Scritta da: Diana Barbieri
in Poesie (Poesie personali)
Tu
Solo tu...
violente brezze ti turbinano attorno
tutto il resto... è nebbia...
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Solo tu...
violente brezze ti turbinano attorno
tutto il resto... è nebbia...
Più scorre il tempo
e più divengo realista...
I giorni passano
ed io penso...
Se solo mi amassi
il cielo pioverebbe oro
anche solo poco basterebbe
per illuminare la mia via
se mi amassi...
Potrei essere fiera di te
di tutto e per tutto.
Potrei stringermi a te
in questi malinconici giorni
oppure potrei baciarti...
e vivere per l'eternità...
Cullami...
con le tue forti braccia stringimi.
Sognami...
con ogni tua cellula desiderami.
Amami...
con le tue morbide labbra baciami.
Oppure odiami...
stringi il tuo pugno, ed uccidimi!!!
Quindici giorni
solo quindici giorni all'addio
L'inverno ha chiuso le porte
lasciando una scia di strani ricordi.
Un vento profumato di fiori
scuote le fronde
una candida mongolfiera
si alza dall'orizzonte
e come stella polare
mi indica la via:
la via della tristezza
così che io non possa mai scordarmi di te.
È lì che ogni mattina Febo si risveglia
è l'est, il calore
... o forse sei semplicemente tu
E così compare davanti ai miei occhi il tuo viso
i tuoi occhi malinconici.
Sarebbe valsa la pena
di vivere una vita di torture
per uno solo dei tuoi sguardi
un "ti amo" sussurrato
in un pomeriggio d'estate
un bacio solo
ma dato con amore.
Mi sono innamorata dei tuoi silenzi
del tuo non salutare
della tua risata gaia e fresca
come la pioggia estiva
del ticchettio che fa la biro sul banco
quando sei nervoso
del tuo stare solo
a fissare il vuoto o...
... l'immenso.
Mi sono innamorata...
tanto che anche ogni tuo difetto
sarà una voragine incolmabile
perché io, quei difetti, li amo
sono parte integrante di te.
E di tutto questo rimane
il ricordo della tua figura
dolce e forte nel contempo
che pian piano si confonderà
nella fitta nebbia dei ricordi
e non vorrei...
perché anche se non sei mio
rimani la cosa più bella che ho...
Ascolta il mio cuore,
è la rivoluzione dei globuli rossi
che si mettono in movimento,
vanno su e giù
sfondano le arterie
ed invadono l'anima
e ci si lascia andare.
Se né io né il mio lui fossimo
entrambi due ragazzi gay;
non avremmo mai incrociato,
in quel modo, i nostri way.
Ma così diversi ed uguali,
siamo stati sempre insieme;
così come due naufraghi,
che si vogliono tanto bene.
Per coincidenza o per destino,
ci siamo proprio incontrati;
e come nei sogni di ragazzino,
ci siamo da subito fidanzati.
E se un giorno ci sposeremo,
non potrà mai esser in chiesa;
e se Dio lo vorrà, Lui almeno,
per il Papa sarà una offesa.
La testimone sarà la mamma,
e gli invitati sarete voi;
perché lei è madre e ci ama,
e voi avrete tifato per noi.
E poi, come marito e marito,
proveremo in noi la virtù;
ed alla fine avremo capito
che l'esser gay non è un tabù.
Ci sono pensieri che nascono lontano da noi
piccoli mondi che il tempo amplifica
e la vita colora e profuma
portandoli a noi per chiamarli Esperienze, o Sogni.
Siete Voi, tutte le persone come te
che con i Vostri pensieri date date forma e realtà ai sentimenti
alle emozioni, al dolore e alle speranze.
Alla patria dei poeti.
Io sono solo un povero foglio di carta
su cui Voi incidete emozioni.
A me resta solo da mettermi sotto le vostre nuvole
a raccogliere le gocce d'anima che voi liberate.
Come fanno i bambini in principio d'estate
che con un cesto provano a imprigionare le ciliegie
che altri colgono e lasciano cadere.
Prima che vadano perse per sempre.
Il respiro dell'anima prende fiato, sottolineando che ci sei tu,
che arrivi come un vento si primavera, accarezzando i fiori nei campi,
vento che da spinta alle ali del mio cuore.
La notte nasconde
agli sguardi del mondo
peccati d'amore
sulla scia di stelle lucenti
amori si fondono
in lenzuola di desideri
intense sensazioni vivono
essenze di corpi vibrano
esplodono, in calde emozioni
torrenti in piena travolgono
battiti e umori
membra stanche
ora assaporano...
la silente quiete.
La mia storia è quella
che altri e il tempo
hanno sempre scritto per me.
Nacqui un giorno non so
se per caso o per amore,
crebbi piano nelle strade
fra miseria giochi e paure,
l'ansia in corpo di essere grande
si accompagnò all'illusione
di incontrare un giorno amore.
Poi d'un tratto mi scoprii uomo
come arboscello mi feci fusto
misi foglie e diedi frutti.
Guardai il mio animo fiorire
il cuore farsi piu piccolo e
tremare ad ogni emozione
affidarsi a una speranza.
Oggi sono quello di ieri
non cambierò' se sopravvivo
illuso, pazzo ingenuo
allacciato resto ad una donna
rimasta bambina cattiva
che vuole tanto
per niente che dà
che non mi dà niente
per tanto che prende
che allattata al seno
d'amor mai pur cresce
che come gnomone di meridiana
ad un alto sole d'affetto
ombra sulla mia vita proietta
anticipandomi l'ombra dei cipressi
che già da tempo più non temo.