Poesie personali


Scritta da: A. Cora
in Poesie (Poesie personali)

Voglie d' un sorriso

Un
treno, nel partire
un giorno, all'imbrunire

Un viaggio dentro gli occhi, un
dir senza parole

Rivela d'improvviso, le voglie d'un
sorriso

Un viso di profilo, capelli biondo grano, mossi
a tratti ondulati

Celano sguardi aperti, ribelli, quasi di nulla
vestiti

Dagli occhi tanta luce, persa nei miei occhi
nel viso, tanto sole, a germogliar
sospiri

Labbra assai carnose, sorprendono
vogliose

Sorseggiando, in ginocchio
di me, densi
sapori.
Composta sabato 8 luglio 2000
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    Scritta da: A. Cora
    in Poesie (Poesie personali)

    Stolti cuori

    Lasciamoli
    un po' amare, con
    gioia e immensa passione

    Codesti strani corpi, codesti stolti
    cuori

    Lasciamoli ancora volare, i nostri ambiti sogni
    oltre quelle cime, che segnano il vago
    confine dei finti, temuti
    pudori

    Anche se colei che ha dato, è un viso sconosciuto, o solo
    inventato, da un pensiero, prestato
    una notte

    Senza domandare, senza calcolare, il peso di quanto donato
    o disegnarne profili del viso, ne tracce di
    qualche bacio succhiato

    Tanto questa vita, quando sarà finita, non chiederà
    ai sogni, le rotte di quei troppi voli, che
    hanno sgualcito le ali

    Anche se tutto quel'amore dato, e quel'amore
    avuto

    Agl'occhi del gioioso vissuto, non
    sarà mai bastato.
    Composta venerdì 13 dicembre 2013
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      Scritta da: Nadia Consani
      in Poesie (Poesie personali)

      Riflessi

      Filtrano da riflessi incantati,
      trasparenti come acqua di mare,
      sprazzi di struggente malinconia.
      A volte sfuggevole,
      eppure intenso è il guardare
      oltre l'incomprensibile pensiero
      di uno spirito senza età.
      Fugaci, intime domande
      senza replica,
      in quell'attimo scorrono
      come nubi spinte dal libeccio
      e paura di temporale
      fa da riparo all'emozione.
      Poi silenzio...
      Resta quel vuoto che non da risposte
      e l'inquietudine attanaglia,
      mentre scorrono come un film
      altre domande senza senso.
      Ancora silenzio
      forse per razionalità,
      o per incostanza,
      ma sempre resterà in memoria
      il colore di un tramonto,
      inventato,
      visto attraverso inusuali voli di gabbiani.
      Composta martedì 10 dicembre 2013
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        Scritta da: Nadia Consani
        in Poesie (Poesie personali)

        Dune

        Lui,
        lei,
        soli,
        guardano
        dune lontane
        di deserti senza vita.
        Miraggi di tormento accecano la vista.
        Consapevoli di una strada fatta di salite, senza ritorno,
        vanno cercando la fonte della conoscenza e delle emozioni.
        Orizzonti frastagliati di sabbia d'oro
        bloccano i passi leggeri su vetri aguzzi
        ai piedi
        nudi,
        noi.
        Tu
        io
        vivi,
        insieme,
        c'incamminiamo
        sotto una luce annebbiata
        a ritrovare le sensazioni perdute,
        lasciate morire piano per decisione della nostra mente stanca.
        Si alternano barlumi di un probabile risveglio di voci sommesse,
        con veli oscuranti su animi impietriti,
        ma non muore la speranza
        di cieli più blu
        su dune,
        sempre
        a
        noi.
        Composta sabato 8 dicembre 2012
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          Scritta da: A. Cora
          in Poesie (Poesie personali)

          Un altro sole

          Non
          lascerò che il
          mio cielo, pur se pare
          stupito

          Colga da raggi il tuo sole
          mi basteranno le stelle e uno spicchio
          di luna, sul cuspide della
          collina

          A illuminare il mio volto, all'arrivar della notte
          colorare i sentieri
          del cuore

          D'usignoli il cantare, fresca rugiada sui
          fiori

          Chiari i miei scuri pensieri, che parevano
          ombrosi

          Quando il batter del cuore, evaso
          dalla tua luce
          confusa

          Troverà un altro sole
          più vero.
          Composta sabato 13 aprile 2013
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            in Poesie (Poesie personali)

