Poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia
Occhi, mie rassegnate mezzelune,
cui tanto il plenilunio si rinnega,
cerchi soltanto in un cielo di carne.

Magari mi veniste risucchiati
ed usciste bevuti dal pianeta
bianco di freddo gelato del cranio,
dietro la nuca chissà che universi.

Occhi, ma chi v'ha diviso le stanze?
Il cielo mai soffitto pavimento,
sempre e soltanto la stessa parete,
sudando forse in due per voi s'è fatto
e il naso tra di voi fa da separè.
Composta domenica 29 novembre 2015
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Autunno

    Quieto è il dirupo folto di ginepro.
    Pettina la criniera autunno – saura.

    Va l'azzurro stridore dei suoi ferri
    sopra il drappo fluviale delle sponde.

    Con passo accorto, il vento – asceta monaco
    macera foglie ai bordi delle strade.

    E bacia sopra l'arbusto del sorbo
    le rosse piaghe di un Cristo invisibile.
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Non invano hanno soffiato i venti

      Non invano hanno soffiato i venti,
      non invano c'è stata la tempesta.
      Un misterioso qualcuno ha colmato
      i miei occhi di placida luce.

      Qualcuno con primaverile dolcezza
      ha placato nella nebbia azzurrina
      la mia nostalgia per una bellissima,
      ma straniera, arcana terra.

      Non mi opprime il latteo silenzio,
      non mi angoscia la paura delle stelle.
      Mi sono affezionato al mondo e all'eterno
      come al focolare natio.

      Tutto in esso è buono e santo,
      e ciò che turba è luminoso.
      Schiocca sul vetro del lago
      il papavero rosso del tramonto.

      E senza volerlo nel mare di grano
      un'immagine si strappa dalla lingua:
      il cielo che ha figliato
      lecca il suo rosso vitello.
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Fieno

        Nessuno chieda delle libellule
        (blu-freccia striano l'aria)
        e il viso di febbre del sole
        s'infiamma nel mare.

        L'uomo con la falce
        miete il respiro
        d'erba e libellule
        nessuno chieda di lui.

        Rosso-arancio pendono
        i grembi del papavero
        odora di sonno il fieno.

        Salici piangenti confidano
        al mare il proprio dolore
        l'uomo con la falce miete
        in fasci libellule azzurre
        mietendo fa fieno
        dell'oggi.

        Nessuno chieda a nessuno
        chi oggi si addormenti
        nel fieno di papavero.
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          Scritta da: Andrea De Candia

          Il cielo

          Ha dismesso le sue maschere
          nuvole notturne impediscono
          alle stelle
          di vedere
          la sorella terra.

          Lui sogna
          che il suo nero infinito
          porti il lutto per il sole
          sogna gli uomini sulla terra
          che lo sognano azzurro.

          Nel buio impenetrabile
          conta le sue abitazioni
          devono essere sette
          ma non è così
          infinitamente di più.

          Lui conta all'infinito.
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