Poesie personali


Scritta da: G. Denaro
in Poesie (Poesie personali)

Di luce respira il giorno

Di luce respira il giorno
nella carezza dell'equinozio
notte e dì equamente divisi,
plasmati nella bellezza della natura,
nel profumo dei fiori urlanti i loro colori
e la loro bellezza spiccante
nel verde dell'erba.

Ali in volo e trilli di uccelli
in canti e richiami
salutano la nuova stagione
nello splendore del sole
allietando i passi dei giorni.

Passeggio tra i viali della città
leggera e col cuore colmo di letizia,
tutto è luce, tutto mi sorride.

Non penso alle cose perdute
ma apprezzo ciò che ho salvato:
gli affetti, il candore delle cose minute
divenute ora importanti.

Oggi il suolo s'accende al cielo
scevro di nubi
e si riflette in un chiaro lucente:
è un inno che io sento vibrare nell'anima!
Composta martedì 21 marzo 2017
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    in Poesie (Poesie personali)

    Il dolore che brulica dentro

    Duole il petto
    in questo viale stretto
    della speranza errante
    della vaga illusione
    del miraggio
    che tento di agguantare
    ma invano.
    Tutte le membra del corpo
    sembrano rami secchi
    di un albero malato
    c'è siccità nell'anima mia
    dei baci tuoi, dei tuoi abbracci,
    questa tua assenza che penetra fino
    al midollo rode l'anima
    non faccio che masticare
    il tuo distacco con amaro sapore
    del dolore che brulica tutto il mio corpo!
    Oh se tu amore sapessi
    quanto mi manchi, quante volte
    ho rinnegato la mia esistenza se
    priva anche di un solo attimo della tua assenza,
    oh amore quanti ti amo in quelle lacrime
    che attraversano il mio viso, quanti vuoti
    solcano nello scorrere di questo
    maledetto tempo privo dei tuoi sollazzi
    delle tue attenzioni, della luce dei tuoi occhi,
    del sapore delle tue labbra!
    Adesso sono una cometa senza meta
    priva della luce del tuo amore
    così sei passata con tutta la tua fulgida
    luce quando insieme come un eclissi
    tutto oscuravamo per affiancarci in quella
    indimenticabile danza dell'amore!
    Mi manchi stella, mi manchi amore!
    Composta sabato 10 giugno 2017
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Nacque l'universo con un fragore di luce,
      le onde aprirono brecce in spazio inesistente,
      l'oscurità non conosceva né nascita né morte
      nell'immensità di un cielo nero pieno di stelle.

      Una mano invisibile tracciò i confini del finito
      racchiudendolo in labirinti di geometrie divine
      dove l'alito dell'essere ha la forza dell'infinito
      senza toccare il cuore e le ali di chi diede la vita.

      Così nacque la nostra piccola casa piena di luce
      in un universo che formava grandi giardini celesti
      dove i fiori sbocciavano di notte insieme ai sogni
      con tutte le piante, animali, erbe e piccole ombre.

      Alla fine quando tutto era pronto il padrone parlò:
      l'uomo e la donna apparvero nel grande giardino
      gli animali e le piante s'inchinarono per salutarli
      mentre loro si davano la mano e il primo bacio.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        In queste ore di notturno buio
        mi vesto di pace e di silenzio
        mentre la notte mi cinge il fianco
        con fiamme di mistica bruma.

        Attendo con ansia il regalo della notte
        che arriva delicata con palpebre di sogni.
        Sento in lontananza il canto della luna
        il piagnucolare delle stelle cadenti
        il gracidio delle rane in amore.

        Attendo con ansia il dono della notte
        con colori spenti su muri della stanza
        volti e passi di gente sconosciuta
        che gironzolano nell'aria senza parlare
        ma piene di messaggi da consegnare.

        Così si prepara a nascere fecondo
        il cuore del mio nuovo giorno
        iniziando a battere a mezzanotte
        per aprire gli occhi all'aurora
        apprendendo a morire al tramonto.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Sul tronco di un olivo centenario
          ho scolpito il volto della notte
          mentre la corteccia osserva
          scrivendo la tua lunga storia.

          Le radici hanno inghiottito
          i segreti della pioggia.

          Il merlo pesta nel mattino
          le tue umide foglie
          guardando i tuoi rami contorti.

          Resta il giorno
          per consolare la tua solitudine
          sorbendo l'oro del sole
          e nel tepore della notte
          l'argento della luna.

