Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Ballo di zingara

Balli, zingara,
al sorgere d'un sole che
t'invidia
per quanto tu riesci a riscaldare
con il tuo corpo scuro e la passione.
Balli, zingara,
con la civetta luna che
si specchia
in questo mare tavola di luglio
e rende te più bella alla sua luce.
Balli, zingara,
col cuore e il corpo
liberi,
vagando come foglia giù dal ramo
che segue il vento, e sfugge delicata.
E se vorrai, zingara,
io ballerò con te
amante fortunato per un attimo
sapendo che ti prenderai il mio cuore
per poi dimenticarlo insieme al ballo.
Perché il solo sapere che
sei zingara,
non mi sarà abbastanza per difendermi
e rinunciare a te
che già m'hai preso.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Ho visto un uomo
    danzare col toro
    dietro una mantilla
    di una donna sola.
    Era il sogno
    d'una notte chiara
    col passo doble
    e morte amara.
    Correvano le ombre
    all'odore del sangue,
    las banderillas d'oro
    e musica di chitarra.
    Il torero danzava
    con grida ardenti
    inchiodando la spada
    nel muto silenzio.
    Gridano ancora
    il toro e la luna
    e il sole dorme
    in caverna oscura.
    Ho visto l'uomo
    danzare col toro:
    il giorno e la notte
    in canto d'amore.
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      Scritta da: Cleonice Parisi
      in Poesie (Poesie personali)

      Avrai

      Avrai da salire e scendere scale;
      Avrai voli ed abissi;
      Avrai giorni e notti;
      Avrai fiori e sassi.

      Avrai,
      e versando lacrime crederai di non aver mai avuto.

      Avrai,
      e con un peso nel cuore, sentirai di non aver mai amato.

      Avrai,
      e con le lacrime negli occhi, crederai di non aver mai visto.

      Avrai,
      e col vento tra le mani, sentirai di non aver mai stretto;

      Avrai e nel credere di non aver mai avuto,
      la tua vita sarà trascorsa.

      Avrai da scendere e salire scale,
      scenderai e salirai tra sollievo e affanni,
      ma ricordalo.

      Avrai voli ed abissi,
      nei voli guarderai in basso
      e dagli abissi guarderai in altro,
      ma ricordalo.

      Avrai giorni e notti,
      nei giorni sorriderai alla luce
      e nella notte verserai lacrime,
      ma ricordalo.

      Avrai fiori e sassi
      dei fiori conserverai il profumo
      e dei sassi la dura materia,
      ma ricordalo.

      Avrai
      e nell'avere comprenderai che l'alternanza del vivere ti era maestro.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)

        Compleanno di mia figlia

        Cavalli bianchi sul fiume
        sogni di primavera negli occhi
        silenzi di stelle nel cuore
        nota di musica nella notte.

        È la dolcezza fatta donna,
        volo d'aquila su rocce antiche,
        canto di colomba su campanile,
        questa mia figlia nata ieri.

        Parole rotte da linguaggio umano
        gesti mitici racchiusi nel tuo corpo,
        disegno infantili dai colori chiari,
        tortorella libera nel cielo di Dio.

        Cavalli bianchi nei tuoi occhi verdi
        sogni di bimba nelle tue mani,
        silenzi umani sulle tue labbra,
        tanta avventura nel tuo domani.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Ci facciamo adulti
          sognando il domani
          legati a racconti
          con volti umani.
          Cappuccetto Rosso
          cresce con Barbablù,
          Pinocchio si diverte
          beffandosi di Belzebù.
          La Befana cavalca
          sulla luna piena
          durante le notti
          senza misteri.
          Ci facciamo adulti
          al ritmo di un ritornello
          perdendo ritmo e parole
          sognando un somarello.
          Un'avventura perduta
          nelle grotte del mondo,
          una giovane sfoglia
          un fiore in girotondo.
          Un'epoca cavalca
          sulla giostra umana
          e ci facciamo adulti
          insieme al gatto
          con gli stivali.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Un via vai sui marciapiedi
            colori tramutati in passi
            profumi femminili nell'ombra
            molti volti in maschera.

