Poesie personali


Scritta da: Antonio Roversi
in Poesie (Poesie personali)

Foglie nuove

Guardo le foglie secche,
nell'autunno e nel vento:
s'increspano e si confondono come le sentenze di Sibilla,
odore di fumo e di pernod nei socchiusi caffè parigini,
ove oblio e ricordo tristemente si danno il turno.
E non è dato ai sogni
donare quel soave zefiro di coscienze immutate.

Resta nel cuore, senza compagne smarrita,
la speranza che non vede sé stessa.

Foglie nuove,
seguite il volo ordinato dell'angelo,
ballerina trasparente di seta bianca,
brezza suggerita a bassa voce dal mare,
mentre passeggia sulle punte e sull'arcobaleno;
pastello nell'azzurro dei miei cieli più belli.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Sapore salato

    Il dolce sapore salato
    ristagna in fondo al palato,
    l'odore che ho appena odorato
    è misto nel soffio di un fiato,
    lo sguardo è smarrito...
    si è perso nel vento sfiatato,
    un piccolo invito è bastato
    e il cuore è scattato.
    Non c'era dolore
    nel volto sudato d'amore,
    e il piccolo fiore che ero
    s'è tinto di prato.
    Un chiaro pensiero,
    nascosto nell'occhio crucciato,
    ha aperto la mente a un grande destriero:
    il vento del nostro passato.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Quello che resta

      Le spade hanno marciato entro cuori di legno,
      salvando dall'asfalto pensatori immortali,
      e il cuore titubante lasciato a macerare
      saltella in lungo e in largo con echi di rimando.
      L'equilibrio naturale è un pendolo danzante
      e la falce uno scatto che congela questo ballo,
      lui non torna più da una guerra oramai persa,
      lei oramai piange la precoce vedovanza.

      Il corvo lo accompagna sopra ali di cicogna,
      sorvola campi immensi con aria di fanciullo,
      spreca qualche pianto per quella nuova luce,
      si volta a riguardare il presente che abbandona.
      Abbandona, capisci?
      Lui è andato, lei rimane, ed è peggio di morire.
      Gli spilli dentr'al cuore, la morte dell'amore,
      il freddo gli permane nelle membra corrucciate.

      "Come farò? Quale la forza?
      A me avverso il destino! Di quale paura,
      in quale timore, dovrà rifugiarsi il suicidio?
      Quali le colpe, chissà che doveri
      per una povera vedova e gravida!"

      L'altare ormai lordo di sangue nutre una nenia
      dai teschi già sepolti, dal coro di sudari
      svetta un soprano in testa al lamento.
      E intanto il figlio della luce si allatta
      sul tonfo del pianto e triste e tetro,
      per lui ancor più duro sarà il combattimento,
      pugnando a sé la vita con la sua sola armata.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Quello che è perso - Lo Spirito

        Ora che la macchina ha oscurato il canto
        è sempre più difficile poter ridarti
        in gloria e onore a quel poeta - ancora? -
        che tosto t'ha innalzata a divina e a provvidenza;
        umano, mi chiedi, ahimè di ritornare:
        la macchina - lo sai - ormai ha già covato
        e l'ospite incurante, che nutre la nemesi,
        ormai ne è assopito, ne più che mai dipende.

        Ricordo e piango,
        ed ora che soltanto è tornata a me quest'arte
        spesso mi soffermo attonito a pensare
        agli spiccioli di tempo sperperati a farsi male,
        ai sorrisi che, se fatti, calmieravano il dolore
        (se soltanto avemmo avuto abbastanza sale in testa)
        od a tutte quelle volte che il sapore del far male
        umiliava la ragione sotto gli occhi d'un orgoglio beffardo.

        Preferisco passeggiare col demonio
        che trovarmi sul rasoio con me stesso
        e cercare di sommare i minuti ch'ho investito
        ad estrarre l'innocenza dalla terra pulsante
        mentre avvelenavo il sangue e la linfa
        con un nettare pungente e amaro.

        Potrei chiedermi se mi incontrassi
        a che è valso dare fuoco ai tuoi diamanti
        o cercar di concimarli con la rabbia,
        e in tal caso, stando fermo,
        mi potrei sputare in faccia sbeffeggiandomi maligno.

        Fuori da un'amara simpatia
        altro non resta che sudicia acqua storta,
        mentre il fuoco che prima ci scaldava
        sembra averci consumato pelle, spirito e desiderio.

        Tu non sai quanto mi manchi, amore.
        Tu non sai quanto ti amo.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Fuori da una amara simpatia

          Se qualcuno mai scriverà della mia vita
          vorrei che ne sortisse che sono stato vero,

          sempre un po' in ritardo ma puntuale per l'amore
          che tosto m'invasava come demone febbrile.

          Potranno forse dire che non eravam coesi
          ma tu non indugiare, semmai continua a incedere

          finché le malelingue, che sempre abbiam campato,
          seguiranno starnutendo spruzzi di sperma.

          Non chiedere alla sfera quali sian le nostre parti
          ché il copione, cara mia, s'arricchisce giornalmente:

          tutto muta, tutto cambia; l'importante è la simbiosi
          e quel che vedi incongruo forse ha nome evoluzione.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Alla maniera di Shakespeare

            Chi sei tu che dalla tenebra appari
            e suoni i tuoi capelli come vermiglia rete,
            offrendo maliziosa il tuo veleno ambrato
            mentre languida avvicini le mie labbra
            e guardandomi le accarezzi con un bacio?

