Viveva con il vento ascoltando nenie antiche sotto palme del tempo. Camminava con la pioggia: un pezzo di pane con farina di banane e un ritornello nato fra la gente. Dormiva sotto le stelle con le croci del sud negli occhi e una canzone nata guardando i bufali masticare la notte. Sognava con l'aurora nei forti tramonti col rosso del cuore e il bianco della morte. Era mezzo cieco sotto il sole zambesiano con la musica nelle vene e un cristo nelle mani. Non so più niente resta solo il suo nome perduto nei ricordi. Sulla sua tomba rumori di tamburi e una musica senza ritorno.
Persi le forze mie persi l'ingegno Che la morte m'è venuta a visitare E leva le gambe tue da questo regno! Persi le forze mie persi l'ingegno
Le undici le volte che l'ho visto Gli vidi in faccia la mia gioventù Oh Cristo me l'hai fatto un bel disgusto Le undici volte che l'ho visto
Le undici e un quarto io mi sento ferito Davanti agli occhi ho le mani spezzate E la lingua mi diceva "è andata è andata" Le undici e un quarto mi sento ferito
Le undici e mezza mi sento morire La lingua mi cercava le parole E tutto mi diceva che non giova Le undici e mezza mi sento morire
Mezzanotte m'ho da confessare Cerco il perdono da la madre mia E questo è un dovere che ho da fare Io a mezzanotte m'ho da confessare
Ma quella notte volevo parlare La pioggia il fango e l'auto per scappare Solo a morire lì vicino al mare Ma quella notte volevo parlare
E non può non può Può più parlare può più parlare Non può non può Può più parlare può più parlare
Persi le forze mie persi l'ingegno Che la morte m'è venuta a visitare E leva le gambe tue da questo regno! Persi le forze mie persi l'ingegno.
Il ventidue di agosto a Boston in America Sacco e Vanzetti van sulla sedia elettrica E con un colpo di elettricità All'altro mondo li voller mandà
Circa le undici e mezzo giudici e gran corte Entran poi tutti quanti nella cella della morte "Sacco e Vanzetti state a sentir Dite se avete qualcosa da dir"
Entra poi nella cella il bravo confessore Domanda a tutti e due la santa religione Sacco e Vanzetti con grande espression "Noi moriremo senza religion"
E tutto il mondo intero reclama la loro innocenza Ma il presidente Fuller non ebbe più clemenza "Siano essi di qualunque Nazion Noi li uccidiamo con grande ragion"
E tutto il mondo intero reclama la loro innocenza ma il presidente Fuller non ebbe più clemenza Addio amici in cor la fé Viva l'Italia e abbasso il Re.
Son morto con altri cento, son morto che'ero bambino passato per il camino e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz tante persone ma un solo grande silenzio è strano non ho imparato a sorridere qui nel vento. Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento. Ma ancora tuona il cannone e ancora non è contento di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento. Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà.
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni... Però ciò che è importante non cambiare; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea d'arrivo c'è una linea di partenza. Dietro ogni successo c'è un'altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite... insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te. Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però non trattenerti mai!
Per Noi non esiste il destino. Soltanto chi, inghiottito dall'ignoranza e dalla paura, per giustificare i propri sbagli si crede nel destino, la verità è che il proprio destino c'è lo creiamo Noi con le nostre scelte giuste o sbagliate che siano... siamo solo noi gli artefici del nostro avvenire non esiste una cosa già predestinata.
Quel vento gelido che ti accompagna nel finire della notte, che ti accarezza la guancia dolcemente, ti spettina i capelli, e ti da quella sensazione di libertà. Quel vento che con furbizia ti penetra sotto la maglietta, dandoti un brivido di freddo... poi arriva quel raggio di sole che tinge le nuvole, di rosa, rosso e arancione, quasi un arcobaleno di colori, che spunta da quella collina zuccherata di bianco, che luccica come piccoli diamanti... e ti chiedi se mai un pittore riuscirà a disegnare questo Paesaggio Incantato.
Ho voglia di stare con te tra le tue braccia al sicuro. Dalle incertezze ho voglia di stare con te, fra le certezze dei nostri sogni dalle incertezze del domani di sfiorare le tue labbra di sentire un brivido nel baciarti. Ho voglia di stare con te Per quel tempo che ci rimane Fra i ricordi di ieri le tue braccia oggi, per poi vivere insieme il nostro domani.
Mi manchi, mi manca, la tua voce. Mi manca, quella parte di te, che sognava, anche quando, eri senza sogni. Quel tuo stare bene, anche quando stavi male. Mi manca quel sorriso, che nascondeva le lacrime. Quelle lacrime nascoste, dietro quei occhi chiusi. Quegli occhi blu, trasparenti limpidi infiniti come il cielo. Mi manchi... M manchi tu papà.