C'è ancora tanto amore da tirare fuori c'è pure la paura per il tuo domani, ci sono le tue mani da tenere strette mentre la vita scorre troppo in fretta, non dire quanto amore provi ancora per non spezzare ciò che ti lega ora, non dire che il silenzio è una speranza se poi decide lei la tua esistenza, trova il coraggio di dire al mondo intero, che il battito del tuo cuore è sincero...
Amare queste anime mi spengono e tormentano, le lacrime mi affogano bruciando tutti i lividi, bloccando quei brividi di una storia ormai passata che mai sarà dimenticata. Bramosa di vendetta rimango ferma, immobile, codarda, per ferirti. Avvolgo il mio presente di sogni un po' infantili per spegnere la rabbia che soffoca il mio petto.
E mi nascondo, col volto coperto di pianto, lontana dai colori del mondo, portando le labbra al tuo manto, sperando nel tempo infecondo.
Mi diparto da chi mi domanda, sorridendo di dargli un sorriso, mentre il cuore ancor vivo comanda una nuova speranza al mio viso...
... Non ricordo nemmeno il tuo odore che, mischiato nel vento, mi faceva impazzire io correvo seguendo il rumore di un misto tra amare e soffrire.
Ma ben presto cadevo.... nessuno mi offriva la mano e solo il destino mi invitava lontano: tante e lunghe parole... ... per poche illusioni di sole; e il piccolo fuoco annidiato nel seno intanto cresceva sul verde terreno.
Un tantino di meno sarebbe bastato, a non farmi capire il mio gioco spietato: quante foglie da allora ho gettato lontano quanti rami ho strappato e bagnato... ma inutili gesti e sprecati pensieri han ben definito i miei desideri.
Tu eri nel vero: io vivevo di un sogno straniero e le porte che ho attraversato non hanno svegliato il pensare sincero di un cuore colpito dal fato ... se solo io avessi sfruttato le poche parole che avevo imparato: altruismo, virtù e forse anche amore, ti avrei certamente scordato tagliando quel filo sottile e velato che imbriglia il mio cuore.
L'avrei dunque spezzato, e senza ricordi lontani avrei scelto e forgiato un roseo domani.... ma nulla di ciò che ho narrato è parte di me, il mio unico e splendido fato è intriso di te: quell'occhio straviato, quel viso sudato e quelle parole che parlano sempre d'amore; la voce un po' strana, la fretta e la calma un po' indiana, un misto di gioia e timore per rendere viva l'attesa più lunga e lontana.
Il tuo corpo non c'è ma io non ti chiedo dov'è: aspetto nel tempo infinito, assieme a chi mi ha capito, coperta di zuccheri e ori vestendo i veri squallori di semi di rose e di prato creandomi un mito ogni giorno più scarno e sguarnito ma di nome Renato.