Conosco il punto in cui non è più spiaggia, ma non è ancora mare, in pieno Agosto: linea ideale tra l'asciutto e l'acqua. Battigia ambrata di conchiglie e sassi, di sabbia fine e granchiolini bianchi, distesa lungo il margine d'azzurro. Il fuoco del tramonto già si tuffa nel blu profondo e spegne il proprio ardore, stemperando di rosa l'orizzonte. D'inverno pieno, il vento tumultuoso agita le onde e tempestosi flutti rumoreggianti irrompono sul lido. Tutto è travolto dalla spuma audace, che avvolge nel suo abbraccio e si ritira come una donna vinta dall'amore... Resta catrame e sassi, e stracci e tronchi bianchi come le ossa di un naufragio, con rami, braccia invano tese al cielo, ricerca di un soccorso mai arrivato. Mare d'inverno, solitario approdo, detriti e malinconici pensieri spazzati via dal vento tramontano lasciano posto al sogno dell'estate.
È bello ricordare quando leggendo la posta, prendevo un post-it e ci scrivevo: Per Pat, prego provvedere! Oggi cara Pat, ci scrivo soltanto: "Prego!" affinché tu stia meglio presto.
È come fossi assorta in un pensiero, che non mi lascia neanche una giornata, è come se sedessi sul sentiero che porta alla mia stanza abbandonata. È un lume di coscienza che mi attira, un lieve vento di ricordi andati, come la luce di un lui che non t'ammira come i momenti più ponderati. Sola ristagna la paura mia Sola di fronte alla mia gente: vedere le tue rose eternamente non rode né sostanza né follia. Per questo è come un piano inconsistente, come lasciarmi sul ciglio della via.