          Il tuo frutto gioirà un giorno
          quando pestato regalerà l'olio
          per lenire i dolori della fame,
          per ungermi prima della morte
          aprendo le porte senza chiavi
          di un nuovo grande mondo.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Non posso dire, signore, che non ti vedo
            quando passeggi senza dire una parola
            in mezzo ai fiori che mi trovo davanti
            in questo tuo giardino chiamato terra.

            Passeggio ogni giorno sotto il tuo cielo
            dove la luce offusca le tue lontane stelle
            ma l'erba, le piante e i fiori campestri
            mi parlano di te cantando nel silenzio.

            Non me la sento di dirti: ascoltami.
            Questa parola sparisce in sillabe sorde.
            Basta uno sguardo intorno per sentirti.

            In ginocchio sotto il tuo cielo cambiante
            spengo la mia lampada un poco inquieta
            per leggere in silenzio il tuo messaggio.

            L'odore della terra sosta su mani d'offerta
            mentre nel buio di una luce senza paragoni
            ti ho visto gioire carico di divina dolcezza.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Un volo d'uccello ferisce l'aria gelida
              spolverando l'ombra di una vecchia luce
              dietro colonne di una chiesa distrutta.

              La nebbia avanza nel silenzio delle ombre
              frantumando pensieri e parole nascoste
              negli occhi fissi di un cane senza padrone.

              D'improvviso la nebbia corre all'orizzonte
              inseguendo un volto fatto di vento e speranza
              in cerca di un uomo solo con la sua bisaccia.

              Basterà una stilla di luce sospesa su ragnatela
              per sentire il non finito bisbiglio del mondo
              nel cuore dell'uomo che balla in girotondo.

              Nella nebbia della vita l'uomo cerca la sua pace
              aspettando, seduto su una roccia, il dileguarsi
              dell'ultimo fantasma per iniziare a volare.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Vorrei conoscere cosa dice l'onda del mare
                quando accarezza con dolcezza la spiaggia
                nelle prime luci dell'aurora color pastello.

                Mentre la luce cade lenta sulle mie mani
                purificherò il corpo su uno scoglio solitario
                in attesa del primo raggio mattinale del sole
                che riduca i miei sogni in frantumi celesti.

                Solo in quel silenzio di acqua e di luce del cielo
                potrò leggere nelle ore del giorno che avanza
                le pagine scritte dal calore del sole e dal silenzio
                in cerca di vergini sillabe per nuovi umani versi.

                Le appenderò stupefatto sullo stipite di casa mia
                senza numero, né cancello, né porta, né chiavi
                ma solo uno specchio che legga il cuore della gente.

                L'azzurro del cielo e del mare chiuso nei miei occhi
                cancellerà il buio nascosto negli angoli delle strade
                dove i poveri cercano di nascondere la propria vita
                mentre le ore passano svelte per un'altra vera riva.

                Su una spiaggia nuova e deserta starà scritto un nome
                quando la notte muore su petali di fiori bianchi e viola.
                Solo allora si svelerà il mistero racchiuso nell'uomo.

                Nella nebbia della sera si raccoglierà la solitudine
                quando l'uomo saprà leggere discorsi sottovoce
                di donne con mani giunte maturando il silenzio.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Si è spezzata in un istante la vita di ieri.
                  In una nuova cornice vivrà il mio oggi.

                  Il tempo guiderà nel mattino la mia voce
                  abituandola a vivere in pieno nell'azzurro.

                  Vivrò in alto insieme ai guizzi delle rondini
                  in cerca di una limpida visione del mondo.

                  Andrò in cerca della luce filtrandola in occhi
                  di bimbi che guardano il cielo senza rancori.

                  Nella notte mi laverò il viso con la rugiada
                  che si posa silenziosa insieme all'ultima stella.

                  In questo mitico risveglio ascolterò dei bisbigli
                  ascoltando l'ingresso della vita su questa terra.

                  Poi lascerò che il giorno avanzi nei miei occhi
                  navigando in una barca di nuvole all'orizzonte.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)
                    La luna e il sole hanno colore di attesa
                    aspettando un grido che maturi la terra.
                    Il tempo lo spacchiamo su pietre vergini.

                    Il cielo e la terra vivono un patto d'amore
                    per conoscere la nostra maschera nuova
                    scolpita in ebano senza lutto né dolore.

                    In una stretta di mano racchiudiamo l'ansia
                    di conoscere i nostri giorni senza passato.
                    Parole e sguardi s'infrangono senza parlarci.

                    Stringiamo le mani come in una tenaglia
                    aspettando che ritornino gli umani ricordi
                    in fantasmi di voci perdute troppo lontano.
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