Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Osteria del papero pensante

Si sono ritrovati,
davanti alla stessa bottiglia,
l'uomo sfregiato al viso
l'uomo segnato al cuore.

Ed in silenzio,
di fronte a loro,
l'uomo additato a vista
chiuso nel suo non voler vedere
nel suo non voler sentire,
nel suo non poter parlare.

Tre vite,
tre storie,
due voci,
una bottiglia.
Composta martedì 7 febbraio 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Soldatini di carne

    Abbiamo attraversato i fossati su gusci di noce,
    espugnato castelli di sabbia,
    stuzzicadenti per lancia,
    elmi di nubi in testa.
    Esercito di piccoli nulla,
    eppure spesso vincenti.

    Verso le nostre conquiste,
    a comandarci sempre uomini diversi,
    venuti da fuori.
    Ci ha battuti soltanto il ritorno alla realtà
    ... eravamo piccoli,
    in una guerra fra grandi
    adesso dopo non esser mai stati grandi,
    siamo vecchi per una guerra fra piccoli.
    Composta martedì 7 febbraio 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Perché...

      Eppure lo specchio non si rifiuta il riflettermi,
      eppure ho un viso antico,
      con rughe dignitose,
      piccoli fossi asciutti,
      eppure sono un uomo per bene,
      ho uno sguardo intelligente,
      la voce calda,
      dico cose di buonsenso,
      vengo ascoltato...
      poi guardo la bottiglia,
      guardo la gente intorno,
      capisco,
      forse.
      Composta martedì 7 febbraio 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        La preparazione

        Vestiti,
        copriti di bianco,
        un bianco pesante,
        che copra bene la tua anima nera.
        Poi,
        un si di vita,
        un no di fine,
        è escluso il forse.
        Un si a tutto,
        un no a tutto,
        fai un ricamo sul destino
        un ricamo color oro sul fondo bianco,
        l'ago ti bucherà,
        la goccia rossa sarà la firma al patto.
        Composta martedì 7 febbraio 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          A poi...

          Tu sei passata ieri,
          cercavi scarpe buone per riprendere il cammino,
          ho detto no
          non perché non le avessi,
          volevo che non te ne andassi,
          che rimanessi a farmi quella compagnia unica
          che sai dare tu.

          Ma avevi fretta,
          pur di partire
          un bacio ed un saluto
          e sei uscita scalza,
          e come sempre ostentando il seno ed il tuo corpo per farti largo tra la gente e nella vita.

          È così che vinci sempre la tua sfida.

          Ancora avanti,
          fino al prossimo ritorno,
          chissà quando,
          chissà per quanto.

          Io sento il peso della mia età,
          ma soprattutto,
          ed è la prima volta,
          sento il peso della differenza di età da te
          e questo non è da me,
          mi fa paura.
          Composta domenica 29 gennaio 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Donne racchette uomo palla

            Sdegnata volta lo sguardo dall'altra parte,
            per non vedere in faccia la nemica,
            mostra la schiena
            a quella che ha tolto il padre ai propri figli,
            ed il marito ad una moglie,
            quella che ha reso un uomo
            un mezzo zero.
            quella che lei chiama
            "la grande tana,
            caldo rifugio per l'attrezzo del signore".

            La rende pazza di dolore
            l'essere stata presa in giro da chi è peggiore,
            da chi per conquistare
            usa il suo corpo e non l'amore.

            Da tempo si è spogliata del suo dover di moglie
            ma resta madre,
            subisce sempre
            non sempre tace,
            sopporta,
            e basta.

            Ma adesso sono vicine,
            sente la presenza di lei
            che vive della sua avvenenza,
            di lei che guarda in faccia chi è tradito,
            che porta sempre a casa il risultato,
            purché sia un uomo con la fede al dito,
            purché sia un marito.

            L'uomo è solo il premio per la sua vittoria
            nella eterna guerra contro le altre donne.

            Qualcuno prima o poi la sdraierà per terra
            ma non per sesso o voglia,
            e non sarà un uomo
            ma una moglie.

