Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Il testamento di un albero

Un Albero di un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
- Lascio i fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi
tutti i semi a voi.
A voi, poveri uccelli,
perché mi cantavate le canzoni
nella bella stagione.
E voglio che gli sterpi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
Però vi avviso che sul mio tronco
c'è un ramo che dev'essere ricordato
alla bontà degli uomini e di Dio.
Perché quel ramo, semplice e modesto,
fu forte e generoso: e lo provò
il giorno che sostenne un uomo onesto
quando ci si impiccò - .
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    E non chiedere nulla

    Ora invece la terra
    si fa sempre più orrenda:

    il tempo è malato
    i fanciulli non giocano più
    le ragazze non hanno
    più occhi
    che splendono a sera.

    E anche gli amori
    non si cantano più,
    le speranze non hanno più voce,
    i morti doppiamente morti
    al freddo di queste liturgie:

    ognuno torna alla sua casa
    sempre più solo.

    Tempo è di tornare poveri
    per ritrovare il sapore del pane,
    per reggere alla luce del sole
    per varcare sereni la notte
    e cantare la sete della cerva.
    E la gente, l'umile gente
    abbia ancora chi l'ascolta,
    e trovino udienza le preghiere.

    E non chiedere nulla.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Dagli occhi di un bambino...

      Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
      Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
      Solo il suo stupore li mantiene sospesi,
      la sua piccola mano li innalza,
      il suo cuore li muove e li allontana.
      Senza un bambino appiccicato ai vetri,
      alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
      gli aeroporti morirebbero d’orrore.
      Un bambino non potrà mai pronunciare la parola
      “aeronautica”
      ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.
      Un bambino non saprà calcolare le distanze
      ma è lui la garanzia del ritorno.
      Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri, accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti la paura.
      Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti,
      dorrà meno baci l’addio delle madri
      e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.

      Un aeroplano per aria
      sono molti bambini che guardano l’orizzonte.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Il dubbio...

        Il dubbio di te ci rimane,
        per tutti quei bimbi che muoiono di fame,
        per quella troppa ricchezza,
        con cui i potenti si costruiscono una fortezza,
        Per quei momenti massacranti di dolore.
        Per chi porti via quando è ancora in fiore.
        Il dubbio di te ci assale
        ci turba ci tormenta ci fa star male,
        per tutti quei sogni infranti,
        il futuro di molti pieno di rimpianti.
        Per la guerra, la povertà
        Per quella troppa avidità.
        Il dubbio di te ci rimane,
        per tanto male che troppi hanno.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Un sogno chiamato domani

          Ho attraversato un sogno
          con in una mano la speranza
          e nell'altra il futuro.
          Ho visto l'impossibile diventare possibile
          La disperazione inchinarsi
          dinanzi la speranza
          Una lacrima con la forma di un sorriso
          La felicità prendersi il dolore
          Un bambino chiamare mamma e papà
          La pace assassinare la guerra
          La miseria dell'uomo divenire ricchezza
          L'avidità morire abbracciata alla generosità
          La vita uccidere la morte
          Il timore di oggi trasformarsi in coraggio.
          Ho donato alla mia anima
          questo folle sogno chiamato domani.
          Composta lunedì 29 ottobre 2012
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Due scemi speciali

            Siamo speciali io e te
            lo siamo nella presenza
            lo siamo nell'assenza
            lo siamo nelle parole
            lo siamo nell'intrecciarsi di pensieri
            di musica, di parole
            lo siamo quando ci arrendiamo
            dopo aver messo a tacere le parole
            e messe via le complicazioni
            lo siamo quando
            ci abbandoniamo
            a quel nostro essere scemi
            e viviamo l'attimo di noi
            per quello che siamo
            quando smettiamo di farci la guerra
            quando dopo aver preso la tangenziale
            mi aspetti al nostro "raccordo"
            e mi abbracci.
            Siamo due scemi speciali.
            Composta venerdì 4 settembre 2015
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