Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Terzo ricordo

Ancora i valzer del cielo non avevano sposato il gelsomino e la neve,
né i venti riflettuto la possibile musica dei tuoi capelli,
né decretato il re che la violetta fosse sepolta in un libro.

No.

Era l'età nella quale viaggiava la rondine
senza le nostre iniziali nel becco.
Quando convolvoli e campanule
morivano senza balconi da scalare né stelle.

L'età
nella quale sull'omero di un uccello non c'era fiore che posasse il capo.

Allora, dietro al tuo ventaglio, la nostra prima luna.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    A retirata

    Gioia bella.
    Pe'te vedé
    c'aggio fatto
    nun può sapé!

    Si putesse parlà stu core,
    quanta cose vulesse dì;
    ma, chiagnenno pè lu dulore,
    io m''o scippo, pè n''o sentì!

    Napule e nenne belle,
    addio v'avimm''a dì...
    Sentite 'a retirata?
    Ce n ' avimmo da trasi!

    Dice 'a gente
    parlanno 'e me,
    ca si parto
    mme scordo 'e te!

    A 'sta gente stu core mio,
    pè risposta tu fà vedè,
    e dincello ca, si part'io,
    tiene mmano nu pigno 'e me.

    Napule e nenne belle,
    addio v'avimm''a dì...
    Sentite 'a retirata?
    Ce n ' avimmo da trasì!

    Gioia bella,
    te l'aggì 'a dì
    ca dimane
    s'ha dda partì!

    Statte bona, può sta sicura
    c''a medaglia voglio turnà!
    A stu core tiénece cura,
    si nun torno nun 'o jettà!

    Napule e nenne belle,
    addio v'avimm''a dì...
    Sentite 'a retirata?
    Ce n avimmo da trasì!
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Ribes nero

      Occhi neri di ribes nero
      come dense gocce della notte
      guardano e inconsapevoli domandano
      o di qualcuno o di qualcosa.

      Caverà lesto il tordo saltellante
      gli occhi neri di ribes nero,
      ma i gorghi del vortice conservano memoria
      di qualcuno o di qualcosa.

      Non penetrate nella memoria delle amate.
      Temete quei vortici abissali, perfino
      la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma
      di qualcuno o di qualcosa.

      E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere
      in te, come qualcuno no, come qualcosa,
      che ti rammenti, linea d'orizzonte,
      solo qualcosa, solo qualcosa.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Le cose elementari

        In modo maldestro, con ago grosso, con
        filo grosso,
        si attacca i bottoni della giacca. Parla da
        solo:

        Hai mangiato il tuo pane? Hai dormito
        tranquillo?
        Hai potuto parlare? Tendere la mano?
        Ti sei ricordato di guardare dalla finestra?
        Hai sorriso al bussare della porta?

        Se la morte c'è sempre, è la seconda.
        La libertà sempre è la prima.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Canto d'autunno

          Ora l'autunno ha brividi
          nel gambo della rosa.
          Alte e lontane scale
          s'appoggiano tra i frutti.

          L'autunno ora s'arrampica
          sull'intrecciata trama
          e la rosa ricorda la polvere
          da cui fu generata.

          Piú lucente del fiore
          sul cespuglio di rosa
          è la bacca arancione,
          ora avvizzita, amara;

          in ozio la bellezza non sa stare;
          tutto accade in suo nome;
          ma la rosa ricorda la polvere
          da cui fu generata.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Che possa essere
            un giorno speciale,
            un Natale diverso
            donando un sorriso
            un abbraccio
            a chi sente il freddo
            della fame e della miseria
            indistintamente per chi crede
            o per chi non crede
            o dal colore della sua pelle
            perché siamo tutti uomini.
            Un Natale senza religioni
            dove possa avvolgerci la pace
            facendoci depositare le armi
            Rendendo il politico
            meno "ladro" e più generoso
            verso chi lotta per arrivare
            a fine mese e non guadagna
            15 mila euro al mese,
            che possa il governo essere
            non di sinistra né di destra
            ma un governo d'amore
            verso tutti noi
            con una politica
            fatta di coscienza,
            se anche guadagnasse
            qualche euro di meno
            forse diventerebbe più umano
            con quel popolo in continuo travaglio.
            Lo si fa mettendo
            una mano sul cuore
            usando la coscienza
            e l'altra sull'anima
            se ancora cuore e anima
            regnano in loro.
            Che possano per una volta donare
            a tutti noi "l'esempio" evitando di
            "Rubare" ai poveri restando ricchi.
            E se sotto l'albero trovassero un "diamante"
            di meno avrebbe finalmente
            vinto il Natale, quello del vero.
            Che possa essere un Natale
            di pace amore e serenità
            da trascorrere con chi più amiamo
            in compagnia di un abbraccio
            di un sorriso, delle cose che contano.
            E dal profondo auguro
            Un Buon Natale a tutti.
            Composta venerdì 16 dicembre 2011
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