Poesie personali


Scritta da: Enrico Giuffrida
in Poesie (Poesie personali)

L'indifferenza

Come un fiume dalle acque tetre,
scorre la tua indifferenza;
Come tetro spirito di morte
lemme avanza
strappando via ogni sorriso
e uccidendo quel che ogni uomo
lotta per la conquista.
Come gli ebrei dipinsero le loro porte
nella notte in cui Dio punì i sovrani egiziani,
così io dipingo le porte del mio cuore
con i colori della tenacia e del coraggio.
Nessun alimento può soddisfare la tua fame;
come un uragano seminasti distruzione
e tra il silenzio del dì e della notte
lemme edifico il mio domani.
Non è ancora primavera
il gelo invernale ancor dimora
nel mio umiliato cuore.
Composta mercoledì 19 febbraio 2014
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    in Poesie (Poesie personali)

    La vita in sintesi

    La vita terrena originò
    a bagnomaria sul brodo
    primordiale e da sei elementi
    in cottura sulla fiammella solare
    si pervenne all'unità cellulare.
    Il carbonio formò la mappatura,
    l'azoto disegnò l'architettura,
    il fosforo tramò l'impalcatura
    e lo zolfo stabilizzò la struttura
    sull'acqua con ponti disolfuro.
    Dal minerale al vegetale
    l'animale ritornò al naturale
    con la sepoltura e nella madre
    terra vi rimase l'ossatura
    ma è tempo di rinascere
    come splendida creatura.
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      Scritta da: Angela Platano
      in Poesie (Poesie personali)

      Ode alla pasta

      Oggi è domenica,
      Desidero
      Estasiarmi
      A tavola con
      Lasagne che
      Lambiscano
      Appetitose il mio fine palato oppure con
      Pappardelle
      Arrotolate sull'argentea forchetta che
      Sollevo pregustando con gli occhi,
      Tutte condite con pomodoro, carne e basilico dal profumo inebriante, cosparse di parmigiano
      A pioggia che fila goloso a completare d'italica bontà l'infinito piacere.
      Composta mercoledì 19 febbraio 2014
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        Scritta da: Enrico Giuffrida
        in Poesie (Poesie personali)
        Solleva la tua bisaccia,
        porta con te la dottrina
        che la vita in maniera ardua ti ha insegnato.
        Deponi tra i rifiuti ciò che è logoro,
        ciò che opprime l'essere,
        quel che ha cancellato nel tempo, il sorriso.
        Celere affretta il passo,
        al bivio cambia sentiero.
        Prendi con te un bastone,
        ti servirà per rialzarti
        nel momento in cui il tuo piede vacilla.
        Non voltarti indietro verso il passato,
        guarda con fiducia il domani,
        fa che dal tuo io si innalza una preghiera
        ricca di speranze, sinora negate.
        Porta con te un impermeabile
        ti servirà per far scivolare la pioggia di critiche
        Non ruotare il tuo capo,
        guarda il tuo obbiettivo
        che appare sulla vetta del monte.
        Alimenta il tuo io con l'esperienza
        servirà a fortificarti
        e nei momenti di gran fatica
        osserva lo splendore della tua meta;
        la sua luce riscalderà il tuo spirito solitario
        con la fiamma della tenacia e del coraggio.
        Composta martedì 18 febbraio 2014
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          Scritta da: Dario Pautasso
          in Poesie (Poesie personali)

          Il Sole

          Sono entrato nella piazza
          curvo sotto il peso
          che portavo ben chiuso sulle spalle:
          la gente ronzava come sempre
          ed io ho detto: eccovi!
          Eccovi il sole,
          non ve l'aspettavate da me!
          Ho lasciato cadere quella palla
          infuocata di meraviglia
          proprio lì, ai miei piedi.

          Tutti si coprivano il volto,
          abbassavano lo sguardo
          urlavano come impazziti.
          Spegni quella maledetta luce!

          Ben presto la piazza era vuota
          solo il vento brontolava nel candore.
          Le persone, tutte, chi qua chi là
          s'erano rifugiate nelle stalle
          nei bunker antiatomici
          nelle cave delle miniere
          ovunque fosse buio.
          Abbandonai il sole e le seguii
          dentro uno scantinato sudicio
          immondo d'odori di
          sudore e lacca e fiati gravi
          e deodoranti e merda e paura.
          Allungai le mani per farmi spazio
          e sentii le forme cadenti
          dei corpi compressi nell'oscurità,
          m'appoggiai al ventre obeso
          di una vecchia donna
          che si strinse al muro bestemmiando
          e finalmente ero calmo
          finalmente sicuro
          finalmente a casa.
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