Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Utopia o Specchio dell'Anima

Tu che sei simile a me,
tu che come me hai progettato un futuro costruito su una speranza
e ne sei rimasto amaramente deluso:
Come si fa a sopravvivere?
Come si fa a non mollare?
Come si fa a smettere di sanguinare?
Ad andare avanti, come si fa?
A non pensarci, a ricominciare?
Dimmi come si fa se lo sai
perché sento gli organi implodere su se stessi,
sussultare ogni secondo e battere insieme al cuore,
che da uno squarcio sta perdendo lentamente la sua vita.
Dimmelo o potrei scivolare lentamente sottoterra.
Dimmelo, perché adesso vedo una strada non costruita,
senza asfalto,
che mi si para dinnanzi?
Perché quella salita,
che mi avvicinava sempre di più alla felicità,
è stata bruscamente interrotta?
Dimmelo che ho sbagliato.
Che sono un ingenuo, un debole.
Dimmelo che sognare è da sciocchi.
Dimmi che è colpa mia e non del mio sogno agognato.
Dimmi che non avrei fallito se fossi stato diverso.
Raccontami di te e dimmi che tu avresti fallito come me.
Che alla fine non ho sbagliato nulla,
ma che semplicemente non ero pronto.
E che forse il mio unico errore è stato crederci troppo.
Ingannami crudelmente ma regalami altra speranza.
Drogami di falsa felicità.
Di quel sentimento che gli rassomiglia tanto,
ma che con tanta facilità ti si dissolve tra le mani.
Curami il cuore prima che smetti di battere.
Oppure uccidimi prima di vederlo piangere altre lacrime.
Rubami l'anima e nascondila dove non possa trovarla.
E se il mio corpo vorrà cercarla privami delle gambe
perché così non possa andare a cercarla.
Non farmi provare più emozioni e non farmi raggiungere ciò che voglio.
Svuotami tutto e riempimi di solitudine.
Inchiodami le mani con spuntoni di odio.
Impediscimi di farmi ancora del male.
E poi, se puoi, se vuoi,
portati con te la mia speranza,
che mi ha tradito e ghermito tra le sue debolezze.
Stammi vicino e continua a parlarmi,
e sì, narrami della mia vita raccontandola a memoria.
E quando arriverai all'avvelenato pugnale prendilo tra le tue mani,
esattamente come fece il Destino,
e infilamelo nel petto perché non voglio fare altro.
Non voglio fare altro che rivivere ogni secondo di quel pugnale.
Non voglio fare altro che risaggiarne la punta entrarmi tra le costole.
E se è il dolore che amo soffrirò per il resto della mia esistenza,
ma ti prego non fermarti e porta dentro tutta la lama.
E se poi piangerò è solo perché ho riprovato la stessa emozione,
amore, odio e frustazione...
E dopo aver finito di uccidermi
non lasciarmi cadere a terra ma sorreggimi per le braccia.
Ma non levarmi quel pugnale dal petto...
perché è la cosa più cara che ho al mondo.
Dimmi che non sono uno stupido poi
e ripetimi di nuovo che non è colpa mia
e che non sono il primo a cadere in questa trappola.
Accarezzami sulla guancia
sentendo la barba che graffia il dolce palmo della tua mano
e forse la diffidenza scomparirà.
E poi, se riesci, se non fallisci
estraimi quel pugnale e cancellalo dai miei ricordi.
Perché forse allora avrò capito che non è il meglio,
ma solo una buca sulla mia strada
che adesso è stata riempita.
E se ancora costanti dubbi mi assalissero,
fermami e fammi sedere
e come se fossimo a scuola insegnami a vivere
al meglio la mia vita.
Ma ti prego non abbandonarmi anche tu
perché diverrai la cosa più importante che ho.
Non trasformarti in pugnale,
ma divieni penna
per poter scrivere su un foglio di carta la nostra felicità.
Poi invecchiamo, ma non smettiamo di fare l'amore
e continuiamolo a farlo come se fosse la prima volta.
Continuiamo a provare lo stesso imbarazzo quando ci baciamo
e la stessa tristezza quando un impegno ci separa.
E cercami come se fossi aria ed acqua
e tutto ciò che ti è essenziale per vivere.
Ed allora capirò che la vita non è crudele,
ma che siamo noi che scegliamo di farci del male a volte.

Ti amo già anche se non ti conosco...
E sono qui ad aspettarti,
dolce, ignoto futuro...
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    in Poesie (Poesie personali)

    Quella che non sei

    Passano le ore
    che cercano parole,
    scusanti di silenzi imbarazzanti
    di un tempo che ci porta a ritroso
    per uno spazio attraversato
    e mai osservato.
    E mentre il cielo
    diviene la realtà dei miei ultimi respiri
    mi ricordo di quella che non eri,
    che non sei e che non sarai,
    in mezzo alle tue paure,
    nascosta dalle tue acconciature,
    dietro troppo rimmel
    i tuoi occhi perdon calore
    e tra lacrime tarde
    si può veder colare il colore
    che scivola a disturbare i miei sogni.
    E mentre il cielo
    diviene la realtà dei miei ultimi respiri
    mi accorgo per fine
    di quanto sia immenso l'ultimo attimo che la vita mi ha donato...
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      in Poesie (Poesie personali)

      Paura

      Così tante cose da dire,
      ma nessuna di cui valga la pena parlare.
      Lingua smorzata su movimenti desiderati,
      parole pensate e mai pronunciate,
      errori da cancellare...

