Sono andata in fondo al mare a curiosare i ricci pungenti e dispettosi, a fare i dispetti alle meduse, a solleticare i polipi innervositi e offesi, a rincorrere le balene. Toh, un granchio ci prova e io volo via, via su nel cielo... su una stella, la stella più brillante e poi su quella più luminosa saltellando su questa e su quella, di qua e di là. Ho abbracciato la luna che da sempre mi sorride e mi consola per guardare dal suo naso la distesa del mare e le vette lontane e poi giù scivolare sui suoi raggi come liane sospese nella notte per attraversare di raggio in raggio città e paesi senza tempo, senza fretta, templi e giardini, miserie e ricchezze... e ho incontrato il sole grande, rosso caldo... immenso.
Guardo quella foto con i bordi corrosi da mille lacrime che ormai non ingoio più e mille ancora che invaderanno ogni mio singolo poro del mio viso, il mio viso che ha subito anni di indifferenza, di paura, di notti passate a chiedermi perché... Accarezzo il tuo viso angelico che tanto ho amato, che amo ancora, che amerò per sempre, quel volto che mille volte mi ha sorriso, che mille volte non mi ha guardata, che mille volte è andato via da me per non tornare, che mille volte ho visto piangere... Ora il vento destino soffia contro la mia vela, mi affido a lui perché non ho più la forza di remare contro... Vado dove lui vuole, senza chiedermi se domani sarà il sole a svegliarmi o sarà un gelido inverno che dentro di me regnerà ancora.
All'alba con la brezza ci sei con la tua tenerezza pronta a vivere un giorno, con le fatiche attorno, con il tuo amore materno, per un avvenire eterno.
Entri piano piano nel cuore di ognuno. Navighi a bordo della tua bontà.
Adesso mordo il tuo silenzio per poter gustare le tue parole vere.
Immagini del tuo tempo affiorano in un momento di tristezza, con la consapevolezza che domani, nelle nostre mani ci sarà la speranza della vera essenza che inseguiamo, per dire "ti amo", ad un mondo grottesco, che di fiabesco ha solo la natura.
Ma tu con la testa dura per la tua strada vai ed un giorno vedrai, i tuoi sogni realizzerai.
Mamma non farlo ti prego Sono qui ho voglia di esserci. Voglio la tua stessa possibilità Vedere il mondo con i miei occhi. Come tu lo vedi con i tuoi. Non lasciami vagare nella nullità. Voglio dei sogni un amore. Un vita vera, non respingermi. Voglio vivere come vivi tu. Voglio conoscerti stringermi a te. Se lo farai ti mancherò. La tua vita non sarà più la stessa. Amami fammi nascere non te ne pentirai.
Attenta, oltre il vuoto che ti invade, questo cuore non veduto ascolta prima che sfinito salpi per l'eterno. È passata, come parte della nostra vita l'ora della tortura e delle acri parole or muto e spento è il cratere d'ira lontane son ceneri e fuliggini sgombro di lapilli l'orizzonte; al sicuro in questa tersa aria esci dal rifugio e torna al sole. Altro e nuovo tempo ti involi con altro passo ripulsino le vene un ineffabile t'afferri e ti regga. Non vedi le divenienti case di speranze che si stagliano oltre quel che scorgi che a tentati strappi ancora intatta è la trama e che alla pozza semivuota altra acqua vi giunge? Poche scintille di screzi non possono bruciare un ceppo; a qual fosti ritorna, amante mutata da altro sapere aspettami ti raggiungerò a tuo comando. Se un alato dal plume ingrigito si insacca in una rete e vi resta se stanco di volare sceglie dove morire non ti impaurire e accoglilo qualche cinguettio pur udirai. È questo voler essere con te in un angolo di luce il voto che ancor mi nasce nel petto se da pellegrino ti raggiungo e hai fede non rifiutarlo basta dibattersi tra il qui e là tra rinvenimenti di luce e tenebre d'orgoglio vivere di respiri di oscurità qual dèmoni incarnati. Di serenità avvampati in pace ritroveremo un aspetto con cui mostrarci al mondo non divisi, ma anima indivisa, che compie due destini. Non ucciderti né uccidermi nello stupore di amare troverà un premio il cuore prima dell'ultimo schianto qualcosa sosterrà due vite. Ognuno fa i suoi viaggi: chi per i paesi del mondo chi nel cuore di un altro solo i ciechi di natura possono non aver visto nulla.
A volte commettiamo l'errore di non pensare con il cuore.
Pensiamo che Bush sia il migliore, che a Berlusconi non manchi il potere, che il papa abbia solo il dovere di redimere e pregare, che Del Piero sappia ben giocare e che Antonacci debba cantare.
Ci sfugge l'idea che sono uomini dediti a sacrificare, a cambiare, a migliorare, a far sognare altri uomini.
Per i loro pregi ottengono vantaggi.
Per i loro difetti riempiono le gazzette.
Dovremmo pensare all'uomo che c'è in loro e non al duomo di pietra e roccia costruito in un luogo proibito.
Pensare che il poeta, l'artista come Biagio metta in pista prima il cuore, per arrivare sul palco, a sudare gocce di eccitazione, disorientato dall'emozione.
Pensare al momento in cui è alto il fermento e dare una pacca sulla spalla per conquistare la folla.
Grazie Biagio Antonacci, col tuo cuore ci riempi di abbracci, per non essere intransigente con un pubblico esigente.