Scegliere una porta significa non aprirne altre. Un piacere presuppone che molti piaceri non verranno vissuti, così come ogni tristezza dispensa da tante tristezze. L'amante che porti a letto è uno tra tutti quelli possibili. La parola per cui opti impedisce l'uso di un numero indefinito di parole. Visiti un luogo perché altri luoghi restino ad aspettarti. Solo il giorno che sorge per la tua morte è un giorno qualsiasi, una casualità.
È sono sì altamente innamorato, a la merzé d'una donna e d'Amore, che non è al mondo re né imperadore a cui volesse io già cambiar mio stato: ch'io amo quella a cui Dio ha donato tutto ciò che convene a gentil core; donqua, chi di tal donna è servidore ben se pò dir che 'n buon pianeto è nato. Ed ella ha 'l cor tanto cortese e piano inver' di me, la mia gentile manza, che, sua mercé, basciata li ho la mano. E sì me diè ancor ferma speranza che di qui a poco, se Dio me fa sano, che compierò di lie' mia disianza.
Guardo questa terra e ciò che vedo è tanta ingnoranza, guardo nel cuore delle persone, e vedo in loro tanta indiferrenza, vedo una bambina che gioca in un campo minato. Non vedo più niente. È così difficile volersi tutti bene?
Un Albero di un bosco chiamò gli uccelli e fece testamento: - Lascio i fiori al mare, lascio le foglie al vento, i frutti al sole e poi tutti i semi a voi. A voi, poveri uccelli, perché mi cantavate le canzoni nella bella stagione. E voglio che gli sterpi, quando saranno secchi, facciano il fuoco per i poverelli. Però vi avviso che sul mio tronco c'è un ramo che dev'essere ricordato alla bontà degli uomini e di Dio. Perché quel ramo, semplice e modesto, fu forte e generoso: e lo provò il giorno che sostenne un uomo onesto quando ci si impiccò - .
il tempo è malato i fanciulli non giocano più le ragazze non hanno più occhi che splendono a sera.
E anche gli amori non si cantano più, le speranze non hanno più voce, i morti doppiamente morti al freddo di queste liturgie:
ognuno torna alla sua casa sempre più solo.
Tempo è di tornare poveri per ritrovare il sapore del pane, per reggere alla luce del sole per varcare sereni la notte e cantare la sete della cerva. E la gente, l'umile gente abbia ancora chi l'ascolta, e trovino udienza le preghiere.
Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani. Se chiudesse gli occhi cadrebbero. Solo il suo stupore li mantiene sospesi, la sua piccola mano li innalza, il suo cuore li muove e li allontana. Senza un bambino appiccicato ai vetri, alle alte ringhiere di una terrazza adulta, gli aeroporti morirebbero d’orrore. Un bambino non potrà mai pronunciare la parola “aeronautica” ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello. Un bambino non saprà calcolare le distanze ma è lui la garanzia del ritorno. Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri, accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti la paura. Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti, dorrà meno baci l’addio delle madri e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.
Un aeroplano per aria sono molti bambini che guardano l’orizzonte.
Il dubbio di te ci rimane, per tutti quei bimbi che muoiono di fame, per quella troppa ricchezza, con cui i potenti si costruiscono una fortezza, Per quei momenti massacranti di dolore. Per chi porti via quando è ancora in fiore. Il dubbio di te ci assale ci turba ci tormenta ci fa star male, per tutti quei sogni infranti, il futuro di molti pieno di rimpianti. Per la guerra, la povertà Per quella troppa avidità. Il dubbio di te ci rimane, per tanto male che troppi hanno.