Le migliori poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia

Contributo alla statistica

Su cento persone

che ne sanno sempre più degli altri
- cinquantadue;

insicuri ad ogni passo
- quasi tutti gli altri;

pronti ad aiutare
purché la cosa non duri molto
- ben quarantanove;

buoni sempre,
perché non sanno fare altrimenti
- quattro, bè, forse cinque;

propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;

viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;

dotati per la felicità,
- al massimo poco più di venti;

innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro più della metà;

crudeli,
se costretti dalle circostanze
- è meglio non saperlo
neppure approssimativamente;

quelli col senno di poi
- non molti di più
di quelli col senno di prima;

che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;

ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatré
prima o poi;

degni di compassione
- novantanove;

mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Amami

    Amami
    e nel ricordo prendi la fionda antica
    e battimi i capelli. Mi vedrai crescere
    nera come la foresta dell'Amazzonia,
    ma se scosti i miei rami vedrai nella mia lingua
    uccelli variopinti e paradisi terrestri.
    Allora non pregare il Signore,
    perché la dovizia del mio canto
    io l'ho rubata a lui in un giorno di distrazione.
    Composta domenica 12 aprile 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Paura dei tuoi occhi

      Paura dei tuoi occhi,
      di quel vertice puro
      entro cui batte il pensiero,
      paura del tuo sguardo
      nascosto velluto d'algebra
      col quale mi percorri,
      paura delle tue mani
      calamite leggere
      che chiedono linfa,
      paura dei tuoi ginocchi
      che premono il mio grembo
      e poi ancora paura
      sempre sempre paura,
      finché il mare sommerge
      questa mia debole carne
      e io giaccio sfinita
      su te che diventi spiaggia
      e io che divento onda
      che tu percuoti e percuoti
      con il tuo remo d'Amore.
      Composta martedì 4 agosto 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia
        Come crepiti nelle mie mani.
        Da quando ti ho conosciuto
        ho perso i valori estremi della vita.
        Sai quanto pesa una carezza?
        Sai cosa sono le mani?
        Sono uccelli che cercano orizzonti,
        sono uccelli che cercano pace,
        sono le mani dell'intelligenza e della ritrosia,
        sono il pane quotidiano degli angeli,
        sono le ali che cercano refrigerio.
        Il tuo volto è un nido d'aria
        attraverso il quale io trovo il mio nulla.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          E tu che hai messo mano al mio dolore
          con la dolcezza che distingue il bene
          padre esemplare di un retta schiera
          di progenie devota benedetto
          sei per quella tua ripida pazienza
          conoscitrice delle cose insane
          né ti fa meraviglia l'ardua specie
          del dolore scoperto alle tue mani
          può venir palpitante una fanciulla
          ed un brivido assurdo: sei l'umano
          incarnato nell'era degli dei.
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            Scritta da: Andrea De Candia

            Reciprocità

            Ci sono cataloghi di cataloghi.
            Poesie su poesie.
            Ci sono drammi su attori recitati da attori.
            Lettere in risposta a lettere.
            Parole che spiegano parole.
            Cervelli impegnati a studiare il cervello.
            Ci sono tristezze contagiose come il riso.
            Carte nate da carte macerate.
            Sguardi veduti.
            Casi declinati da casi.
            Fiumi grandi per il copioso contributo di piccoli.
            Foreste infestate da foreste.
            Macchine destinate a produrre macchine.
            Sogni che all'improvviso ci destano dai sogni.
            Una salute di ferro necessaria a riacquistare la salute.
            Scale che portano giù come portano su.
            Occhiali per cercare occhiali.
            L'inspirazione e l'espirazione del respiro.
            E ci sia anche, almeno di tanto in tanto,
            l'odio dell'odio.
            Perché alla fin fine
            c'è l'ignoranza dell'ignoranza.
            E mani ingaggiate per lavarsene le mani.
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              Scritta da: Andrea De Candia

              Un incontro inatteso

              Siamo molto cortesi l'uno con l'altro,
              diciamo che è bello incontrarsi dopo anni.

              Le nostre tigri bevono latte.
              I nostri sparvieri vanno a piedi.
              I nostri squali affogano nell'acqua.
              I nostri lupi sbadigliano a gabbia aperta.

              Le nostre vipere si sono scrollate di dosso i lampi,
              le scimmie gli slanci, i pavoni le penne.
              I pipistrelli già da tanto sono volati via dai nostri capelli.

              Ci fermiamo a metà frase,
              senza scampo sorridenti.
              La nostra gente
              non sa parlarsi.
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