la serra e il trattore. C'era una volta il dolce asinello oggi non c'è neppure quello!.
Era bello il tuo giardino, con la semplicità delle margherite, la purezza delle gionchiglie fiorite, la fragilità dei rossi papaveri, con la forza delle stelle alpine...
C'era il sole che dà vita e calore, c'era il profumo di tutti quei fiori, l'allegria di mille colori...
e c'erano i suoni che a stento sentivi!
All'improvviso un inverno impetuoso nel tuo giardino solo ghiaccio ed un manto nevoso; anche l'ultimo fiore marcisce, il prato svanisce...
le foglie spazzate dal vento e intorno solo pianto e silenzio. Si, il silenzio che soffoca i suoni, che già non udivi... e che nemmeno immaginerai mai! Addio Pat.
Adesso parlano. Venti arrossati dall'inverno ripetono il viola di una bellissima bufera. E il cielo sfoglia le pioggie come pagine d'ombra pronte a precipitare. Sono come sempre in mezzo, tra il grigiore del tempo e lo sbadiglio di una nuvola. Potrei giurare di conoscere a memoria le voci di ogni stagione, il commovente suono delle nevi l'umile rimbombo del sole il boccheggiare pallido della nebbia. Ma mi disfo delle mie certezze appena un po' di brina si abbandona tra le foglie cercando una vecchia quiete. Lo so, gli anni non sono mai gli stessi e tutto può cambiare. Certo, se ora il vento dice la propria tristezza anche alle siepi, mi sento senza privilegi, una lenza buttata a caso tra le acque. Potevo essere lo splendore tra le distanze, uno sfrenato silenzio che ancora continua.
Tra le bianche calde soffici nuvole vaga la mia mente, nel bianco candore danza tra il magico e profano avvolge la mia anima Scivola tra le alti vette di soffice candore chi oramai ha spianato le ali Gli occhi rivolti verso il basso in cerca del suo vero amore Tre anime a lei tanto care, ma nulla riporta a lei il sorriso vero le hanno strappato il cuore Nuvole nere appaiono all'orizonte
cerca di sviarle, ma ritornano impetuose prorompenti per scacciarla, a lei che mai farebbe male Lei che ha sopportato i sopprusi fingendo a se stessa e al resto del mondo che tutto andasse bene Lei che ha posto sempre l'altra guancia Chiede solo ormai da tempo giustizia, giustizia se mai ci sei? Dove? Carte, carte, falsità scritte, Abusi, abusi di potere tutti contesi e cortesi,
per poi prendersi insieme una tazza di caffè e tu che hai creduto che ci fosse giustizia per i debboli
Vaga tra le lande sperdute delle soffici e candide nuvole il cavallo alato.
Non sono magra, non sono bella, ho qualche chilo di troppo questo e vero, ma sono una donna con un cuore come quello che hanno tutte le altre donne in questo mondo. Un cuore che come quello degli altri può dare tanto amore se solo, gli si darebbe la possibilità di farlo. Un cuore che brucia di passione, però gli viene impedito di vivere questa sua passione. Un cuore che soffre di solitudine, perché si sente solo e nessuno gli da, la possibilità di non sentirsi solo. Un cuore che vive di speranza, perché spera che un giorno qualcuno si accorga di questo cuore solitario e gli regali l'amore che merita. Un cuore che è tanto sensibile, perché il tempo e le sofferenze passate lo hanno reso così sensibile e fragile. Un cuore che è pieno di ferite, perché troppe volte e stato ferito da parole e gesti ingiusti, ma che non smette di sperare di essere ricucito. Un cuore che è vuoto, vuoto come un libro, che non aspetta altro d'essere scritto, pagina dopo pagina ed essere riempito ogni giorno di più. Un cuore che un giorno vorrebbe sentirsi dire, Silvie, ti voglio perché mi piaci, sei la donna che piace a me, perché sei come sei e ti amo cosi perché per me sei la più bella donna dell'universo... ma mi sa che chiedo troppo perché, viviamo in un mondo di magre. Le donne come me non hanno posto, perché troppi uomini guardano soltanto l'aspetto fisico, ascoltano gli altri oppure dimenticano di guardare un po' meglio, perché dimenticano che una morbida è una donna normale, con un cuore come quello che ha una qualsiasi donna, chissà se ci sarà un uomo che guarderà meglio e troverà questo cuore che può dargli tanto amore, e che forse non aspetta altro che dividere il suo amore con un altro cuore solitario.
Questo bisogno mio di scrivere parole mi fa sentire vivo mi scalda come il sole e ancor di piu stupenda sensazione quando vi sento dentro ed io mi sento vostro unendo queste frasi che fantasia m'aiuta a ricamar d'inchiostro
Potrà sembrare strano si lo ammetto ma bastan poche righe per stabilir contatto trovandoci seduti attorno ad una grande tavola chiunque può appropriarsene e viver la sua favola
Se le parole parlano d'amore non c'è bisogno di conoscere l'autore sappiam di certo che il mittente è il cuore
Che dolce suono ci può dar silenzio ritrovato sdraiati sopra un prato unire con lo sguardo poche nuvole e volar via con un cavallo alato
Placare ansie calmare frenesia cerchiamo bene in noi siam pieni di poesia come aquiloni senza fili dal vento farci portar via fino a toccar con mano l'orizzonte e dissetarsi di poesia alla fonte
La fonte che qualcuno cerca ancora ma che in ognun di noi dimora.
Passeggio disinvolto nella nebbia fitta interessante modo di svanire mentre respiro dolcemente aria compatta
Momento magico di velo naturale che tutto può coprire architettando giochi visivi di fantastica provenienza immaginaria vedo le umide gocce che si tengono per mano nella pesante aria
Estese le vallate ricoperte rimangono in attesa di quel vento per ora inerte