in Poesie (Poesie personali)
Per te
Per te che mi hai aiutato nel momento del bisogno,
per te che sei stato ogni notte il mio sogno,
per te che non mi vedi più come la cosa più bella...
Per te che sei il sole e vorrei essere la stella.
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Per te che mi hai aiutato nel momento del bisogno,
per te che sei stato ogni notte il mio sogno,
per te che non mi vedi più come la cosa più bella...
Per te che sei il sole e vorrei essere la stella.
Guardati,
guarda chi sei,
odiati
o amati se vuoi.
Prendi lo specchio e guardati apparire,
è l'immagine della persona che ti ho fatto diventare.
Mi dispiace credevo di farti stare meglio
ma tu hai frainteso, non hai capito il mio consiglio.
Mi dispiace,
mi dispice vederti cambiata,
sono stata io... sono io che ti ho rovinata!
Non delude la gente,
dagli altri
non aspettar niente;
Per tempo infinito
ho intuito e guarito
il mio bimbo ferito,
la sua fame latente
e il suo eterno stringer niente;
Non delude la gente,
dagli altri
non aspettar niente;
Se ho fame ascolto la mia fame,
se ho sete cerco nella mia sete,
se ho voglia bevo dalla mia stessa voglia.
Non delude la gente.
Dagli altri
non aspettar niente.
Mi vesto del mio vestire
non per apparire
ma per far fluire
il mio sentire.
Non delude la gente,
dagli altri
non aspettar niente
è in te la sola sorgente.
Che ipocrita saresti
se con stupidi pretesti
la tua vita arresti.
Non delude la gente...
Metto da parte delicatamente tutti i pensieri intrappolati nella mia mente, affondo nel silenzio
lontano dal rumore e come un'arrotino
affilo dolcemente le pareti del mio cuore,
con l'intenzione di tagliare l'emozione al primo impatto per assorbirne subito il contatto,
sentir le vibrazioni più profonde, io spiaggia tu l'oceano immenso e le tue mani dolci onde che arrivano
mi toccano e poi mi lascian solo ininterrottamente da mattina a sera.
E attendo
il salir della marea.
All'alba di un sonno dorato,
risveglio di un sogno incantato,
un pensiero improvviso:
vivo.
Vivo in una marea,
violenta,
prepotente mi sottrae e porta con sé
nell'immenso dell'ignoto,
tra la buia incertezza del mio destino.
Tendo le mani al giorno inizio a camminar con lui
nelle le sue strade, e annoto nel taccuino della mente
quel che accade.
Dune di falsità rendono ardue le ricerche di contatto,
occhi nel vuoto mi guardano come dire... questo è matto.
Sogni sospesi nel deserto della fretta danno parvenze d'oasi ricercate, parole prestampate fuoriescono da sole come addomesticate, secchi cespugli d'emozione persa mi sfiorano donandomi tristezza, sabbia che porta il vento delle diversità crea muri a nascondere
bellezza, miraggi di pazienza sconvolgono le menti
indaffarate a costruir ricchezza, mentre nuvole di buone intenzioni si dissolvono squarciate da commercial saggezza.
Con gli occhi semichiusi il giorno sta lasciandomi le mani ed io son stanco d'annotar nella mia mente quel che non accade più, di faticar per ritrovar negli occhi della gente un mare un cielo blu.
Intanto notte fredda arriva a ricordare il gelo del deserto, deserto dato da contatti umani che non vanno a fondo.
Pensar che ci legava e ci scaldava... un girotondo.
Il sole un giorno tornerà
ad asciugare queste lacrime.
Sono state versate per troppo tempo.
A lungo ho atteso il tuo ritorno,
ho aspettato che i tuoi occhi
mi guardassero ancora, che ti
accorgessi quanto in realtà io ti volevo.
Ora è tardi e osservandoti da lontano mi
accorgo che non ci sei più.
Ho costruito un muro intorno a me
non chiedetemi il perché,
sono state le delusioni
o forse le mancate occasioni
o i colpi dentro al petto
che mi hanno dato per dispetto,
so solo che qui dentro c'è il silenzio senza tempo,
c'è la pace che cercavo, che da tempo anelavo,
a nessuno è permesso di entrare
a nessuno è permesso di turbare
la quiete dopo il temporale,
tu ci sei, nei miei pensieri
quelli sperati, quelli veri,
non occorre che scavalchi
non cercare altri varchi,
basta solo la ragione del cuore
per aprirti la mia prigione...
L'ombra del tuo io ha sfiorato il mio mondo,
creando un sogno per un secondo,
il tuo fiume mi ha attraversata, scavata, incisa,
lasciando un mare di detriti,
ciottoli di un'esistenza ormai andata,
rami di una vita ormai spezzata,
onde leggere mi hanno accarezzato,
con straripamenti d'amore mi hai riempita,
hai corso dentro me prendendo il sole
navigando dentro argini d'amore,
non ti è bastato, sei andato,
in una folle corsa sei finito
lì dove la roccia guarda l'infinito,
sei andato giù nel precipizio
dove c'è la fine e non l'inizio.