Poesie personali


Scritta da: Sabrina
in Poesie (Poesie personali)

Preghiera

Acqua fresca e limpida,
acqua che cura e toglie via il dolore,
piccoli sorsi di luce
allontanano le ombre
e le antiche sofferenze.
Gocce di vita
dissetano il cuore e l'anima
mentre nell'aria si espande
ciò che sono
guidata dal suono della mia voce,
chiara e cristallina.

Possa questo sentire
non finire mai,
possa l'immensità di questo amore
dissetare il cuore
di chi ne ha più bisogno,
possa questa vita mia
arricchire la vita
di chi amo
e di coloro che mi sono intorno.
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    Scritta da: Sandra Piogia
    in Poesie (Poesie personali)
    Vorrei raccontarti della nostalgia
    mentre il cuore appassisce
    tra i pensieri della notte.
    Nascosta tra le ombre
    in un tempo senza fine
    seguo un leggero volo
    con l'anima riflessa
    nello specchio dei miei sogni.
    Leggero il mio essere torna a riposare
    un sospiro
    ancora un sogno
    come un petalo da carezzare.
    Composta martedì 21 ottobre 2014
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      Scritta da: Roberto Caterina
      in Poesie (Poesie personali)

      Cinnamomo

      Il presente brucia
      le immagini senza fine
      venute a dirci quel che è chiaro.

      Equo appare il tempo ritrovato
      e ha il sapore di spezie lontane
      Il cinnamomo
      così comune
      ispira saggezza e ancora una volta
      la parola cerca di raggiungere il canto
      come fosse un seme veloce
      di poesia

      Ed è bello dormire e poi imbarcarsi al
      tramonto.
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        Scritta da: Marco Bartiromo
        in Poesie (Poesie personali)

        Mente stremata

        Cammino silente al centro del dilemma,
        sulla linea che studia dialoghi animati,
        tra una mente irata e un cuore tormentato.
        Un disaccordo che scanserà ogni fine,
        uno scambio di pensieri non distinti,
        da sempre ostili, e lontani dall'intesa.
        Spine dolorose che trafiggono parole,
        e scavano irritate, limando l'udito.
        Le idee sfrecciano decise
        ma sfibrano le maglie del sentire,
        e se l'amore segue regole precise
        la passione brucia le teorie.
        Nel dubbio proverò a seguire il cuore,
        perché la mente si è distesa al sole.
        Composta lunedì 20 ottobre 2014
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          Scritta da: Sandra Piogia
          in Poesie (Poesie personali)
          Ho affondato nel silenzio l'anima
          per curare le ferite del cuore.
          Ingoiando parole e pensieri
          senza sentirne il dolore.
          Silenziosamente affondo
          questa lama di solitudine
          E alterno nel mio essere
          onde di viva inquietudine
          Ma se l'anima è un abisso
          che si tormenta giù nel mare
          ascolterò ancora in silenzio
          per quando il cuore
          tornerà a parlare.
          Composta domenica 19 ottobre 2014
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            Scritta da: Nadia Consani
            in Poesie (Poesie personali)

            La coscienza dei poeti

            L'alba è il mio mantello
            che copre i sogni della notte,
            i rumori sono assopiti
            e fuori dalle persiane
            brilla ancora una stella,
            sentinella della luna ruffiana.
            Poi,
            il risveglio di gente fortunata
            che può andare a lavorare,
            copre il silenzio
            di bocche che hanno fame.
            Guardo in alto,
            dove vanno a finire i pensieri
            e cerco una risposta
            a tutte le miserie di questa società.
            Trattengo il fiato,
            caduca apnea di riflessione,
            che non trova risposta
            a tutti gli ingenui perché.
            Oh, se i governanti fossero poeti!
            Composta domenica 19 ottobre 2014
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              in Poesie (Poesie personali)

              La festa a Roma

              Tutti stanno come cozze da sera
              stretti ai buffet più ricchi di cibi e di spumante
              voltando le spalle ai tavoli svuotati.
              Quelli del primo turno.
              Qualcuno ci mette il culo sopra.
              Panche un po' alte e di ripiego,
              ma tanto poco basta per sentirsi più importanti.
              Penzolano gambe impreziosite
              da scarpe di boutique.
              Ondeggiano col tacco avanti e indietro,
              fanno un po' di vento alle tovaglie stanche.
              Intanto passano svelti i camerieri
              con le scarpe da mercato
              che un nero da signori ha reso belle,
              almeno per la sera.
              Sento parole in fila
              come militari.
              Chiedono come mi sento
              ma non parlano con me.
              Però la faccio mia questa domanda.
              Giusto per appropriarmi di qualcosa
              e permettermi il lusso di non considerarla.
              Resto impegnato davanti a un piatto di delizie
              da prender su con le due dita messe a cerchio.
              Fra una canzone e l'altra,
              uno scandire d'orologio
              e un sacco di risate di bocche sporche di cibo e un po' sguaiate
              sono passate tre delizie e tre bicchieri.
              Ma c'è ancora tanta gente che si regge in piedi
              e non ha voglia di mollare.
              Io sì,
              io ho mollato.
              E quelli discesi biondi e bianchi
              ora li vedo con l'abbronzatura
              e quelli saliti scuri sono diventati biondi e bianchi.
              Ma hanno in comune solo l'essere ubriachi
              e l'essersi scambiati.
              Ma solo per stasera.
              Domani torneranno al solito sbranarsi
              per mestiere.
              Forse non c'è da farci caso.
              Ma perché poi devo farci caso,
              non sono qui per giudicare.
              Nessuno mi ha invitato,
              o forse sì    ,
              ma è stato il caso.
              Quello che "non c'è da farci".
              E lui è un imbucato.
              È quasi sempre dappertutto.
              Adesso che ci penso io non sono né sceso né salito
              e dove sono
              non ci sono mai arrivato.
              Forse è per questo che sto qui da solo
              un po' dimenticato
              e molto ignorato.
              Come i tavoli
              tornati ad essere senza culi sopra
              che tirano un respiro di sollievo nell'essere ignorati.
              Si sono tolti di mezzo gli occupanti.
              Ma restano ferite a forma di culi sulle tovaglie prima bianche.
              Io le accarezzo le ferite
              e con gli occhi chiusi
              sento quei culi sfiorare le mie mani
              e mi rallegro
              perché per una sera son diventato io quello che "li prende per" tanti potenti.
              Composta domenica 19 ottobre 2014
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