Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Di nuovo Eros...
Di nuovo Eros, a causa di Cipride,
dolce inondandomi, scalda il mio cuore.
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Di nuovo Eros, a causa di Cipride,
dolce inondandomi, scalda il mio cuore.
Amici, mi sento
un tino bollente
di mosto dopo
felice vendemmia:
in attesa del travaso.
Già potata è la vite
per nuova primavera.
Come se non ci fosse più tempo,
solo così sono in grado di amare,
stringimi come se domani dovessi partire,
ti prego, abbracciami come fosse sempre un addio,
prendi i baci più dolci e le carezze più calde
che vorresti ricordare,
guarda i miei occhi come fosse l'ultima volta,
donami il sorriso tuo più bello,
amami con tutta la forza che puoi,
perché stanotte potrei anche morire.
Fino a quando
l'attesa di te
sarà
- com'è oggi -
sorpresa continua
di un sentimento immenso
immune da puerili sbavature
e falsi orpelli
continuerò ad amarti
senza risparmio alcuno….
Ad ogni poco giura di cominciare una vita migliore.
Ma quando viene, coi consigli suoi, la notte,
e coi suoi compromessi e le lusinghe,
ma quando viene, con la sua forza, la notte
(il corpo anela e cerca), a quell'eguale
fatale gioia, ancora perso, va.
Solo a sera m'è dato
assistere alla deposizione
della luce, quando
la vita, ormai
senza rimedio, è perduta.
Mio convoglio funebre
di ogni notte: emigrazione
di sensi, accorgimenti
delle ore tradite, intanto
che lo spirito è rapito
sotto l'acutissimo arco
dell'esistenza: l'accompagna
una musica di indicibile
silenzio.
Invece dovere
ogni mattina risorgere
sognare sempre
impossibili itinerari.
Io non ho mani
che mi accarezzino il volto,
(duro è l'ufficio
di queste parole
che non conoscono amori)
non so le dolcezze
dei vostri abbandoni:
ho dovuto essere
custode
della vostra solitudine:
sono
salvatore
di ore perdute.
Se guardi la neve che scende a coprire
la terra,
coprire se stessa e tutto ciò che tu
non sei, vedrai
che è la deriva gravitazionale della luce
sul rumore dell'aria che cancella l'aria
è il cadere dell'attimo nell'attimo,
la sepoltura
del sonno, il rovescio dell'inverno, il
negativo della notte.
Quando mie donn'esce la man' del letto
che non s'ha post'ancor del fattibello,
non ha nel mondo sì laido vasello,
che, lungo lei, non paresse un diletto;
così ha 'l viso di bellezze netto;
infin ch'ella non cerne al burattello
biacca, allume scagliuol e bambagello:
par a veder un segno maladetto!
Ma rifassi d'un liscio smisurato,
Che non è om che la veggia 'n chell'ora,
ch'ella nol faccia di sé 'nnamorato.
E me ha ella così corredato,
che di null'altra cosa metto cura,
se non di lei: o ecc'om ben ammendato
Quanti colori ha la vita,
inizia con un fioco rosa,
come un colore dell'arcobaleno,
come i petali di una rosa.
Con un fiocco azzurro,
sempre parte di un arcobaleno,
come il mare o il cielo,
come l'infinito.
C'è il rosso, quello della passione
del fuoco, del dolore
di un grande sentimento,
come l'amore.
C'è il giallo quello della gelosia,
del sole, del calore,
quello che riscalda anche il cuore,
il colore dei fiori.
C'e il verde quello della speranza,
di un albero, di una pianta,
dell'erba, di una foresta,
il colore della gioia.
Tutti insieme,
con altri ancora,
dipingono la vita.
Sono i colori della vita.
Dipingila con amore passione,
speranza e occasioni.