            Ad un'amica accorsa

            Costellazione di vaghezze
            che irrompi nel mio cielo
            perdona se, terremotato
            e in balia degli eventi,
            il cuore denudato, a te,
            svestito viene di speranza,
            se ad assistere ti costringe
            al crepitar di un rogo
            e lapilli, fumi e ceneri
            disturbano i tuoi occhi;
            se per tristezza,
            turbando tuo illibato amor di vita
            con nerofumi transita
            su candor di giovinezza!
            Tu non sai! Tra luci e ombre
            il tempo lo rimena,
            spossato lo catapulta nel giorno,
            cenciose prospettive
            gli apre e stracci sbandiera,
            con sogni in fuga lo deride
            e tramando gli passa accanto.
            Sballottato è sovente nell'ora
            come l'osso di seppia tra le onde
            ai cambiamenti di fronte del coraggio,
            instabile oscilla se si sposta
            il fulcro che ne equilibra il dubbio;
            alla speranza, amo teso nell'ombra,
            preda abbocca; detriti ruinati
            da pendii di giorni ostruiscono
            le condotte che amore
            adducono ai suoi atri!
            Come repentini franano i sogni,
            amica mia, come s'annera
            e si accorcia l'età delle illusioni!
            Cupo passante pur vorrei sorridere,
            concedermi, afferrarmi
            a rigogliosi rami d'amore:
            con altro passo farmi incontro
            fiducioso a corteo di stagioni!
            Per me che non ho più meta,
            inseguito da malinconie,
            bersaglio per dardi mortali
            volge alla fine il viaggio.
            Ah mio astro che triste favola
            pur ti narro, i neri sprazzi
            i ritagli di mala ventura,
            il rovescio della tunica che ti mostro,
            il rintronare di pensieri da cui sgorga
            lo sconcerto che odi e ch'io inetto
            e vile non so risparmiarti!
            Ma orsù, fuggi, allontanati
            da questo rimuginare cupo!
            La tua vita è alba, orgasmo di gioia,
            festoso rintocco di campana,
            suono di cornamusa,
            totale gaudio, euforia di dolcezze!
            Azzurri i tuoi giorni,
            ostri i tuoi tramonti,
            freschi pistilli, petali
            e gambi di rosa i tuoi anni;
            non arso dumo, non vespero,
            non tenebra, non singulto
            non lamento ostinato la tua voce;
            tripudio, non esacerbato
            momento d'agonia!
            Un fascio di felicità
            dai tuoi cespi lasciami raccogliere
            oggi bosco di felci e di viole!
            Possa lo stormire delle tue fronde
            far da sottofondo sonoro
            all'omelia quando pietra ricordo
            sarà deposta sulla mia tomba!
            Vagando tra i solchi uberi
            della tua pronta memoria,
            all'affiorare del mio ricordo,
            un mattino di primavera,
            alle prime luci mi coglierai
            fiore sbucato da invisibili radici:
            al capo di reciso stelo,
            tremulo, allora ti sorriderò corolla!
            Composta venerdì 30 novembre 2007
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              Scritta da: Lucia Quarta
              in Poesie (Poesie personali)

              Un' isola da inventare

              Vivere su un'isola
              sarebbe molto bello,
              dormire senza ansie,
              senza pensieri.

              Custodire le stelle
              ogni giornata avrebbe il suo colore,
              le giornate passerebbero veloci,
              senza contare le ore.

              Nell'isola seminare tanti semi,
              chi non vuol essere trovato,
              è su un'isola che è andato
              anche solo per un istante.
              Composta giovedì 12 dicembre 2013
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                Scritta da: Fragolosa67
                in Poesie (Poesie personali)

                Inverno

                Lascia che il tempo scorra a fiumi tra
                sassi e detriti come ciottoli rotolanti tra le piccole onde.
                Voragini di noi son specchi riflessi di mulinelli
                mentre sbuca dall'acqua un pesce che
                con un salto vola e si sommerge ancora.

                Rado canneto scopre un cigno nero.
                A palmipede cattivo serenità si addice.
                Verde acqua stagna mentre qualcuno mangia
                di Lucia e Renzo il persico e tutto vede.
                Il cigno nero sotto l'acqua svanisce.

                Montagne che racchiudono ciò che non puoi sapere:
                Destini bui e verità argentee.

                Chissà dove sei domani quando il sole cola a picco.
                Quando il pesce giace sotto il ghiaccio spesso e freddo.
                Lame di pattini segnano di nuovo il tempo.
                Graffiano e sfregano.
                Con ruggine si danneggiano.

                L'inverno avanza e non da tregua.
                Di brividi ci copre e ci tormenta.
                Riparo caldo cerchiamo ancora.
                Giaccion le ossa stanche in questa notte fonda
                che di buio e di tenebre si colora.
                Composta giovedì 12 dicembre 2013
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