A volte penso di essere sbagliato Altre volte dico di essere nel giusto Molte volte sono criticato Per credere nell'amore manifesto. Non crescerò mai dicon tutti. Se è questo il mondo degli altri Voglio restare con gli occhi da bambino Con il cuore romanzino Datemi pure del cretino Ciò che ho nel cuore è ben altro Di ciò che pensa chi non fa altro Che mal giudicare e ferire.
A volte penso di essere sbagliato Perché vorrei un cuore rinnovato Lo vorrei duro e spietato Piccolo piccolo e pietrificato Ruvido e scontroso E chissà se il risultato fosse il vivere agiato.
Eh si a volte penso di essere sbagliato Per paura di essere mal giudicato Cambierei il mio cuore Con uno meno malato Ma non sarei me stesso... che peccato.
Un attimo è solo un attimo Seduto ad ascoltare il tempo Mentre governo il mondo Gestisco la vita intensa Mi muovo con frequenza Un attimo per vivere
Stop, basta, alt Tutto si ferma Il sole si spegne Il vento non si sente La musica è svanita Non sento più le dita Un attimo per pensare
Un attimo è solo un attimo
Fotogrammi tanti fotogrammi Veloci ma incisi Proiettano i momenti lieti Ricordano i sentimenti Di una vita ormai sospesa Un grazie alle persone care Un addio a ciò che sono stato Un abbandono nel silenzio Un attimo per morire
Un attimo è solo un attimo
Black out, buio bianco Il bianco avvolge i pensieri Spazi candidi senza vita Silenzi mai ascoltati Libertà mai vissuta Un attimo per sperare
Un attimo è solo un attimo
Esserci ancora può deludere Chi si aspetta di cambiare Dopo aver capito Che la vita è un attimo Un attimo per amare.
Anima persa... vaga per questo cuore... anima di lupo solitario... ali insanguinate... dal sangue del mio cuore... che non smette di sanguinare... anima persa... in questa nebbia di sofferenza... anima persa vaga... senza trovare rifugio sicuro... vorrebbe scappare via... ma i meandri del mio cuore sono troppo bui e tetri... piange... e cosi le lacrime si uniscono al sangue... creando il dolore... quello interiore... quello che solo un anima pura può guarire... un anima che non esiste... perché quell'anima ero io... al giorno d'oggi non se ne trovano più anime così... ero bianco puro... ora sono rosso... rosso di rabbia verso il mondo... e rosso di sofferenza... e cosi la mia anima vaga... senza trovar rifugio... né nel mio cuore... ne in quello di altri... morire... senza trovar meta... la fine di un barbone... o la fine... la mia fine...
La realtà... troppo dura... troppo solitaria... siamo divisi... i nostri cuori e le nostre anime... sono cose distinte... la tua mancanza si sente troppo... il mio cuore ti vuole... perché mi manchi... ti ho davanti agli occhi... ma non ti posso avere... e cosi vado a dormire con le lacrime agli occhi... mentre si chiudono i miei occhi immagino te... ed entro nol mondo dei sogni... della fantasia... in cui io e te siamo più vicini di qualsiasi cosa... camminando per la foresta... ti dico tutto ciò che non ti ho mai detto nella realtà... ti voglio... ti desidero... ti amo... ma purtroppo questo è solo un sogno... e quando mi sveglierò... tutto sarà come prima... e tu rimarrai solo un sogno per me... finquando sogno e realtà non si uniranno in una sola parola... chiamata amore... e vivremò per sempre in un sogno... ogni mattina ci sveglieremo... ma continueremo a sognare... perché l'amore è un sogno... che pochi realizzano... ti prego unisciti a me... diventiamo un solo corpo... con due anime... e viviamo insieme questo sogno chiamato... amore...
La cena? Ci penso io! Nuvole rosa, sulle quali sedersi Un lembo di cielo, come tovaglia La luce degli occhi, per creare l'atmosfera
Spicchi di luna, guarniti con schegge d'aurora e conditi con succo d'amore Una spolverata di stelle e... buon appetito! Mentre le note del cuore si diffondono nell'aria... si consumerà un ottimo piatto... "ar-dente"!
