Poesie personali


Scritta da: Sir Jo Black
in Poesie (Poesie personali)

Dove l'ombra s'allunga

Dove l'ombra s'allunga
davanti il cammino,
seguo la linea.

Passi sempre più pesanti
tagliano le gambe.

Il vento spinge,
l'ombra s'allunga.

Il vento spinge,
la luce s'allontana.

Il vento spinge,
l'aria manca.

Quì,
sulla linea grigia:
con le gambe tagliate,
senza speranze.
Nel buio,
senz'animo,
senz'aria nel petto,
ma sguardo alto e passo antico.
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    Scritta da: Laura Di Nella
    in Poesie (Poesie personali)

    Un dinosauro inadeguato

    Ahimè, quale immagine può raffigurare il percorso del mio essere,
    se non quella di un dinosauro inadeguato?

    Un enorme animale
    che, trascinando la sua esistenza solitaria,
    ignaro della sua mole,
    incute paura ed orrore
    ma non se ne preoccupa:
    le sue brutture sono lo specchio
    dell'animo di chi lo giudica senza pietà.
    La sua presenza non passa inosservata: troppo diversa per essere accettata.

    Nella casa di bambole
    non può celare la sua essenza,
    urla la sua vitalità,
    scambiata per immane furia distruttiva.

    I suoi movimenti,
    per cercare una posizione
    che non disturbi la quiete di chi,
    con la perfidia e l'inganno, ha nutrito prole altrui,
    generano frastuoni
    che rimbombano nella valle incantata,
    attraverso echi amplificati e deformati
    dalle urla di chi vuol seminare panico.

    Nessuno riesce a capire
    e il delirio collettivo degenera in follia.

    L'animale deve essere addomesticato, sentenziano!
    Ma come può il dinosauro vivere in una gabbia dorata
    che lo isoli dal mondo, per poterne far parte?

    Nonostante capisca di rinnegare se stesso,
    si cimenta in dissertazioni
    sulle porcellane del negozio
    e finge di non intuire
    il vero intento dei suoi carcerieri.
    Ma il gesto atteso ed orchestrato viene compiuto,
    indicando un piccolo vassoio nell'angolo di una vetrina,
    al viandante che gli si avvicina incuriosito.

    La gioia disperata del dinosauro non vacilla, guardando l'abisso che ha davanti:
    apre lentamente l'anta
    e mostra con fierezza quel vassoio.

    Un vento gelido si alza impetuoso,
    dopo che, anche la più piccola finestra
    della casa delle bamole, sia stata serrata accuratamente,
    si veste di uragano e si avventa sul negozio
    distruggendo ogni cosa.

    Lo sguardo del dinosauro è ormai rassegnato,
    porge, con delicatezza, quel vassosio
    all'incredulo viandante
    e, in un baleno, è come inghiottito dalla vallata.

    Il viandante riprende il suo cammino, disorientato e stordito, porta con sé quel prezioso dono,
    cercando di dare un senso a quella frenetica pazzia.

    Verso sera si siede stanco ed esausto
    e ripensa tristemente al dinosauro.

    Osserva la vallata dalla cima del monte,
    stringendo a sé il vassoio, inorridisce:
    le bambole si muovono al ritmo di una macabra danza,
    improvvisamente,
    quell'eco spaventoso torna inquietante
    ... che delirio!
    Un altro innocente perisce,
    in nome di un potere che codardamente cela sempre il suo vero colto!
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      Scritta da: Cleonice Parisi
      in Poesie (Poesie personali)

      L'offesa

      È buona cosa,
      lasciar all'offesa lo spazio per far dilagar parola,
      affinché in quello stesso mare affoghi.

      È buona cosa,
      lasciar all'offesa l'intero cielo,
      affinché sol del suo volo si scorga,
      ed il giudizio solo lei colga.

      È buona cosa
      nel subir offesa,
      non cader nella trappola tesa
      che vorrebbe sguainar spada alla difesa;

      L'offesa è una spada tesa,
      non accettar impresa
      per una terra già presa.

      L'eco dell'offesa arrecata nella valle del silenzio,
      raddoppierà il cordoglio nella sorniona montagna,
      che disturbata da quel molesto dire,
      apprezzerà della valle
      il suo non voler interloquire.

      Quando alle porte del tuo castello,
      busserà nemico armato,
      basterà non schiuder porta
      del suo ulterior bussar poco importa.

      È nell'offesa
      la pretesa e la trappola tesa,
      non aprirai castello
      per un inutil duello.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Vorrei

        Vorrei accarezzarti le mani
        e con le mani toccarti capelli,
        vestire i tuoi occhi sì belli
        di sguardi e sospiri lontani...
        Trovarti di notte e abbracciarti,
        cercare di te e poi fermarti,
        poterti donare il mio viso
        e rubarti contenta un sorriso.
        Vorrei aspettarti la sera nascosta nell'erba, sudata,
        carpirti i segreti che ancora non hai,
        scoprire che forse verrai
        e aspettare la notte
        nell'ansia passata;
        capire il perché non basta a fuggire,
        nel prato, tra l'erba e l'aurora,
        riposa la piccola debole spora
        che ieri voleva morire.
        Vorrei rimanere da te,
        levarmi gli occhiali
        e posarli sul prato,
        aprire il tuo guscio incastrato
        e farti nutrire di me.
        Ma senza parole e in pochi momenti
        qualcuno mi chiama lontano
        raccolgo a tastoni sul suolo le lenti
        e chiudo il mio guscio pian piano.
        Tu resti un istante confuso
        poi apri la porta che avevi sbarrato
        mi spingi nell'atrio,
        poi fuori, scocciato,
        ma non sembri deluso.
        Il nostro pensiero rimane immutato,
        sei sempre il mio uomo,
        l'amore che ha vinto
        ed io... il timore
        che spesso hai respinto...
        ma mai che hai scordato.
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          Scritta da: Fra Libertaria
          in Poesie (Poesie personali)