            Una chiazza di giallo
            si riflette nel cielo:
            è un vestito sevigliano
            che cammina leggero.

            Una foglia di pioppo
            giace in ascolto
            è il cuore del giorno
            che bacia la notte.

            Le sirene rompono l'aria
            in quest'ora di vento
            sono spariti gli spiriti
            nella città senza tempo.
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              Scritta da: Gb Chessa
              in Poesie (Poesie personali)

              E il dolce

              E il dolce suicidio pervenne a monte
              ali gravide, procedette da ovest
              c'era gente impettita
              ma io nulla, morii lo stesso, indefesso.

              Il dolce suicidio soggiunse lo stesso
              esausto delle mie stesse geografie mentali
              sovvenne e ravvenne e soggiacette
              nonostante una totale assenza di tracce di lirismo.

              C'era un vento
              era giallo, come di gente che resta,
              grottescamente in un'aria di zolfo sinistra,
              forse era l'odore delle ceneri, una specie di incenso.

              Il dolce suicidio si chiamò con nomi di droghe inauditi
              terrificanti zampogne simboliche che tremavano terra al passo.
              Eppure il dolore era lì, dentro la gente che rimase,
              e il dolce suicidio prese terra e ali e zolfo
              ma soprattutto si prese il mio stato anagrafico.

              Fui zero, praticamente in una parola fui,
              l'unica parola che resta
              quando la brezza di due nodi tipica del dopo suicidio
              tesa brezza da est, lo segue e cancella il ricordo.

              C'era gente gialla, come di gente che resta vento,
              esausta delle sue stesse geografie mentali,
              che rimase dolore permanente, come in una costante di Bohr.

              Era il mio suicidio, eppure appartenne per sempre a quelli che restarono,
              nonostante un'assenza apparente di tracce di lirismo.
              Io ricordo il pianto di alcuni,
              come di bave colanti su zigomi assolti,
              come di bave colanti sopra un immacolata tenace assoluzione.

              E il dolce suicidio lo chiamavano con parole di Freud,
              di Kant e di Moliere, Shakespeare e tante altre salme impettite
              solo spettinate dalla nota brezza a due nodi del post-suicidio,
              il mio, ma anche di tutti, come un postulato di Bohr.

              Rimase il suicidio, ma soprattutto rimasi io,
              perché nel frattempo colò un Dio
              e divenni eterno
              di non so quale pasta eterna,
              tipo giallo, con odore di vento, teso, da est, due nodi,
              e guardo insieme a tutti gli esimi suicidi la gente che resta
              tesa, da est, a spergiurare dentro le proprie nauseanti geografie mentali,
              a scongiurare con segni di croce e rosari il proprio suicidio,
              tutto, perfettamente, in un apparente assenza di lirismo.
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                Scritta da: Fiorella Fioretti
                in Poesie (Poesie personali)

                Neanche ti rendi conto

                Mi fai soffrire,
                neanche ti rendi conto.
                mi passi davanti, facendo il vago,
                neanche ti rendi conto
                di quanto mi fai soffrire.
                quel tuo ignorarmi, nonostante tutto,
                nonostante tu sappia quanto io tenga a te,
                neanche ti rendi conto
                quanto io stia male.

                sai che mi pento dei miei errori,
                ma nonostante questo... non ti importa,
                non ti rendi conto... no,non ti rendi conto,io ti amo!
                Ti guardo da lontano,sperando che in un solo secondo tutto il mondo cambi,
                come se un angelo potesse far cambiare le cose
                per dare un po' di amore,anche solo a noi due.
                neanche ti rendi conto,
                di quanto ti voglio.
                anche tu mi vuoi,ma l'orgoglio e il non saper perdonare ti accecano,
                neanche ti rendi conto.
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