Poesie personali


Scritta da: Luigi Berti
in Poesie (Poesie personali)

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Guardo in silenzio le pagine che scorrono senza commento,
come nella vita reale passano i giorni senza parole,
nell'oblio che mi avvolge non conosco la realtà,
che più volte si nasconde dietro false verità.

Ti proponi e poi ti accetti ma...
son sempre tutti pronti a guardare i tuoi difetti,
questo mondo mi sconvolge non ha più i suoi confini,
si nasconde sotto spoglie di chi naviga senza remi.

La tua nave non è quella che ti porta verso terra,
dove ormai hai preso posto sulle ali del progresso
e ti trovi a navigare sulle onde senza il mare,
e se l'onda è troppo alta la mente ti sconquassa.

non ci sono più parole per descrivere ciò che è male,
il cervello si rifiuta e non le vuole ascoltare,
bombardato tutto il giorno da un mondo virtuale,
dove metti al primo posto tutto ciò che non ha volto.
Composta martedì 30 maggio 2017
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    in Poesie (Poesie personali)

    Il bello degli anni

    Improvvisare versi
    non è poi così banale
    se a compiere gli anni
    è la tua donna ideale.
    È un amore puro
    senza assillo carnale
    talmente etereo
    che ci sembra di volare,
    ma poi il peso degli anni
    ci ributta per terra e,
    dopo tanto amore,
    si scatena la passione.
    Or tra baci e abbracci
    nasce il solito impiccio
    se lo spirito soggiace
    alla materia che piace,
    e passeranno pure gli anni,
    resterà soltanto un sogno,
    ma io ancora tanto ti agogno...
    buon compleanno.
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      Scritta da: Alfonso Chiaromonte
      in Poesie (Poesie personali)

      La rosa

      Nasci con la tua spina,
      rossa del tuo colore,
      rosa, dei fiori regina
      mi delizi del tuo splendore.

      Quando spunta il giorno
      e il sole a destar ti vien,
      che dolci profumi intorno
      sprigioni dal tuo sen!

      Diffondi grati odori
      in maggio profumato,
      rosa, dei casti amori,
      simbolo il più amato.

      Di più tra gli estivi ardori
      tu resti ancora simile,
      rosa, dai casti amori,
      il simbolo più gentile.

      Ottobre arriva e infiori
      non meno del maggio andato
      e tu, rosa, di ammaliatori
      rimani il fiore amato.

      Ahi! Giunge la temuta brina,
      raggela e abbrevia il tuo fiorire,
      sfrondando foglia e spina,
      e vede il rosso tuo sbiadire.
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        Scritta da: Nataly Laganà
        in Poesie (Poesie personali)

        Io sto per conto mio

        Io sto per conto mio
        non sopporto guinzagli
        non sopporto recinti.
        Mi puoi chiamare matta
        mi puoi chiamare distratta
        mi puoi chiamare come ti pare
        ma non mi puoi incasellare.
        Scusa se non rientro nei parametri
        e se solo chi è come me
        mi può capire,
        ci possono legare solo i sentimenti
        e tu sai cosa voglio dire.
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          Scritta da: Nataly Laganà
          in Poesie (Poesie personali)

          Entelechia

          Assoluta
          teoria d'incongruenza,
          ponte
          impossibile dell'immaginario,
          invisibile traccia
          negli incroci tra le rette
          un arco posdatato
          di puntini in calcolati.
          Per ognuno c'è un momento
          che t'imprigiona dentro al tempo,
          dentro un fuoco che raffina
          come pane da farina,
          dentro all'essere poeta
          come polvere di cometa,
          riconoscibile dalla sua scia
          e nel divenire dell'entelechia.
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            Scritta da: Antonio Recanatini
            in Poesie (Poesie personali)

            Mai sano

            Non posso toccarla, ma la respiro.
            È indomabile quando sale
            troppo stanca quando molla.
            Si arenò dentro me,
            poi si disperse nella mente, col brivido dolente.
            Non si attenua, non si distrugge,
            solo il veleno la contiene,
            solo il veleno la offende e la difende.
            Rallentare il pensiero, restringere la riflessione
            è l'unica mediazione, ma mai soluzione.
            Cento immagini ci accalcano nel pensiero,
            centomila immagini seguono, poi la pace.
            Non posso toccarla, ma la respiro.
            Mai doma torna alla carica
            solo il veleno la contiene
            rallentando gli spasmi, il furto dei timori,
            si arenò dentro, trovò rifugio nella confusione
            ancora si sdoppia e non provo emozione.
            Malattia, avverbio strambo chi ti non teme,
            di chi sa di dover lottare per poter ancora ricordare.
            Non posso toccarla, ma posso condurla
            finché mi vorrà alla guida, finché manterrà i patti.
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              Scritta da: Nataly Laganà
              in Poesie (Poesie personali)

              Dalla mia casa si vede il mare

              Dalla mia casa si vede il mare
              e mi sento fortunata.
              Nelle belle giornate riflette la luce solare
              il piano d'acqua argentata
              e comprendi chi ha desiderio di partire
              verso una meta incantata.
              Se è di cattivo umore il cuore fa tremare
              ma a tempesta placata
              la storia d'amore può ricominciare,
              e mi sento fortunata perché
              dalla mia casa si vede il mare.
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