          Loro come me

          A tutti coloro che timidamente hanno immaginato il calore,
          Ai sognatori indisponenti e mal assortiti,
          A tutti i navigatori di false speranze e delusioni,
          A tutti i detenuti di un carcere senza sbarre, costruito su misura,
          Ai musici di strada vaganti nella perenne notte,
          Agli scout che hanno smarrito la strada e dimenticato la stella polare,
          Ai pittori che guardano muri grigi da inventare,
          Ai poeti truffatori ed ingenui,
          Agli idealisi di rango inferiore,
          Ai figli della terra inghiottitit dalla disperazione e dall'attesa,
          Ai becchini che han scavato la loro ultima fossa,
          A coloro che gonfiano l'esistenza di monossido di carbonio,
          A quelli che guardano la corda con un po' di tentazione,
          Ai sofisti di terza serata che svendono il loro buonumore,
          Ai forestieri della vita,
          Ai ballerini con punte di gesso ammuffito,
          Ai viandanti che non possiedono la lista del loro destino...

          continuate A lottare! Ci sarà sempre un motivo per non cadere.
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            in Poesie (Poesie personali)

            È tutto finito

            È tutto finito,
            la tristezza è solo quello che resta...
            una lacrima che dentro nasconde quel che provo per te...
            una lacrima che cadendo porterà con se questo segreto:
            ti amo
            ma mai te lo potrò dire
            perché ormai di noi è rimasto solo il ricordo...
            è inutile pensare a un noi,
            ed è inutile pensare a te
            perché ogni pensiero che ti dono va perduto...
            ma ora che la razionalità ha sfiorato la follia
            io non posso fare a meno di pensarti...
            In questa notte di solo buio
            solo una stella potrà illuminare la mia mente
            E in questi giorni di nuvole e temporali
            solo tu brillerai nel mio cuore...
            Non è facile vedere il sole e non poterlo toccare,
            non è facile vederti ma solo da lontano
            Ma visto che questo è tutto quel che di te posso avere
            Resterò qui a guardare il mio sole
            Resterò qui a sognare la mia luna
            E fino alla fine dei tempi
            restò qui a guardarti mio amore...
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              Scritta da: Barbara Brussa
              in Poesie (Poesie personali)

              Melodia delle Stelle Cadenti

              Su, vieni...
              dammi la mano!
              Saliamo questa scala,
              fatta di arcobaleno.
              Ci porterà dritti alla nostra dimora.
              Nuvola di cotone ci accoglie;
              coperta di cielo ci scalda;
              Quante volte mi hai fatto mangiare
              la luce della luna,
              affinché potessi vedere
              i tuoi occhi parlarmi?
              Ogni notte ci incontriamo lì.
              Lì, dove le parole
              farebbero troppo baccano.
              Lì, dove tu mi capisci
              e ti senti sereno.
              Lì, dove i tuoni amplificano
              i battiti dei nostri cuori.
              Lì, dove io so da dove proviene
              quella brezza leggera.
              Orchidea selvaggia...
              dalle tue labbra nasce una melodia:
              Melodia delle stelle cadenti.
              Non credo in tutto
              Non credo a tutto
              Ma credo in te...
              Aspettami ai piedi dell'arcobaleno
              e ti porterò lassù, ancora una volta.
              Aspettami! Non farò tardi...
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                Scritta da: Barbara Brussa
                in Poesie (Poesie personali)

                Delirio Notturno

                Tocco forte e deciso di mani;
                lenti massaggi sulla pelle,
                che presto diventa ardente.
                "Fammi sognare!"
                Mi stringi,
                fino a farmi confondere
                col profumo di te.
                Bocca che conosce, che brucia,
                che assaggia.
                Gusto di ciliegie mature.
                Cerniera che stride.
                Schegge di passione,
                colpiscono in pieno.
                Tutta la notte, senza stancarsi.
                Sospiri intrecciati,
                a formare una fune,
                unica via di scampo
                da questa prigione.
                Vibrazione dei sensi.
                Ruggito dei corpi.
                Ci sbraniamo d'Amore,
                come belve feroci.
                E mi guardi, mentre lentamente...
                scivoli in me.
                Ora... non ci distinguiamo più.
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                  Scritta da: Elisa Nicolò
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Sulle ali della fantasia

                  Osservare
                  L'immensità blu del cielo
                  E lasciare
                  Libero il pensiero.
                  Sognare grandi ali
                  Che mi portano ai confini
                  Della realtà
                  Dove tutto è possibile
                  E niente è precluso
                  Alla fantasia.
                  Fa che queste ali
                  Non si sciolgano al sole,
                  che il vento
                  mi accarezzi il viso,
                  che questo blu
                  mi avvolga dolcemente.
                  Ma se un giorno
                  Dovrò svegliarmi
                  Da tutto ciò
                  Prendi il raggio di sole
                  Più bello
                  E delicatamente
                  Accarezza i miei occhi.
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