Le onde biancastre solcano la sabbia, è un lento sfiorarsi senza rabbia, una carezza dopo l'altra che dura da secoli immaginate se accadesse a tutti i popoli? Sarebbe la fine delle guerre assurde sono inutili, portano distruzione e morte, armano di fucili anche i bambini che bruciano l'infanzia come dei camini, dovrebbero giocare col pallone invece di rischiare di saltare sulle mine poste dal nemico per fermare in fuoco amico. I potenti della terra non hanno mai fatto una guerra, non sanno che vuol dire vivere e uccidere per non morire...
Sono il tuo albero, quello con cui da piccolo giocavi a nascondino, quello sotto cui hai detto per la prima volta ti amo. Sono il tuo albero, quello che ascoltava le vostre canzoni, gridate nelle voci di un adolescenza sognatrice e suonate nelle corde di una chitarra che porta il mio nome; le stesse canzoni che ora vuoi rubare all'Umanità, accecato dal potere del mio peggior prodotto, il denaro. Sono il tuo albero, quello che ti ha cresciuto con i suoi frutti di cui ora apprezzi solo il potere che ti possono dare brevettando ciò che non è tuo e distruggendo tutto ciò che è futile al mercato. Sono il tuo albero, quello che ti curò con le sue tenere foglie quando ti ammalasti; le stesse cure che ora vuoi negare ai tuoi fratelli solo perché non possono compiacere la tua avidità. Sono il tuo albero quello che a scuola ti ha dato le sue matite e la sua carta per disegnare le tue idee e il tuo sapere; le stesse idee e lo stesso sapere che ora vuoi legare per quelle cose che tu chiami affari. Sono il tuo albero e visto che oramai ci conosciamo da molto tempo mi permetto di insegnarti una cosa: ciò che ha un valore inestimabile non può avere mai un prezzo. Sono il tuo albero, e anche se continuerai ad umiliare le mie e le tue radici e ad uccidere i miei compagni quando potresti farne a meno, io fin quando sarò qui continuerò a regalarti la mia ombra e il mio calore chiedendoti in cambio solo la gioia del tuo respiro.
Perché non impari uomo a pensare prima e a parlare dopo? È semplice. È come se tu parlassi prima a te stesso e ne avessi risposta da questo te stesso, una risposta che sia una conferma o una negazione, per poi parlare agli altri. Se te stesso non approva ciò che hai pensato e detto, come puoi sperare che l'approvino gli altri? Fu detto questo. Fu detto in quello che si dice Nuovo Testamento quando il Cristo dice: "prima di cercare la pagliuzza negli occhi degli altri, pensa a ciò che nei tuoi occhi sta molto più pesante e ingombrante di una pagliuzza".
Come un campo di tante margherite festose Come un mazzo di tante rose odorose Come un fascio di spighe festose
Un raggio di sole che risplende sulle onde spumose del mare Un bagliore di luna che timido attraversa la notte Un soffio di vento che scuote le foglie d'autunno
Un urlo che spezza il silenzio La calma che accompagna la notte
Il colore di una fiamma avvolgente Il sollievo del fresco d'estate
Infinite parole ma niente a confronto di quello che sei per me.
Il mio riflesso allo specchio mi inorgoglisce, qualche ruga lo confesso, mi avvilisce, ma nel fiore dei miei quarant'anni solca un po' il viso senza inganni.
Ho visto l'alternarsi delle stagioni i tempi brutti e quelli buoni, e tutto passa, tutto fluisce lentamente appagando in pieno la mia mente.
Ho scritto versi e gesti di una vita scalando fino in cima la salita, di strada ancora tanta ne dovrò fare per arrivare lassù e ammirare il mare.
Pensavo che il riflesso fosse solo mio invece molti lo hanno ammirato e ciò che ho scritto e quello che ho dato non è rimasto solo nel mio io.
Ringrazio con umiltà ed onore una gran donna di buon cuore per avermi spinta a salire la vetta del successo senza alcun patire.
Passavo le ore tra le rime del cuore, posavo lo sguardo là dove c'era il sole o dove l'anima soffriva per amore. Poi all'improvviso leggevo le rime che similari a quelle quartine che tanto hanno fatto metter il nero nell'animo mio, dove risiedevo. Che delusione scalare la vetta con rime baciate da qui e là copiate, e tutti i commenti che ti venivan scritti non erano giusti visti i tuoi male fatti. Non provi vergogna se continui a cantare di amori non tuoi, preferisco andare...
Mi sento così... così simile ad una candida rosa bianca. Una rosa i cui petali devono ancora sfiorire. Il cui candore è ancora intatto e splendente, e scintillante sotto i tiepidi raggi di quel sole, che sei tu, amico mio. E presto, quando questa rosa sboccierà, allora godrà appieno dei tuoi raggi, sole mio.
L'amicizia... Questa parola così semplice che racchiude in sé un significato così complicato... Questo sentimento tanto grande tanto puro che talvolta viene scambiato per amore. L'amicizia vera... è rara. Unica oserei dire. Ho pianto e sorriso per l'amicizia. Ho sofferto e ho gioito per questo sentimento. Così forte dentro di me... così vero e vivo. Non mi lascia mai sola. E sento scorrere nel mio cuore questa passione sincera. Reale. E più penso che è reale e più sorrido. E più piango. Perché per me è vita. Brividi, calore e sudore. Quando ci penso... mi sento invincibile. Così forte da poter affrontare il mondo intero. Così forte da poter vincere qualuncue cosa.
Un bambino non può pensare di poter correre senza prima aver imparato a camminare. Non avere fretta di fare... Fai un passo dopo l'altro... Comincerai a pulire i tuoi movimenti, capirai che l'importante non è apparire, ma "essere"! Non criticare. Ci sarà sempre qualcuno meno bravo di te ma ci sarà anche qualcuno molto più bravo di te. Non competere. Perché danza non è gara, ma è solo l'espressione di noi stessi. Non ti abbattere. Spesso non verrai capito, ma non importa, continua a cullare il tuo sogno.
Se domani il respiro dei tuoi pensieri non accarezzerà più il mio sorriso né la tua voce cullerà più il mio cuore tra le calde onde dei tuoi baci ... lascerò libera la malinconia di volare là dove anche il sole muore nel ricordo di mani che si persero senza mai trovarsi quando nei silenzi della notte sulle tue labbra mille volte il mio nome strappava all'anima dolci sospiri d'amore.