      C'è una possibilità di redimersi?

      E mentre vedo i pensieri sovrapporsi,
      affiora in me il desiderio del silenzio...
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        in Poesie (Poesie personali)

        Spazio

        Non vale la pena di continuare a volare,
        dispiegare le ali e lasciarsi andare,
        voglio continuare a cadere
        ed a farmi accarezzare dal tempo.

        Sono davvero importanti le stelle?

        Quando tutto odora di rotto,
        inizio a chiedermi quando inizierà a piovere
        sui marciapiedi bagnati dal mio pensiero,
        nelle pozzanghere insidiose tra i miei piedi.

        È davvero così bella la luna?

        Risento ancora il sapore del bruciato
        risalire per la mia lingua
        e di nuovo riconosco l'amore
        e l'importanza che il silenzio a volte regala.

        È davvero così immenso il cielo?

        Certe notti basta solo passarle fissando l'oscurità
        per accorgersi che lo spazio può attendere,
        perché è inutile iniziare a desiderare
        se non si sa cosa la vita ti ha già dato...
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          Scritta da: Anna D'Urso
          in Poesie (Poesie personali)

          L'assurdo

          Appari e poi scompari,
          nel buio delle notti,
          nel sole di domani,
          nella goccia del mio io,
          nel profumo di un addio.

          Appari e poi scompari
          lasciando un seme al sole
          ardendo di passione
          lasciandomi poi morire.

          Appari e poi scompari
          nelle frasi mai dette
          nelle gioie mai provate
          nelle fredde giornate
          nel sussurro del vento
          nel mio cuore ti sento...
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            Scritta da: Giulia Guglielmino
            in Poesie (Poesie personali)

            Lui... il mio sogno...

            È lui... è lui,
            che vive dentro di me,
            che perdona i miei errori,
            è lui, che nel presente
            vedo così lontano.
            Lui arriverà, e sarò io
            a corrergli incontro.
            Lui ascolta i miei pensieri
            più profondi e mi insegna ad esprimerli a chiunque
            incroci la mia strada.
            È per lui che voglio continuare
            a vivere: per vederlo realizzato.
            È verso di lui l'unica mia coerenza.
            Lui, mi accompagna per mano
            dall'alba al tramonto e
            dal tramonto all alba.
            Lui mi guiderà con passione,
            per scoprirsi...
            è lui, che mi fa volare libera
            dentro al mio piccolo mondo.
            È per lui che ancora soffro
            se ascolto una colonna sonora.
            Lui, chuiderà gli occhi solo
            quando li chiuderò io.
            Ma lui, non morirà mai dentro alla mia amina...
            Lui, è: il mio sogno.
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              Scritta da: Sonia Rendina
              in Poesie (Poesie personali)

              A mia madre

              Tienimi tu,
              adesso le mie mani, mamma...
              ora che le immagini di te,
              come soffice sabbia. Di eterne maree,
              si perdono davanti ai miei occhi,
              annebbiati di pianto...
              Dammi anche solo una parte
              del tuo cuore sereno,
              e sempre gioioso d'amare,
              fino all'ultimo respiro.
              I tuoi dolori,
              li perdesti lungo la strada...
              io non li ho mai conosciuti,
              perché amavi la vita
              come una fanciulla che spera sempre,
              nella clemenza del cielo e del tempo,
              e non desideravi altro,
              che quelle gioie della famiglia...
              quelle gioie che perduto...
              ed io con te... mamma...
              Fà che le paure... della vita,
              per me,
              non battano mai alle vetrate,
              dell'anima mia...
              con sibili cattivi e logoranti,
              quelle paure che sconvolge i giorni,
              e che ti porta via ogni cosa,
              che non sia ben ferma...
              Aiutami a saldare con chiodi fortissimi,
              il mio amore...
              e guida,
              il viaggio del mio cuore,
              verso sponde... tranquille.
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                Scritta da: Gerlando Cacciatore
                in Poesie (Poesie personali)

                Ipocrisia

                Dopo una lunga corsa,
                ebbi di fronte,
                una palla di fuoco.
                Tentai di superarla.
                Mi ritrovai, completamente
                carbonizzato.
                Allora avrei voluto,
                non averla superata.
                Avrei voluto,
                non aver fatto
                quella lunga corsa.
                Avrei voluto,
                restare inerte.
                Avrei voluto,
                restare fuori da questo mondo.
                Avrei voluto,
                non aver conosciuto una parola:
                Ipocrisia.
                Composta mercoledì 30 novembre 1977
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