Poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia
Terra, vecchio pianeta, ventosa al piede
che vuol volare,
o re Lear con le braccia vuote.

Con occhi marini piangi in segreto
nel mondo dell'anima
macerie di dolore.

Sui millenni dei tuoi riccioli d'argento
la ghirlanda di fumo, follia stellata
nell'odore degli incendi.

E i tuoi figli
che già danno la tua ombra mortale
mentre tu giri e rigiri
sul tuo asse celeste,
mendicante della Galassia
che hai per cane il vento.
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Lo sguardo si scamicia

    Io piango ché lo sguardo si scamicia
    all'angolo estremo dell'occhio
    deve essere nel naso la camicia
    che nemmeno non vedo quando piango;
    mi cadono a destra e a sinistra
    due-quattro-sei-otto-dieci bottoni,
    la matematica è solo opinioni,
    sulla mia guancia è un duello già dispari
    ed impari, con la sua pari;
    tonfano e tonfano a terra pesanti,
    me lo vorrei ricucire lo sguardo
    e penso e cerco e spazzo a terra e guardo
    benissimo - non bene! - son finite
    al suolo tra la polvere che spazzo,
    perché si sa che piangendo tu resti
    proprio lì, mentre alle lacrime tocca
    passare poi dalle stelle alle stalle.
    Composta mercoledì 7 ottobre 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia
      Non chiedere davvero
      che le lacrime faccian compagnia
      e che t'ascoltino anche,
      uscite allo scoperto.

      Perché dal pianerottolo del mento
      non scendano le scale delle braccia,
      non prendan l'ascensore dell'addome.

      Scavalcheranno sempre la ringhiera
      pur di farla finita al pianterreno,
      loro hanno fretta d'andarsene via.
      Composta mercoledì 7 ottobre 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Il mare non l'invidio

        Sapere e non sapere
        come poi ci si sente
        a stare sulla scena
        sempre, sugli spigoli
        del suo palcoscenico,
        al centro, alla ribalta,
        dietro le quinte pure,
        con un occhio di bue
        per l'inchino a sé stesso
        senza avere un applauso.

        E vorrebbe fuggire
        e sparire dovunque
        potrebbe nascondersi,
        e dando gomitate
        e bracciate, manate,
        si frantuma le ossa;

        può solo protestare
        - per di più sottovoce -
        quando trova una riva
        le lascia le lacrime,
        ma senza asciugargliele,
        perché non sa spiegare
        il bianco fazzoletto,
        che ingarbugliato resta
        tra le sue stesse mani.
        Composta mercoledì 7 ottobre 2015
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