Poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia
E tu che hai messo mano al mio dolore
con la dolcezza che distingue il bene
padre esemplare di un retta schiera
di progenie devota benedetto
sei per quella tua ripida pazienza
conoscitrice delle cose insane
né ti fa meraviglia l'ardua specie
del dolore scoperto alle tue mani
può venir palpitante una fanciulla
ed un brivido assurdo: sei l'umano
incarnato nell'era degli dei.
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Resurrezione di Cristo

    Perché ancora alla mente
    traccia sopporto corporale d'ieri,
    premere con la mano ritemprata
    questo sasso mi è dolce
    come a provare il fascino di Dio.
    Rivedrò i lutti, ovali
    miracolosi delle donne spente
    nel mio dritto abbandono.
    E il volto di Maria
    risuonerà nelle sue note piene.
    La terra era pur dolce
    al mio lento sviluppo
    e più cara che all'uomo se la fine
    mi sollevava dalla riprensione.
    Per cadenzare armonico il mio passo
    sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
    Composta giovedì 7 aprile 2016
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Pianto dei poeti

      Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
      o gemma che trapassi il suono
      col tuo respiro l'ombra che sta ferma
      di fronte ad un porto di paura
      quel trascendere il mito
      come se fosse forzatamente azzurro
      o chi senza abbandono
      che non sanno che il pianto dei poeti
      è solo canto.
      Canto rubato al vecchio del portone
      rubato al remo del rematore
      alla ruota dell'ultimo carro
      o pianto di ginestra
      dove fioriva l'amatore immoto
      dalle turbe angosciose di declino
      io sono l'acqua che si genuflette
      davanti alla montagna del tuo amore.
      Composta giovedì 7 aprile 2016
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        Scritta da: Andrea De Candia

        S. Teresa del Bambino Gesù

        Dalla tua adolescenza
        fatta di lunghi brividi ai capelli
        e d'usignoli infitti alle tue palme,
        sgorgava la vertigine di un giglio
        esalante profumo di domanda.

        Ah, l'immane fatica
        d'innestare il tuo fiore prodigioso
        oltre i tiepidi climi delle folle
        a vertici di gelo!

        Avorio concretato fra le mani
        d'estremi crocifissi,
        ronzio di spine ad ogni polpastrello
        delle morbide dita,
        e dopo rose, rose di stupore,
        placide nevicate d'innocenza,
        variare d'onde al largo dei tuoi occhi,
        fissità di pupilla,
        vedovi cigni solitari al corso
        dei tuoi fiumi d'amore.
        Composta giovedì 7 aprile 2016
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          Scritta da: Andrea De Candia
          Se la foglia piange e trema
          di fronte alla volontà di Dio
          e Dio è combusto nell'universo,
          se l'universo non è che una pallida idea
          di ciò che ci darà la vita nuova
          e la beatitudine,
          che dire degli angeli
          che si oppongono alla foschia delle genti,
          al loro turbinio,
          al fumo della guerra
          e che dissipano con un'arma celere
          i falsi splendori di Satana?
          Angeli battaglieri
          che entrano nelle foreste delle passioni,
          che tolgono le piante impure
          e sradicano il male.
          Angeli che piangono
          quando si rovesciano i troni di Dio,
          angeli che divorano le donne
          con le loro carezze.
          Angeli che portano i loro seni lontano
          affinché Dio li rivesta di gramaglie
          per tutti i mancati splendori.
          Angeli che tremano
          davanti alla collera divina
          e sono così palpitanti d'amore
          che ogni donna vorrebbe somigliare a loro.
          Angeli in fuga verso la beatitudine,
          angeli che scorrono
          come l'acqua al di là dell'universo,
          angeli che tornano a baciare
          le labbra dimenticate.
          Composta sabato 2 aprile 2016
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            Scritta da: Andrea De Candia
            Angeli delicati come rose,
            fiori perfetti della fantasia,
            peregrini del mondo, musicali
            adoratori di luce, angeli-mondi,
            come è l'asperula quando si alza
            da un labbro che è ferito dalla grazia.

            Angeli lunghi come la mia attesa,
            fonti di amore e di gran pentimento,
            fiori del bene, mondi di paura,
            trasalimenti puri della voce.

            Angeli grandi come i mutamenti,
            materno divenire della specie.

            Angeli muti come la parola
            quando se ne va da un labbro che è divino,
            angeli-donne che io vedo in amore,
            notturne detrattrici del pensiero.

            Angeli scalzi che non hanno misura,
            angeli della folla o mia paura.
            Composta giovedì 31 marzo 2016
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              Scritta da: Andrea De Candia

              Ritratto di un'ombra

              I tuoi occhi, orma di luce dei miei passi;
              la tua fronte, solcata dal lampo delle spade;
              i tuoi sopraccigli, orlo della rovina;
              le tue ciglia, messi di lunghe lettere;
              i tuoi riccioli, corvi, corvi, corvi;
              le tue guance, stemma del mattino;
              le tue labbra, ospiti tardivi;
              le tue spalle, statua dell'oblio;
              i tuoi seni, amici delle mie serpi;
              le tue braccia, ontani alla porta del castello;
              le tue mani, tavole di morti giuramenti;
              i tuoi fianchi, pane e speranza;
              il tuo sesso, legge dell'incendio boschivo;
              le tue cosce, ali nell'abisso;
              i tuoi ginocchi, maschere della tua boria;
              i tuoi piedi, teatro d'armi dei pensieri;
              le tue piante, cripte di fiamme;
              la tua orma, occhio del nostro addio.
              Composta giovedì 31 marzo 2016
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                Scritta da: Andrea De Candia

                Donna al pianoforte

                Io ti ho vista seduta al pianoforte
                e mi sei parsa un angelo, una vergine
                di certissimo aspetto – come fossi
                oggi cresciuta lì su quelle soglie
                di sveltissima musica, o fermento
                bello di donna dalle dritte spalle
                cui le dita di angelo racchiuso

                hanno impresso una curva di mistero
                mentre che all'apparenza ne gioivi
                profondamente come in veste nuova.

                E noi tutti di te ripensavamo
                cose profonde e più miracolosa
                che una vetta di sogno la tua dolce
                cara presenza ci scioglieva i nodi
                dentro il sangue del male e sollevava
                la nostr'aria nel palpito felice
                dei tuoi biondi finissimi capelli.
                Composta giovedì 31 marzo 2016
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                  Scritta da: Andrea De Candia
                  C'è un movimento segreto
                  nella chiusura del cuore
                  quando gli angeli fanno silenzio
                  e occultano il loro stesso sangue,
                  perché nessuno sa che l'angelo
                  è fatto di materia uguale alla nostra.
                  Nessuno sa che la prima goccia
                  che cadde dalle ginocchia di Dio
                  è stata in forma di angelo.
                  Composta giovedì 31 marzo 2016
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                    Scritta da: Andrea De Candia

                    Rendimi i miei capelli

                    Rendimi i miei capelli,
                    non portarli con te nelle tue pene,
                    inebriami di baci, come statua
                    che abbia compiuto musiche maggiori.

                    O coscia del destino semiaperto,
                    lascia che ti ricami una chimera
                    sull'avambraccio
                    prima che la follia del tempo
                    divori le caviglie.

                    Sei nata donna
                    ma tu sei così oscura
                    come tranello in cui tema il piede
                    di orizzontarsi. Sei la mia dimora,
                    la dimora traslata dalle vigne
                    che fa tacere anche il pavimento.
                    Composta giovedì 31 marzo 2016
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