Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

14 feb... guaio

È dedicato
a chi
da quanto ha amato
non si ricorda neanche più chi ha amato,
a chi è stato così tanto amato
da non sapere neppure chi l'ha davvero amato.

A chi d'amore è vissuto
ed a chi d'amore è morto.

A chi l'amore l'regalato,
a chi l'ha venduto
ed chi l'ha comprato.

A chi all'amore ha riso addosso
ed a chi per amore ha pianto troppo.

È dedicato a chi con l'amore ha tolto tutto,
a chi per amore tutto ha perso.

Ed a tutti gli altri casi messi in fila
dentro i corpi e le storie di ognuno di noi.

Giorno di fiori,
cene a lume di candela e cioccolatini,
regali fatti per obbligo o sentiti veramente,
un'altra delle mille ricorrenze,
fatte per mettere le mani spesso al portafoglio
più che al cuore.

Oggi per molti è festa.

Per i soli è un giorno dei peggiori,
non si festeggia il santo ma il "noi due",
quel "noi" che forse non avrà un domani.

Del resto Valentino
oggi tirato in ballo suo malgrado
ci ha messo solo il nome in tutto questo,
perché di tutt'altro amore si occupava.

È destinato come gli altri santi ad esser ricordato per un solo giorno,
come per onomastici e battesimi,
poi messo nel suo nulla fino all'anno dopo.

Ed a me che non avendo ne da chiederne o da dare,
l'amore,
a malapena lo posso raccontare,
ed a tutti quelli che non nel bene ma nel male
dell'amore hanno qualcosa da ridire,
posso solo suggerire
fatevi un bel bicchiere
da soli o in compagnia
ed aspettate sbronzi che questo giorno diventi come tutti gli altri
l'ennesimo giorno andato via.
Composta lunedì 23 gennaio 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    La morte è stata immediata e lenta

    Non regalatemi
    per principio,
    o fede o per una pietà non richiesta
    altre notti da passare sveglio,
    immobile nel letto,
    non regalatemi una vita che non voglio più,
    non venite a guardarmi,
    in fila come per turismo,
    a farmi una compagnia che non gradisco,
    staccate la spina,
    divise bianche,
    caporali della fine col potere di farlo.
    Composta lunedì 23 gennaio 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Il terzo scomodo

      È al lavoro l'intruso messo lì dal primo del paese per umiliare i contendenti.

      Non invitato,
      imposto,
      ha tolto a tutti il giocattolo di mano
      e molti si sono fatti per necessità ruffiani a corte.

      L'importante è stare vicino al nuovo
      per accoltellarlo poi alle spalle
      e ritornare in sella al cavallo sfinito.

      Intanto scaldano i muscoli anche i nuovi forti,
      istruiti dai vecchi arnesi del mestiere.

      Gli ingannatori di sempre
      incapaci di tacere,
      sono di nuovo medici dalle sicure ricette,
      da proporre alla gente,
      ma tutte a tutela della loro salute,
      non per curare i veri malati.

      Questo uovo di pasqua è arrivato a natale,
      con brutte sorprese per tutti.

      E loro hanno pronti i cazzotti per romperlo,
      e dividersi i pezzi,
      da mangiare a morsi,
      litigandoseli come cani.

      La sorpresa
      al paese,
      amara più del cioccolato,
      è il conto da pagare
      per l'immensa fame degli altri.
      Composta martedì 3 gennaio 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        L'appuntamento con me

        Mi sono seduto,
        ho ordinato due caffè,
        ma ero solo,
        l'ho fatto per farmi compagnia.

        Poi due bicchieri di vino,
        uno bianco ed uno rosso.

        Calmo fuori,
        allentato dal vino.

        Dentro allertato,
        eccitato dal caffè,
        a riflettere,
        osservare.

        Ho pagato il conto,
        mi sono alzato
        ce ne siamo andati.
        Composta domenica 8 gennaio 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes
          Che tenerezza mi fai,
          col tuo profumo di latte.
          Lo sento,
          io che ti vengo vicino
          col mio respiro stanco
          di fine giornata,
          col mio alito che sa di
          di fumo,
          di vita
          di oggi.

          Che dolce sei col tuo sorriso
          largo quanto il tuo viso,
          sorridi anche alle mosche,
          sorridi a tutto ciò che si muove,
          al mio essere lì.

          E mi ricordi tua madre,
          quando la voglio ricordare,
          ed in te tutto me la ricorda,
          e sei così diverso da lei quando voglio che sia così.

          E quando allarghi le piccole braccia e scalci,
          e giri la tua testa e fai mille domande
          a gesti,
          con gli occhi
          o col tuo allegro strillare.

          Sei l'incredibile miracolo
          che avviene anche per chi non crede.

          E tremo per il tuo futuro e
          vorrei essere già vecchio
          per vederti grande,
          allontanarmi per destino
          ma sereno per aver fatto tutto ciò che meriti,
          con la coscienza a posto
          sano ed in poco tempo per dare il minor disturbo,
          o non perdere la testa prima che succeda
          per sparire in fila dietro all'ultimo elefante
          col tuo sapore di latte di nuovo addosso,
          da portare con me.
          Composta domenica 8 gennaio 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Amori in cornice

            Ho visto l'amore in quella donna che si piega a raccogliere un foglio caduto al suo uomo ormai rigido.

            L'ho visto nei due amanti che dopo 40 anni si amano ancora da amanti.

            Ho visto l'amore negli occhi pieni di apprensione di te che aspetti il ritorno di nostro figlio.

            L'ho visto in chi in silenzio fa scivolare la mano sulla sua mano,
            si vede l'amore,
            in chi lo dimostra non in chi dice di provarlo.
            Composta domenica 8 gennaio 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              La strage dei polli

              Fumata bianca
              alla gente stanca.

              Hanno trovato la soluzione
              dopo tanto ripensare
              per spostare l'attenzione
              dalle cose da cambiare.

              Il problema è l'evasione.

              Quindi,
              ordine dall'alto,
              né pietà né distinzione
              nel colpirla l'evasione,
              che sia essa per campare
              o che sia per arricchire.

              Grande guerra al criminale,
              con proclami dappertutto:
              -chi evade ruba,
              è brutto,
              il paese lo ha distrutto,
              cittadino,
              guarda, ascolta,
              osserva, spia,
              e denuncia alla polizia-.

              Via,
              mandiamolo in galera,
              dopo un pubblico processo,
              ma soltanto se si è certi
              del reato contestato,
              l'evasione per miseria,
              quindi ladro di polli e fesso.

              A chi invece evade molto
              non va fatto nessun torto,
              come a chi,
              dai posti in alto
              ruba agli altri e fa man bassa,
              spreca i soldi della gente.

              Non ha mai nessuna colpa,
              -sono gli altri-, si difende,
              e continua la sua corsa.

              Lui si sa non è evasore,
              è diverso il suo rubare.

              Al ladro di polli dagli addosso
              ma non toccare il ladro grosso,
              al ladro di polli non farla far franca
              ma non toccare chi ci comanda,
              non ti provare a toccare una banca
              non ti provare a toccare i partiti.

              Stai attento a toccare la banda.
              tutti i partiti devon campare,
              tutti i politici devono mangiare,
              tutti i peggiori devono comandare,
              per la democrazia è il prezzo da pagare,
              per questo paese,
              per farlo affondare.
              Composta martedì 3 gennaio 2012
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