Scritta da: Gabriella Brancaleone
in Poesie (Poesie personali)
La vita
La vita è un grande serpente,
sul quale ti arrampichi faticosamente,
e quando giungi alla cima,
esso ti morde e
tu cadi avvelenato,
senza la forza di risalire.
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La vita è un grande serpente,
sul quale ti arrampichi faticosamente,
e quando giungi alla cima,
esso ti morde e
tu cadi avvelenato,
senza la forza di risalire.
Laura.
Mi sovviene una mamma,
che sorregge,
i passi del suo pargoletto.
Chicché tu sia,
Mamma,
persevera,
a sostenere i miei passi;
io ti sarò grato.
Così tu, Laura,
chicché tu sia;
perpetua a sorreggere,
il cammino
della mia vita.
Io ti sarò memore
porgendoti...
La distanza aiuta l'animo a rafforzare l'amore.
Non esistono lacrime che possano cancellare i sentimenti.
E il sol pensare al tuo dolce viso mi riempie di tenerezza...
Ti chiamerò amore...
strana malinconià
che mi tiene prigioniera,
di un sogno perduto
Ti chiamerò amore,
pioggia che precipiti,
su questo mondo...
perché lì dove regni odio,
io ho deposto invece la mia speranza.
Ti chiamerò amore,
per questa luce...
per questo tenue raggio di sole,
anche se è dalle tenebre,
che lo vidi fuggire...
amore...
per questo vago sapore d'insazietà.
Ti lascio una poesia per le tue notti,
quando la vita è spenta e dormono tutti.
Ti lascio una poesia per quando avrai sete di me,
per quando come ieri mi hai cercata dentro te.
Ti lascio una poesia per scaldarti quando avrai freddo
quando non sentirai il respiro, ma solo il vento.
Ti lascio una poesia per i giorni di sole,
ti lascio una poesia prima di dover andare...
O mano mia veemente,
carezzami la mente.
O fulmine o boato,
colpisci il mio peccato.
O vento biricchino,
solleva il mio destino,
Che il sale ormai straniero,
non nutra il mio pensiero.
Nel suolo e nel mio viso,
rinascono le viole.
In fondo al mio sorriso,
c'e un attimo di sole.
In tutta la mia storia,
ho visto una giornata,
risplendere di gloria,
sorridere accasciata.
Tra il pianto e la pazienza,
c'e un seme di illusione,
c'e un atto di presenza
e un grido di passione.
In fondo al mio gridare
" non essere marrano",
ti ho visto ritornare
a prendermi la mano.
O dolce mio signore
puoi rendermi il mio amore,
O piccole fatine
sondate le mie stime
O grande Dio del pianto
proteggimi d'accanto:
ancora un sentimento,
e fuggirò nel vento.
Ancora tempo dovrò aspettare!
Là raccoglierò un sogno:
Emozione sarà, speranza viva.
Se pure solo un attimo,
se pure solo un soffio,
arriverà nel cuore luce,
non ne morrà ricordo,
durerà nell'anima vita nuova!
Raccolgo ore ad una ad una...
Aspetto nuovo cielo. Te!
Occhi spenti, dalla tristezza e sconforto
occhi che guardano pieni di parole.
Occhi che pongono domande
che cercano risposte.
Occhi traditi da un sogno spezzato
dal tempo che non perdona.
Occhi che attendono un nuovo sogno
che sogneranno ancora.
Occhi che tristi con il vuoto dentro,
occhi che attendono il riempirsi.
Per sorridere e accendersi di nuovo.
Nel mio vivere Signore
mille incertezze,
dubbi e affanni.
Nel mio vivere
un sentiero di rose
e un ramo di spine.
Nel mio vivere
il cercarti Signore
senza trovarti.
Nel mio vivere
la delusione del dolore,
la consolazione della gioia.
Nel mio vivere Signore
la voglia di te
e della pace nel mondo.
Concedi signore
Tu che puoi la pace.
Illumina di fede signore,
l'uomo angosciato
e tormentato.
Concedigli quella grazia
del tuo perdono.
Quei 21 grammi li vorrei riflessi allo specchio. 21 lati da osservare con minuzia. Tocchi leggeri per saziare la curiosità. 21 grammi di lecca lecca fragola e panna. È brava. Si vede. Da notti la emme grida. Troppo poco. Aussi. Senza ritegno. Chiede. E di 21. Uno che non c'è. Lei chiede: Ali. Nuvole bianche. Trofei di vocali. E sapori nuovi conosciuti. La emme grida. Dovrei accontentarla.