Poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia

Gli inguini

Gli inguini sono la forza dell'anima,
tacita, oscura,
un germoglio di foglie
da cui esce il seme del vivere.
Gli inguini sono tormento,
sono poesia e paranoia,
delirio di uomini.
Perdersi nella giungla dei sensi,
asfaltare l'anima di veleno,
ma dagli inguini può germogliare Dio
e sant'Agostino e Abelardo,
allora il miscuglio delle voci
scenderà fino alle nostre carni
a strapparci il gemito oscuro
delle nascite ultraterrestri.
Composta lunedì 7 marzo 2016
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    Scritta da: Andrea De Candia
    Sotto le gonfie coperte degli occhi,
    bianche macchiate da cerchi di notte,
    le lacrime hanno già vissuto vita
    propria, ma innanzitutto in grande gruppo;
    e non appena avvertono dal covo
    un'aria di pericolo poi tremano
    tutte quante, si danno tre spintoni,
    si calmano e decidono di fare
    a turno, sì, certo certo, però
    deve uscire lei per prima, per prima la
    malcapitata costretta a sfidare
    lo sconosciuto deserto del volto,
    sperando che una lama non la uccida,
    a passi lenti calpesta confusa
    la duna granulosa d'una guancia
    poveretta, no, non vede il dirupo
    del mento, non credeva ne esistesse
    proprio uno nel deserto questo qui,
    è morta, è caduta, è solo la prima,
    avanti un'altra: la seconda meno
    cattiva o, se si può dire, più scema.
    Composta domenica 29 novembre 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia
      Il mare mai s'abbassa,
      anzi s'allarga... s'alza

      Volumi d'onde spinti
      finanche oltre la riva

      Nessuno se n'accorge
      che sol'io me n'accorgo

      di un nuovo altro ripiano
      di lacrime che cresce,

      versate da quei pesci,
      in fila qui vicino,

      che voglion far capire
      agli uomini lo stato

      di tristezza inquinata
      del mare, nerazzurra

      cadente barricata
      di squame grigiospente

      per un ultimo attacco
      sia pur solo di pianto

      sia prima che ogni bocca
      la soffochi pur l'aria,

      sia prima che la morte
      li lasci galleggiare.
      Composta domenica 29 novembre 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia
        La molletta del male
        cui resta appeso solo
        il panno del respiro
        e il corpo tra le pieghe
        che lì confusamente
        vorrebbe ricomporsi...
        Non più libero l'urlo,
        se proteso in avanti,
        indietro dopo torna,
        fa poi spuntare il chiodo
        nel punto più preciso,
        nel cavo della carne
        ferita di ruggine
        dove se si incontrano
        per caso anima e sangue
        si va in cortocircuito,
        si firma allor la fine.
        Composta domenica 29 novembre 2015
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          Scritta da: Andrea De Candia
          Incompleta e sottile
          la cornea dell'anima
          - così tanto insicuro
          fantasma dallo sguardo
          ancora semivuoto -
          diventa un po' più piena
          se piove sul bagnato
          del rosso acceso sangue,
          la cornea fatta a chicchi
          ricade sul rovente
          asfalto che bollente
          cerca, cerca lo sguardo,
          che alla fine ritrova
          la sua pupilla rossa.
          Composta domenica 29 novembre 2015
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            Scritta da: Andrea De Candia
            Mi chiedi perché ho sangue
            nelle dita dei piedi e delle mani,
            il pianto non è mai bevuta lunga,
            espansa, circolare,
            mentre è lacrima sola soprattutto;

            così l'anima piange
            a volte, si vergogna per il corpo
            svergognato, ma è sempre più modesta
            lei, l'anima del corpo,
            e cerca vene, vene capillari e
            versa lacrime rosse
            lungo i petali estremi della carne,
            facendolo in sua vece.
            Composta domenica 29 novembre 2015
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