Cadono gocce
un insieme pesante -
piume sassose.
Composta domenica 21 giugno 2015
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Cadono gocce
un insieme pesante -
piume sassose.
Strano è il cielo
svariati occhi di stelle -
su nessun volto.
Guarda la baia
le chele che avanzano -
forbici in mare.
Sopra la testa
un prurito di stelle -
cieli grattati.
Ed allora,
quando mi sento svuotato
d'amore altrui,
attingo ad un volto ignoto
per rendere un'emozione.
Pregava Dio,
pregava con fervore
perché facesse di lei
una felice ragazza bianca.
E se ormai è tardi per simili cambiamenti,
allora, Signore Iddio, guarda quanto peso
e toglimene almeno la metà.
Ma Dio benevolo disse No.
Posò soltanto la mano sul suo cuore,
le guardò in gola, le carezzò il capo.
E quando tutto sarà compiuto – aggiunse –
mi allieterai venendo a me,
mia nera gioia, tronco colmo di canto.
Lontano all'aperto adagiata
nel sonno.
Fuggitiva
col grave bagaglio d'amore.
Un ambito lieve di sogni
come un parasole
nella verità.
Notte
notte
la veste corporea
tende il suo vuoto
mentre cresce lo spazio
via dalla polvere senza canto.
Mare
con profetiche lingue di spuma
rotola
sopra il sudario
finché il sole semina di nuovo
il dolore dardeggiante dei secondi.
Qui vi prendo prigioniere
voi parole
come voi sillabandomi fino al sangue
mi prendete prigioniera
voi siete i miei battiti del cuore
contate il mio tempo
questo vuoto segnato da nomi
lasciate che guardi l'aligero
che canta
se no credo l'amore somigli alla morte.
Non gridano più
quando fa male
Uno sale sulle ferite dell'altro
ma non sono che nubi
dove loro passano
che spettrali poi gocciano.
Così deietta -
più a fondo più a fondo sempre più a fondo
dov'è il più fondo
Nel sudore del silenzio
l'anima perduta
Morire è il più fondo -.