La tua dolcezza è divenuta crudeltà, il tuo amore ora è solo disprezzo, i tuoi sorrisi sono ormai svaniti nell'orgoglio... Il mio nome e la mia vita sono per te ormai dimenticati... Ma niente e nessuno potrà farti scordare il mio amore, che ancora oggi senza accorgertene ti sta accanto, e ti dice... "Io sono ancora qui se tu vorrai vedermi".
Dei miei sogni ne sei l'amore... dei miei giorni ne sei il dolore... della mia mente ne sei l'ossessione... del mio domani ne sei la colpa... della mia vita ne sei la salvezza!
Ti guardo come un'amore rimpianto... Ti parlo nella speranza di un tuo perdono... Ti penso come non lo farebbe nessuna... Ogni volta che i nostri corpi si sfiorano, seppure per sbaglio, avverto un brivido... che arriva sino al mio cuore... colpendolo... ferendolo lasciandogli come unica speranza un bacio... un bacio di vita.
A me piace la pioggia quando scroscia sui tetti e cade giù creando effetti creando una musica che musica non è ma è un ritmo, un battito per me che ricorda il nostro tempo, il tempo! Sento la quiete dopo la pioggia l'aria è fresca e purificata.
"Quando pioveva andavi in terrazza per bagnarti dell'acqua per sentire la pioggia cadere sul viso... da quanto tempo che non lo fai? Dio, moltissimi anni! Andrò giù in giardino e andrò indietro con il tempo".
L'acqua ci porta vita ci porta purezza come nel battesimo vorrei essere li con te a vedere la tua infanzia a scoprire i tuoi giochi a capire i tuoi occhi adolescenti a sentire la tua piccola voce vederti correre e saltare come un bambino di un tempo. Ti prenderò per mano e correremo insieme, a chi salta più buche, a chi schizza più acqua. I miei piedi ormai inzuppati, butto via le scarpe e corro a piedi nudi saltiamo sulla stessa acqua per cantar vittoria. Io salto e tu salti. Tu corri ed io ti rincorro, scappi mentre ti giri ridendo. Sai però che al prossimo giro ti prenderò.
"Di solito ero veloce a correre..." ma io di più, fino a quando non ti prenderò e l'acqua non potrà fermare i nostri sorrisi, scenderà sui nostri visi. Gocce che rimarranno gocce che via andranno come noi che ricorderemo quei momenti di gioia e spensieratezza. Oggi le gocce d'acqua li ritroviamo come lacrime di rimpianto per quegli anni ormai lontani che vedremo rifiorire nei nostri cuori, che vedrò in un tuo sorriso in una tua emozione.
"Guardare il mondo ancora una volta con gli occhi di un bambino. A volte sento che ancora qualcosa di anima da bambina mi resta... forse la parte della "soñadora" (sognatrice)... solo per sentire un attimo di poter ancora essere capace di guardare tutto intorno con gli occhi di bambino..."
Prenderò un tridente e pungerò il tuo ventre. Afferrerò un arpione e colpirò il tuo cuore. Con la spada ti infilzerò e ti espugnerò. Guarderò la tua forza brutale svanire ed affiorare il fondale. Come Mosè in mezzo a te camminerò fino alle porte del tuo nascondiglio per riprendermi l'orgoglio. Ti sprofonderò negli abissi, che neanche le eclissi porteranno più maree. Non ti darò il mio amore. Perfino il titanic la luce rivedrà per diventare una grande città. Sarai solo il ricordo di pirati, bagnini e bagnanti. Le tue onde non travolgeranno più le navi che ti incroceranno. Di te fotografie, canzoni e poesie diverranno eresie.
Se tutto questo servirà, a risuscitare chi sta nell'aldilà, delle mie parole ne farei realtà.
So che la mia collera non porterà la primavera. E non potremmo vivere senza te... Mare.
Le pause che siano di riflessione Le attese che siano per ripartire Le delusioni che siano per crescere Le vittorie che siano per condividerle La vita che sia per tutti.
Ho paura di perdermi nelle incertezze, nell'abitudine e nella quotidianità. In un mondo senza valori, senza amore e senza sogni. Paura di vivere senza vivere realmente, di non saper ascoltare chi ne ha bisogno veramente. Paura di non esserci quando mio figlio mi cercherà. Paura di non saper leggere e ascoltare l'anima che bussa. Di usare il cuore come un muscolo senza sentimento. Paura di amare senza amare veramente. Di non saper dire quando serve Ti voglio bene.
Si chiama solitudine quel vuoto che c'è quella che invade questa stanza arrivando al cuore. Si chiama disperazione. Quel vortice che ti divora. Che non lascia uno spiraglio, di pace, di tregua o di speranza. A quel tuo povero cuore.