            Comunque il tuo ariete trova l'uscio spalancato
            perché se guardi e hai visto anch'io non son da meno,
            e lesto ti ricambio in modo assai cortese
            ed anche generoso ché c'aggiungo un po' del mio,
            e la colpa è un prezzo che non devo pagare.

            Chi sei tu che vieni a portare innovamento
            e stringi nelle gambe una tenue speranza,
            pretendendo in cambio una tiepida freschezza
            mentre le tue mani esplorano il petto
            in cerca di un ansimante e azzurro orgasmo?

            Ma sei così fugace e un ostacolo interrompe,
            il nostro rito cessa e l'equilibrio si fa nero,
            così rapido è il contatto, come la tua sparizione
            che neanche faccio in tempo ad imprimerti in memoria;
            solo un fremito ricorda il tuo sapore vaporoso.

            Chi sei tu che t'allontani contro voglia
            e mi lasci risoluta sbigottito e sorridente,
            arrivando chissà come forse dalla mia coscienza
            mentre cavalcando un uragano travolgi le certezze
            ed in dono m'hai portato consapevolezze nuove?
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              Scritta da: Alessandro Borghesi
              in Poesie (Poesie personali)

              L'alba di Valerio

              Mente, mente...
              infausto silenzio
              ne circonda i suoi limiti

              Segreto è il tuo dubbio
              che nascondi nelle mura
              della coscienza turbata

              Amico dei miei pensieri
              hai toccato il filo della vita
              spezzato come una sottile tela

              Cancellato per sempre
              nei nostri visi, increduli
              dell'inaspettato gesto

              Ricolto da stupore
              e rabbia, lanciato verso
              il dolore e al pianto

              Credo il buon Signore
              che ti perdonerà e ti accoglierà
              nella sua immensa casa

              Non ti dimenticherò
              sarai nel mio cuore
              nel cassetto dei ricordi

              Vorrei volare con te
              per scrutare insieme
              le meraviglie della nostra gioventù

              Ti ricorderò nel cielo
              in una stella nascente
              a forma di guerriero che brillerà
              più dei nostri pensieri...

              Ciao Valerio...
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                Scritta da: Alessandro Borghesi
                in Poesie (Poesie personali)

                Amore impossibile

                Ti sento e ti canto o mia divina musa
                che dall'alto del mio pensier
                mi ascolti in silenzio

                Notti turbate dal pensiero
                di una dolce fanciulla
                dalle movenze divine

                Figlia della sincerità
                accarezzata dal tramonto del mare
                illuminata dal candor delle stagioni

                Soave si muove
                dentro alle pupille
                di questi occhi innamorati

                Una gemma nata dal soffio
                di una carezza e dalla spuma
                di un astro nascente

                Un tuo sguardo avvolge
                dei brividi nei sentieri
                che solo la tua fantasia può immaginare

                Una mano di bambina
                tocca i miei sogni
                che bruciano di passione

                Il tuo corpo candido
                muove con un abbraccio
                le ombre della tristezza

                Vorrei solcare il tuo sorriso
                per trovare la luce
                dell'immenso amore

                Forse l'amore sarà
                una mistica pioggia
                che bagna la tua anima

                Ora che sto morendo
                in questa stanza ricolma di rimorsi
                sappi che ti amerò per sempre
                fino alla fine di questa favola magica.
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                  Scritta da: Edoardo Molino
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Una vita che fugge...

                  E in ogni stanza cerco
                  un qualcosa, che mi dia
                  una via da percorrere,
                  un passato ostacolato,
                  un ricordo innebbiato,
                  di cio che è stato
                  ma di cio che non viene ricoradto

                  le foglie cadono,
                  non risalgono da dove sono venute,
                  un malinconico addio
                  un distacco,
                  che ripercuote l'uomo in tutta la sua vita,

                  un cerchio di persone
                  bambini che giocano allegramente
                  in sconosciuti parchi
                  in incognite periferi
                  di innominate città

                  dove non sapranno mai cosa
                  cosa e cio che devono sapere
                  un cerchio
                  un circolo dove non si puo uscire,

                  certe persone riescono a capire
                  il significato di cio che non è la vita
                  ma il ciò
                  il fondamentale
                  nulla viene afferrato
                  una mente disastrata
                  pensieri viventi sparsi
                  per intere vie

                  numeri. Lettere
                  formano un alchimia di
                  scritte
                  all uomo comprensibili,
                  a me sconosciute,
                  cioe che ci chiediamo
                  non verra mai risposto
                  se non con la morte...
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    Altalene sull'acqua

                    Non lago, né mare;
                    solo acqua piatta e incolore
                    senza cambi di luce
                    tra orizzonte e cielo.

                    Voci di giochi;
                    lontane vibrazioni senza gioia
                    stanco è il tempo
                    di confondere il silenzio.

                    Lento pendolo;
                    piedi nudi sfiorano l'acqua
                    spezzandone l'incolore pelle
                    in spumeggiante silenzio.

                    Eppure non è pace;
                    misteriose altalene respirano
                    sospese al grigio del cielo
                    senza grida di bambini.

                    Intorno solo solitudine;
                    cerco sorrisi innocenti
                    le loro altalene sull'acqua
                    non cantano gioia.

                    Chi vi ha ucciso?
                    Chi vi ha messo a giocare con la vita?
                    Dove si reggono le vostre altalene?
                    Perché sono silenziose le vostre scie?

                    Solo rigano di pietà la fredda pelle di questo oceano.
                    Oceano deserto e neutro
                    incapace di riflettere le vostre stelle.
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