Una danza di stelle, accompagna la scia del ricordo. Un giardino, cuore mio, adesso arido e scarno. L'odore dell'erba, in un giorno di pioggia, lacrime mie. E il rumore, fuori da una finestra, di tempesta, tuoi sorrisi. Una candela, ormai consumata, nostro amore.
Oggi o domani verrei a casa tua, farei questo assurdo viaggio come tante volte pur accadde solo per infilare di straforo qualche parole nella sottile fessura che sempre ha la porta degli impostori col bene non potrei rompere o bruciare penso il divieto di rivederci che mi sono imposto da tempo. Niente, vorrei dirti, solo niente di niente. Fu detto già tutto tu non sentivi, non potevi e io non seppi parlare per il dolore che non provavo. Da quando ci siamo separati sopravviviamo, io sotto le rovine di quel tempo che mai fu, tu serpe vivente attorcigliata con l'inganno all'albero delle emozioni per addentare frutti immeritati. Ma questo mio niente che dopo di te vivido mi sostiene e si rafforza, cresce bene con l'insonnia della notte, fruttifica, si fa grande, muta la voce, e non vuole più stare solo con me, esce sempre più spesso con una lucerna a cercare il tuo niente, ancora più consistente e apparente che inutilmente nel nulla si esalta. I miei occhi pur fissarono il sole conobbero e seppero dei sui raggi non guardano più oltre adesso da che ti incrociarono l'ultima volta e non ricordano di aver visto perché dell'oscurità nulla si ricorda. A che servirebbe rivederti? Perderei il niente del mio niente. Di tutte le cose che potevo fare ne ho scelto una sola e vi ho creduto, monco di amore e di voglia di essere ripenserei alla tua pazzia al tuo cuore di marmo più gelido di un avello al bacio voluttuoso della menzogna alla lapidazione delle virtù all'odio che diurno ti acceca alla sarabanda della vanità sul proscenio dell'apparire a parole innocenti agitate a discolpa di atti che neppure un imberbe commette: tu sei il Niente che mi ha scelto per togliermi il tutto che avevi: così sia.
Stanco e sonnolente da anni aspettavo di chiudere gli occhi mettermi nella bara e in sordina andar via. Come e da chissà dove poi arrivasti tu... Quanto tempo sia passato da allora è follia che insorge e sfuria nella tenebra dei miei pensieri. Oggi, del tempo che fu limpido ricordo che mi dicesti solo: - Sveglia, su è l'alba andiamo, la notte la vedrai più tardi viviamo un altro giorno... - Potrò essere, mi illusi come acqua che sgorga prima dello stagno, improvviso e dolce mi piovvero addosso stelle e raggi di sole rividi le scaglie del mare mi erpicai ansante per colline ubertose evaporò malinconia: tra le sue braccia stretto mi strinse amore. -Potrà sorte mutare in rovina quanto vivo? - -Impensabile! - tante volte dicemmo l'uno all'altro. Or perché t'ho perduta e ho rimpianto acerbo di quell'estro di amor che non avevi nel cuore perché smarrita nel dedalo dei sogni non ti rintraccio come se fossi qualcuna a cui si tiene per la vita. Sei la grande storia che non è stata scritta ancora se senza pianto ho brividi di ricordanza falsa e vana. Svanisci pure del tutto come un vento moribondo che non spalanchi la finestra poi aprirò la porta del dolore e si fermerà la campana che ti suona a morte. Ti lascerò senza volerlo tornare qualche volta: per il cuore gelido passerai come ombra di presenza passata tra stanchezza sonnolenza e confusione di ricordi. Appurerai e dirò che non sei e ancor via andrai senza perdono rincorsa da una ostile confidenza.
Ciò che ero solito amare non amo più: mento l'amo ma meno, ecco ho mentito ancora, amo ma con più tristezza. Finalmente ho detto la verità! Amo ciò che amerei non amare... Ti odierò se posso, se no, t'amerò contro voglia...
Sappiamo guardare lontano ma non riusciamo a trovare lo sguardo di chi sta in fronte a noi e mentre il mondo ci ricopre di rumori scordiamo il tempo per ascoltare il nostro respiro, mentre la terra si sta popolando sotto i nostri vestiti siamo sempre più soli. Inutile che mi scrutiate con le vostre facce scettiche me l'hanno già detto in tanti che le parole non cambiano il mondo ma io non smetto di crederci e giorno dopo giorno vi sputo in faccia il mio cuore anche a costo di dissanguarmi, se non trovate il coraggio di accogliere il suono del vento allora continuate pure a cercare quel sole ipocrita e quell'acqua piatta dove credete di essere al riparo dai vostri pensieri, dai vostri problemi. Se invece ancora vibra qualcosa in voi allora cercate la forza di non metterlo a tacere, porgetemi la vostra mano perché ho un immenso bisogno di voi, portate il vostro passo affianco al mio, lasciate i pregiudizi e non abbiate paura di condividere la vostra splendida sfumatura perché le diversità ci uniscono. Se non vi fidate di ciò che scrivo guardate il cielo perché io sono soltanto un uomo che ha ancora tutto da imparare, se avete ancora la presunzione di non aver bisogno di nessuno guardate il cielo perché non esistono arcobaleni di un colore solo.
Tic tac, voce incessante del tempo scandito che inesorabile scorre; delle ultime luccicanti gocce che scendono da una gronda, residuo della cessata pioggia.
Tic tac, un ritmo obbligato, una necessaria cadenza, una misura per il tuo respiro, per cogliere il pulsare dell'universo, il fremito della vita, per armonizzare con l'immenso.
Tic tac, il battito del cuore, il palpitar della gioia, dell'amore, sprazzi di accecante luce, marcate note di melodie arcane.
Tic tac il tuo passo frettoloso verso di me, desideroso di abbracciarti.
Ricordi di una passione vissuta, della frusta: vorrei portarne i segni per sempre; della corda, così stretta da provocare piacere; delle catene, così forti da tenere prigionieri il cuore e la carne, orgasmo di simbiosi perfetta! Così gli telefonai. Era il piacere nei nostri occhi che volevo rivedere, erano i rivoli viscosi della lussuria che desideravo tra le gambe. Tra le labbra dei sensi il sapore dolce, salato, intenso, di lui, di me, di noi, del sesso e della rara forma d'amore eclissato.
La felicità confonde i colori, e di notte gli odori divengono tutti uguali. Ma ad un tratto il cielo si strappa… Forse la pioggia non farà più ricordare, portandomi di nuovo ad amare; forse la pioggia bagnerà le distanze, cancellerà i rancori e scioglierà i confini; forse la pioggia ci condurrà ancora vicini. Quando la solitudine slaccerà il nodo nel petto, la pioggia bagnerà l’amore fino alla fine del respiro, non ci sarà più da bere il vino e ritorneremo di fronte al nostro destino.
Un attimo Un attimo e può accadere di tutto... In un attimo ho incrociato il tuo sguardo, E la mia vita è cambiata. In un attimo mi sono innamorata di te, E mi sono lasciata trasportare dall'emozioni In un attimo io ho vissuto veramente E dopo in un attimo tu hai cancellato tutto lasciandomi lì sola... un attimo... già solo un attimo...