È terribile sentire l'assenza della presenza. È come vivere accanto ad un fantasma. Sentirne il fiato sul collo, che ti mette brividi nel corpo e gelo nel cuore. Un'anima dannata, che ti appare all'improvviso. Pochi attimi, rubati all'eternità. Il dissolversi di un'immagine che, forse, non hai nemmeno realmente veduto... Nessuna certezza. Nessun calore. Nessuno (veramente) accanto a te. Le stanze del tuo freddo castello gridano, in un vuoto silenzio. Nessuno risponde. Nemmeno tu puoi sentire. Perché sei già morto. Morto dentro.
Ascoltami, o signore dalla veste oscura e disegnami nel silenzio da te concesso il futuro se triste deve essere scritto, o lasciami e abbandonami e fammi camminare dove nessuno e passato, dove posso ancor sognare, ridere... ridere e ridere ancora, dove la vita non è una colonna sonora, di un film in bianconero dal finale gia visto, lasciami vivere io ho bisogno di questo.
Una danza di stelle, accompagna la scia del ricordo. Un giardino, cuore mio, adesso arido e scarno. L'odore dell'erba, in un giorno di pioggia, lacrime mie. E il rumore, fuori da una finestra, di tempesta, tuoi sorrisi. Una candela, ormai consumata, nostro amore.
Oggi o domani verrei a casa tua, farei questo assurdo viaggio come tante volte pur accadde solo per infilare di straforo qualche parole nella sottile fessura che sempre ha la porta degli impostori col bene non potrei rompere o bruciare penso il divieto di rivederci che mi sono imposto da tempo. Niente, vorrei dirti, solo niente di niente. Fu detto già tutto tu non sentivi, non potevi e io non seppi parlare per il dolore che non provavo. Da quando ci siamo separati sopravviviamo, io sotto le rovine di quel tempo che mai fu, tu serpe vivente attorcigliata con l'inganno all'albero delle emozioni per addentare frutti immeritati. Ma questo mio niente che dopo di te vivido mi sostiene e si rafforza, cresce bene con l'insonnia della notte, fruttifica, si fa grande, muta la voce, e non vuole più stare solo con me, esce sempre più spesso con una lucerna a cercare il tuo niente, ancora più consistente e apparente che inutilmente nel nulla si esalta. I miei occhi pur fissarono il sole conobbero e seppero dei sui raggi non guardano più oltre adesso da che ti incrociarono l'ultima volta e non ricordano di aver visto perché dell'oscurità nulla si ricorda. A che servirebbe rivederti? Perderei il niente del mio niente. Di tutte le cose che potevo fare ne ho scelto una sola e vi ho creduto, monco di amore e di voglia di essere ripenserei alla tua pazzia al tuo cuore di marmo più gelido di un avello al bacio voluttuoso della menzogna alla lapidazione delle virtù all'odio che diurno ti acceca alla sarabanda della vanità sul proscenio dell'apparire a parole innocenti agitate a discolpa di atti che neppure un imberbe commette: tu sei il Niente che mi ha scelto per togliermi il tutto che avevi: così sia.
Stanco e sonnolente da anni aspettavo di chiudere gli occhi mettermi nella bara e in sordina andar via. Come e da chissà dove poi arrivasti tu... Quanto tempo sia passato da allora è follia che insorge e sfuria nella tenebra dei miei pensieri. Oggi, del tempo che fu limpido ricordo che mi dicesti solo: - Sveglia, su è l'alba andiamo, la notte la vedrai più tardi viviamo un altro giorno... - Potrò essere, mi illusi come acqua che sgorga prima dello stagno, improvviso e dolce mi piovvero addosso stelle e raggi di sole rividi le scaglie del mare mi erpicai ansante per colline ubertose evaporò malinconia: tra le sue braccia stretto mi strinse amore. -Potrà sorte mutare in rovina quanto vivo? - -Impensabile! - tante volte dicemmo l'uno all'altro. Or perché t'ho perduta e ho rimpianto acerbo di quell'estro di amor che non avevi nel cuore perché smarrita nel dedalo dei sogni non ti rintraccio come se fossi qualcuna a cui si tiene per la vita. Sei la grande storia che non è stata scritta ancora se senza pianto ho brividi di ricordanza falsa e vana. Svanisci pure del tutto come un vento moribondo che non spalanchi la finestra poi aprirò la porta del dolore e si fermerà la campana che ti suona a morte. Ti lascerò senza volerlo tornare qualche volta: per il cuore gelido passerai come ombra di presenza passata tra stanchezza sonnolenza e confusione di ricordi. Appurerai e dirò che non sei e ancor via andrai senza perdono rincorsa da una ostile confidenza.