Poesie personali


Scritta da: Serena Baldoni
in Poesie (Poesie personali)

Conosco la donna che non sono

Conosco la donna che so di non essere,
quella a lungo piegata ai voleri
di un uomo padrone del mio destino,
quella legata e impossibilitata dalle scelte,
dalle idee personali che scalpitano con forza feroce,
quella dal capo chinato che acconsente senza ribellarsi,
quella capace di rivoluzionare in un secondo
anni di tormenti e sottomissioni.
Conosco la donna che so di non essere,
di non poter mai divenire,
di non poter mai controllare,
soggiogare,
rinchiudere negli angoli più reconditi della mia mente e anima,
la stessa che in realtà si è sempre manifestata
sotto le spoglie di uno spirito spento dalla realtà odierna.
Conosco la donna che in me non potrebbe mai essere domata,
addomesticata,
resa docile.
Quella fiamma che tutto sovrasta,
immune alla tentazione della vendita,
del banale,
del comune.
Pecora nera nel mezzo di un gregge bianco,
fiera nel mezzo di una spersonalizzazione globale
che non rende alcuna giustizia ai caratteri.
Conosco la donna che non sono.
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    Scritta da: Stefano Medel
    in Poesie (Poesie personali)

    Stagioni

    Anche stavolta
    La bella stagione è alla fine,
    un ciclo che si conclude,
    un anno che va,
    e i mesi sono volati;
    poi le giornate si faranno brevi,
    e le serate più fredde,
    e poi verranno le foglie caduche,
    e le castagne,
    e sarà autunno;
    il tempo vola,
    cogli anni e la gioventù
    passa in fretta,
    come le stagioni.
    Composta giovedì 1 settembre 2016
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      in Poesie (Poesie personali)

      Sapore di mare

      Sull'onda che sussulta
      nella tiepida brezza di luna,
      trine di schiuma bianca
      ondeggiano sulla riva,
      e come ali di gabbiani
      che s'innalzano nella fioca
      luce settembrina
      io rimembro il tuo nome,
      assaporando
      il sapore del mare
      che bagnava i tuoi fianchi,
      e le mie labbra salate
      planavan sulle tue.
      Composta mercoledì 31 agosto 2016
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        Scritta da: Alexandra Romano
        in Poesie (Poesie personali)

        Amico

        Amico è colui che ti manca,
        quando lontano da te è,
        senza sosta.

        Amico è colui che ti ascolta,
        colui che sa
        ma non accusa...
        Mai.

        Amico è colui che è fisicamente lontano,
        ma sempre con te,
        vicino.

        Ed è la mancanza,
        vasta sempre più d'un orizzonte,
        che fa crescere la tristezza.

        La nostalgia che talvolta lascia spazio alla malinconia,
        o a un po' di allegria.
        Composta mercoledì 20 aprile 2016
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          in Poesie (Poesie personali)

          Chi siete voi?

          Chi siete voi?
          che al cullar dell'alba
          solo
          mi lasciaste a combattere
          di me!
          L'umano:
          fibre d'immortali contraddizioni
          Chi siete?
          che lasciaste ch'io volassi
          sull'onde della ragione
          per il solo piacer
          d'accecarmi di miraggi
          Chi siete?
          che attentate la mia quiete
          e non sapete
          che non ne conosco manco il significato
          quale ardire
          quale infamità
          è la vostra
          nel credere ch'io sia!

          Chi siete voi?
          che al cullar dell'alba
          solo!
          mi lasciaste a combattere
          di me!
          L'umano
          già convinti vincitori
          voi
          No!
          non saranno i vostri inganni
          né le vostre albe
          a far della mia ragione un miraggio
          No!
          non saranno i vostri occhi
          a far dei miei
          passive pupille
          che van dietro ai potenti
          disprezzando gli ultimi
          No!
          non tradirò i miei amici
          la mia stessa vita!
          Non li seppellirò con i vostri giochetti
          da quattro soldi
          No!
          non lo permetterò
          foss'anche l'ombra delle mie ombre
          Chi siete?
          lo san tutti:
          le stelle del cielo
          come le profondità del mare
          Chi sono io?
          lo sapete pesino voi...
          Dall'ultimo riflesso svanito
          al canto del gallo
          sanno!
          Sanno delle mie debolezze
          del mio incedere insicuro
          delle paure
          delle cadute
          e rabbia...
          Ma sanno pure
          grazie a voi
          a voi!
          che al cullar dell'alba
          solo!
          mi lasciaste a combattere
          di me!
          l'umano
          Di me
          sanne del mio cuore
          non certo per mero battito
          o vanità
          ma per assonanza d'emozioni
          e scalpitano su strade sempre nuove
          dove il giorno
          ha sempre una via d'uscita
          e le ore
          non fanno più paura...
          Ecco la mia vittoria
          la forza della mia debolezza!
          L'alba di una nuova umanità
          Ove sfavillanti arcobaleni
          posano
          i loro colori
          uno ad uno
          per quante sono le nostre emozioni
          Ecco la mia vittoria
          la forza della mia debolezza!
          Chi siete voi?
          voglio vedervi in faccia!
          privi di pupille
          siete solo cibo per le vostro ombre...
          Oh no,
          che mai si avveri
          cibo per ombre!
          Mai!
          Composta venerdì 21 ottobre 2016
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            in Poesie (Poesie personali)

            Terremoto

            Ore 3: 36
            e su quell'ora ferma
            s'è consumato l'eccidio!
            La terra
            in un "sussulto" ondulatorio
            sale di magnitudo 6.0
            e s'apre
            d'un sangue amaro
            all'apocalisse
            un sol boato
            e mille ruggiti
            han trasformato
            sogni
            non ancor divini
            in angosce letali

            terremoto
            ore 3: 36
            a crepitii di urla
            pure il silenzio!
            Sbriciolarsi
            dinanzi a cuori pulsanti
            nonostante
            e vagano
            e s'aggrappano!
            Cadono
            e si rialzano!
            Seguono
            forse l'istinto
            forse una luce
            sì sì
            sono voci
            voci piene di vita
            ora posso accasciarmi
            posso abbracciarli
            ora posso avvisarli
            indirizzarli:
            "sono lì
            in fondo alla strada
            sepolti!
            Ma vivi"
            e guardo i loro sorrisi
            le loro belle divise
            tante
            e finalmente
            posso pensare
            non riesco a piangere
            ancora
            un profumo di fazzoletto
            asciugarmi una lacrima
            sento i loro sguardi
            nel mio
            e i miei occhi
            di polvere e sangue
            si lasciano andare
            a un riposo di speranza
            ancora.
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              Scritta da: Stefano Medel
              in Poesie (Poesie personali)

              Strano amore

              Strano questo nostro amore,
              un po' accidentato,
              un po' incasinato,
              a volte sei strana,
              o ti chiudi in te stessa,
              questo amore per te,
              un po' strano,
              un po' incredibile,
              un po' incasinato,
              quanto tempo è passato,
              ma ancora ti amo come la prima volta,
              ancora per me, sei una scoperta,
              e non mi stanchi mai;
              ancora mi dura,
              questo amore strano per te.
              Composta mercoledì 31 agosto 2016
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