Vorrei regalarti il sole per scaldare il tuo cuore, la luna per cullare i tuoi sogni. Vorrei donarti l'arcobaleno per colorare la tua vita, i cieli azzurri per i tuoi voli liberi. Ti ho donato la vita per essere migliore.
Lento, dolce, inutile gocciolare di cera che consuma le mie candele. Caotico e nostalgico rimpiangere il passato, ripudiando un futuro diverso dal tuo destino. Strano desiderio notturno, al risveglio, sudando il tuo freddo in una lunga notte appena cominciata, dove cerchi affannata i pensieri lasciati nella notte prima. Non c'è meta nel tuo iter di pianti e rimorsi; non c'è traguardo per chi corre dalla parte opposta. Vai, trascinata dal vento, dove le terre non hanno colore, perché un giorno lontano, che sai certo, possa così apparirti più vicino: nel contare il tuo tempo passano i minuti, e nei minuti passano i pensieri che ti hanno resa viva. Poche candele ancora ti restano da consumare: da sola o infelice cosa importa, esse impiegano sempre lo stesso tempo.
Tra le mani un biglietto: "È un viaggio severo" ti fu detto.
È così iniziasti il cammino che non eri neppure un bambino, e nelle orecchie ancor quel dire: "È un viaggio severo, non ti posso mentire".
Sentisti il cammin divenir pesante mentre eri semplicemente un viandante, e quando prono al ciel saggiasti terra, ancor di quella voce ascoltasti favella: "È un viaggio severo, ma questa è la tua guerra".
Sollevasti membra facendo leva sulla tua tempra, caparbio occhio avevi ma poco in verità vedevi, e quando trappola fu tesa, tu prima di cader cercasti presa.
La notte era buia e soffocante, e tu eri solo un triste viandante fu allora che ascoltasti il vero canto di quel cuor che avei cercato tanto:
"È un viaggio severo, ma è in te quel sentiero, camminerai affranto stretto al tuo solo pianto, e tra lacrime e dolore raccoglierai il tuo primo fiore.
È nello sciogliere il mistero tu avrai inver trovato il tuo sentiero quello che abita ogni cuore, ma che chiede viaggio per far riconoscer Amore."