            Allora a testa china torneranno a casa in tanti,
            gettato l'uomo nella spazzatura
            con gli occhi bassi e la stessa spiegazione,
            tutti concordi su a chi dar la colpa,
            di nuovo pronti al vecchio ruolo,
            padri e mariti,
            in cambio di un tetto e un piatto caldo,
            e del disprezzo eterno di tutte le tradite.

            Ma in fondo conviene a tutti dare
            la colpa a chi è scomparso.
            Con lei la colpa è morta,
            è morta lei,
            la colpa dei mariti non esiste,
            è morta da bambina.

            Una puttana in meno per le mogli, un nemico in meno.
            Concordano i mariti, almeno ufficialmente.
            Composta domenica 29 gennaio 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              La terza donna

              Di lei osservo il viso,
              la sua espressione,
              ogni movimento,
              il calore del fiato,
              il battere di ciglia,
              la bocca che mi parla
              è amore.

              Dell'altra non mi importa di vedere il viso
              basta che lo senta,
              lo senta addosso,
              sul mio corpo,
              le labbra
              la bocca che non parla
              ma mi sfiora,
              sa dove e come colpire
              è sesso.

              Di lei amo le mani
              che mi accarezzano
              mi sfiorano
              le mani che si muovono per accompagnare le sue parole
              è amore.

              Dell'altra mi piacciono le mani
              che mi toccano
              mi stringono,
              lasciano qualche graffio sulla pelle
              quelle mani che si muovono per far raggiungere il piacere
              è sesso.

              Di lei amo il corpo
              quel corpo da ammirare,
              da annusare,
              accarezzare,
              è amore.

              Dell'altra mi piace il corpo
              quel corpo che mi si strofina addosso,
              sfrontato,
              provocante,
              quel corpo che crea il mio desiderio per poterlo soddisfare.

              Lo so che vivo in modo disonesto
              e sono un amante e un prigioniero.

              ma quando trovo il tempo per pensare
              mi viene sempre la solita domanda,
              quale delle due è in fondo è l'l'altra.
              E cerco la risposta nel trovare quella che in una strada o in un locale passa il suo tempo ad aspettare,
              e per il giusto prezzo ti sa dare il corpo,
              il tempo
              e sa capire e consolare.
              E per quella mezzora finalmente c'è chi si occupa di lui,
              ed io non penso a niente.
              Composta domenica 29 gennaio 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Ha chiesto asilo

                Da chi zero rispetto e da chi troppo.
                Tutti a dibattere sul si o sul no
                ma intanto nessuno tenta di svecchiarla
                oppure di rifargli il maquillage,
                nessun chirurgo se la sente di
                intervenire seriamente.

                Col tempo è diventata una coperta che ognuno vuol tirar dalla sua parte,
                un pretesto per far danni,
                o la preda squartata ormai da troppi cani.

                Offesa per l'indegno trattamento,
                stanca dall'esser presa per il culo dai peggiori
                con mossa preparata ormai da tempo
                a notte fonda senza dire niente
                ha preso l'aeroplano per l'america
                dove da sempre sta una sua parente.

                Si dice che abbia già,
                per precedenti accordi,
                avuto la cittadinanza
                e il passaporto.

                E dopo la scoperta nessuno si azzarda a far denuncia
                a render pubblico il fattaccio.

                Tutti sono pronti al vuoto se viene a mancare il presidente,
                il suo garante,
                ma nessuno s'aspettava la fuga della garantita.

                Ma intanto la verità comincia a trapelare,
                si comincia a sentir dire anche il motivo,
                è scappata per disperazione
                ... la costituzione.

                Chissà che un giorno non ritorni qui in vacanza,
                sotto mentite spoglie,
                a vedere ciò che resta del paese.
                Composta domenica 29 gennaio 2012
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                  Scritta da: Alexandre Cuissardes

                  I cani addosso

                  Non contano i miei errori
                  il mio mestiere consiste nel vedere i tuoi,
                  non contano i tuoi errori
                  il tuo lavoro consiste nel rinfacciami i miei,
                  ma entrambi sappiamo dove arrivare,
                  dove fermarci,
                  perché andare oltre vorrebbe dire
                  togliere il tappo a questa barca
                  che ci sopporta a malapena
                  ed affondare entrambi.
                  Composta mercoledì 25 gennaio 2012
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